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Cinzia Cavolini: la rabbia di un’imprenditrice

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Lo sfogo di Cinzia
“Sono in preda di una tempesta emotiva; passare per la comunità come evasore e delinquente… non ci sto!”
Accolgo nello spazio della domenica lo stato d’animo di una donna che da 13 anni lotta contro un sistema burocratico difficile; la rabbia, il senso di giustizia e la dignità di salvare l’azienda di una vita muovono le sue azioni.
Di seguito, alcuni stralci del suo sfogo e l’audio completo.

Noi non siamo delinquenti
Con estremo dolore che potete immaginare, mi ritrovo a parlare dell’ordinanza emessa dal sindaco Zuccalà a due giorni dall’apertura della stagione balneare: con immediata interdizione al pubblico alla nostra spiaggia.
Siamo uno tra i 300 concessionari in Italia che dal 2007 hanno subito un aumento del canone fino al 4000% in corso d’opera, per cui i nostri canoni sono insostenibili. Siamo stati colpiti nello spirito e nel corpo… mancava solo questa ultima umiliazione.
Noi siamo morosi verso lo Stato non verso il Comune, abbiamo creato in questi 13 anni un coordinamento nazionale che comprende 300 aziende distrutte da questi canoni.
Noi non siamo abusivi di quei terreni, non siamo delinquenti, non siamo usurpatori noi non siamo da sanare ma da risarcire! Sono 13 anni che urliamo il nostro dramma e il comune non ci ha mai ascoltato.
E’ un dramma di una legge ingiusta. Io chiedo: a chi giova? I soldi non vanno al Comune, non aiuta la comunità e crea assembramenti alle poche spiagge aperte.
Far passare Torvaianica come se fosse in mano alla mafia e noi delinquenti: caro Sindaco, cara cittadinanza io non sono così. E’ una vita che lotto, da operaia sono stata 100 giorni sulla piazza con le mie colleghe a difendere questo territorio, all’epoca della cassa del mezzogiorno, oggi a lottare contro una legge ingiusta.
Ne parlo in tv, in piazza, con la politica: in questa storia la vittima più grande è la giustizia.
Caro Zuccalà, non hai avuto l’empatia di parlare e hai voluto umiliarci dopo anni di lotta che ci ha minato psicologicamente e fisicamente, hai voluto concludere la nostra morte in maniera esemplare facendoci continuare l’agonia di essere guardiani di un bene perduto.
Non siamo abusivi, non abbiamo commesso abusi, non siamo illegali: siamo vittime di ingiustizia 330 aziende in tutta Italia.
Siamo da risarcire e non da sanare.

Questione di Karma
Ultima cosa: a tutti coloro che qui nel Comune godono pensando che sia stata riportata la legalità, bene, mi dispiace vi consiglierei di informarvi perché siete stati invece privati ancor più di una zona che ha la possibilità di far creare turismo a Torvaianica.
Qualcuno addirittura ha parlato di Karma, come se io mi meritassi tutto ciò, vorrei ricordare che si effettivamente la mia vita è costellata da lotte per cui probabilmente nella vita precedente ero un leone, a differenza vostra che eravate degli sciacalli e continuate ad esserlo.
Concludo dicendo di venire a vedere dalla mia pagina da quanto grido il nostro dramma, e ricordo che il mio socio Walter Galli che è al secondo giorno di sciopero della fame e dei farmaci salvavita.
Cara amministrazione potete togliermi la concessione, ma non la dignità e il senso della giustizia.

Se volete raccontarmi le vostre storie per sciogliere insieme qualche nodo disfunzionale, scrivete all’indirizzo: psicologia@ilcorrieredellacitta.it
Vi aspetto.
Dott.ssa Sabrina Rodogno

Psicostress

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