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Come Minimizzare l’Impatto Ambientale delle Magliette Personalizzate

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Rendering di un’immagine che rappresenta, su uno sfondo sfocato in cui si intravedono delle foglie e delle piante, la Terra, tutta colorata di verde a richiamare il concetto di ecologia. Ad avvolgere la Terra ci sono le tre frecce simbolo del “riciclo”

La sostenibilità è diventata in poco tempo la grande protagonista del nostro tempo. Un criterio in grado di distinguere le aziende dalle altre, molto più di quanto non riesca a fare il rapporto qualità-prezzo del prodotto o servizio stesso. Vediamo quindi come si può fare per minimizzare il proprio impatto ambientale in una delle industrie più inquinanti: quella della moda, e nello specifico per quanto riguarda le magliette personalizzate.

Come Misurare l’Impatto Ambientale?

L’impatto ambientale è un concetto complesso che si presta a molteplici interpretazioni. Data la sua sempre maggiore importanza nella società e nell’economia, si è reso necessario trovare il modo per poterlo trasformare in un dato concretamente misurabile, al fine di poter capire come intervenire.

Si è giunti così al concetto di “carbon footprint,” ossia la quantificazione in termini di produzione di CO2 di una determinata attività. Tecnicamente parlando, qualsiasi prodotto, servizio o attività umana, può essere analizzato e catalogato tramite la quantità di anidride carbonica che va producendo.

Ad esempio, il Parlamento Europeo stesso utilizza la carbon footprint come metrica attraverso cui tenere sotto controllo il proprio impatto sull’ambiente, con la speranza di raggiungere la tanto sognato “carbon neutrality.”

Qual è l’Impronta Ambientale di una Maglietta?

L’industria della moda è tra le attività più inquinanti e con una tra le carbon footprint più pesanti. La filiera produttiva di una semplice maglietta di cotone si dipana su più continenti, ed è stato calcolato come una sola t-shirt produca tra i 5 e i 7 kg di CO2.

Questi dati si riferiscono alla produzione, e non alla personalizzazione. A questi 5-7 kg di bisognerà quindi aggiungere la CO2 prodotta dalla stampa personalizzata. Attività questa non quantificabile a priori, in quanto molto dipenderà dalla tecnica utilizzata e dagli inchiostri di cui si farà uso.

Ci sono tuttavia una serie di buone pratiche che si possono implementare al fine di rendere l’intero processo di personalizzazione della propria maglietta il più sostenibile possibile.

Come Minimizzare l’Impatto Ambientale della Stampa Personalizzata

Possiamo identificare due macro-fattori che influenzano maggiormente la sostenibilità di una maglietta personalizzata:

  • La maglietta stessa: come viene prodotta e secondo quali politiche di risparmio energetico ed idrico
  • La tecnica di stampa scelta: vi sono infatti tecniche di stampa che più di altre si differenziano per la loro sostenibilità

Per ciascuno di questi due punti, possiamo adottare una serie di accorgimenti che ci permetteranno di dire che abbiamo fatto la nostra parte nella lotta contro il cambiamento climatico senza rinunciare alla personalizzazione del nostro capo.

Sostenibilità della Maglietta da Personalizzare

Vi sono aziende attive nell’industria tessile che più di altre si distinguono per la bontà delle loro politiche produttive. Come evidenzia Burger Print, specializzata nella personalizzazione di magliette, Stanley Stella è una di queste.

L’azienda belga, infatti, è famosa per le sue rigorose politiche a favore dell’ambiente, ma anche a a sostegno dei lavoratori impiegati presso le proprie aziende partner nel sud-est asiatico. Senza contare le innumerevoli certificazioni che attestano come i capi d’abbigliamento firmati Stanley Stella siano sempre prodotti con cotone biologico o altri materiali a bassissimo impatto ambientale, come il poliestere riciclato.

Sostenibilità della Tecnica di Stampa

Tra le tecniche di stampa possiamo identificarne due, in particolare, che risultano essere l’accoppiata perfetta per una maglietta come quella di Stanley Stella, rendendo così l’impatto ambientale del risultato finale il minore possibile.

Ci riferiamo nello specifico alla stampa DTG (Direct-To-Garment, ossia direttamente su tessuto) e alla stampa DTF (Direct-To-Film, ossia direttamente su pellicola. Sono due tecniche di stampa molto recenti, soprattutto rispetto ad altre come può essere considerata la serigrafia. La stampa DTF, in particolare, ha fatto il suo debutto sul mercato solamente da pochi anni.

Queste tecniche, entrambe appartenenti alla più ampia categoria delle tecniche di stampa digitali, utilizzano inchiostri a base d’acqua, minimizzando quindi l’impiego di solventi chimici. Questo ha un impatto rilevante sulla presenza, all’interno del processo di stampa, dei cosiddetti VOC, ossia i composti organici volatili. Sono sostanze, queste, che in passato hanno avuto un ruolo di primo piano nella formazione del famoso buco dell’ozono.

Il vantaggio delle tecniche DTG e DTF è proprio l’utilizzo di inchiostri che arrivano quasi ad azzerare le emissioni di VOC nell’atmosfera durante la stampa, rappresentando così la soluzione ottimale per la personalizzazione delle magliette nell’ottica della sostenibilità ambientale.

 

 
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