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Coronavirus, la testimonianza di un’italiana a Londra: ‘Tutti hanno paura ma fanno finta di niente’

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Claudia è una giovane parrucchiera di 28 anni che vive a Londra da tempo insieme al marito. E’ qui che si sta costruendo il suo futuro, ma è proprio al Paese che l’ha accolta e l’ha fatta sentire a casa che ora si rivolge perché – nella situazione di emergenza sanitaria legata al Coronavirus – si sente abbandonata dalle istituzioni. 

Nel Regno Unito, infatti, è polemica per le misure che il Governo sta adottando per arginare la diffusione del contagio da Covid-19. Ha lasciato senza parole il discorso di Boris Johnson che ha ‘messo in guardia’ la popolazione con parole crude e agghiaccianti: ‘E’ la più grande situazione di emergenza sanitaria per una generazione. Abituatevi a perdere i vostri cari’.

Ma quali sono le misure adottate per far si che questo nel Regno Unito non accada? Johnson ha chiesto ai cittadini di auto-isolarsi in casa in presenza di sintomi, anche lievi, come tosse o febbre, ha vietato le gite scolastiche all’estero e ha chiesto agli anziani over 70 di evitare di fare spostamenti. 

Le scuole e le università, però, non sono chiuse e i mezzi di trasporto continuano a funzionare regolarmente come se nulla fosse. Come se non bastasse, Claudia ci ha raccontato che i dipendenti dei grandi magazzini non possono indossare mascherine protettive e guanti perché ‘spaventano i clienti’. Non è importante tutelare la salute, ma è bene continuare a far girare l’economia. 

Abbiamo accolto la testimonianza di Claudia e questo è il suo appello

Caro Governo inglese, 

il mio nome è Claudia, sono italiana e vivo a Londra come tanti. Prima di tutto noi siamo molto preoccupati per la situazione in Italia, per le nostre famiglie, genitori e amici perché alcuni di loro sono deboli e altri sono già malati. Seconda cosa, l’Inghilterra è la nostra seconda casa e l’abbiamo scelta per molte ragioni: opportunità di lavoro, carriera, una vita migliore, mezzi di trasporto efficienti e l’ultima cosa, ma non meno importante, Londra è una grande città dove tutte le razze e le culture coesistono perfettamente. Penso di poter parlare per tutti quando dico che ci sentiamo abbandonati, soli, tristi, preoccupati, delusi, impauriti, ansiosi, traditi, pietrificati, depressi, confusi e disgustati. Non sopportiamo e non crediamo al discorso di Boris Johnson e nella decisione del Governo. Siamo molto preoccupati perché secondo noi non stanno adottando le giuste misure. Le scuole e le università sono ancora aperte, gli autobus, i treni e le metro sono sporchi e affollati: è impossibile mantenere la distanza di sicurezza. Le persone non indossano mascherine o guanti, e in molti posti di lavoro queste ‘attrezzature’ sono vietate perché spaventano i clienti. Ci hanno detto di non parlare del Coronavirus perché il business deve continuare ad andare avanti: i posti di lavoro devono restare aperti e si devono fare soldi. Non sta a loro decidere per le nostre vite, dobbiamo avere il diritto di scegliere e di fare tutto quello che serve per prevenire questo virus che può causare dolore e non per ultimo la morte. State attenti – conclude Claudia non create panico e portate pazienza’

In una situazione di emergenza sanitaria come quella che tutti noi stiamo vivendo, a Londra c’è chi prende d’assalto i supermercati tanto che i beni di prima necessità iniziano a scarseggiare, e chi invece continua a fare shopping come se nulla fosse quasi come a dire:  ‘tanto qui il Coronavirus non arriverà‘. 

Eppure, in Inghilterra i casi positivi continuano ad aumentare e quelli finora accertati sono 1391, mentre sono 35 le vittime. 

Il problema – ci ha detto Claudia – è che nel Regno Unito non stanno facendo i tamponi e le persone contagiate potrebbero essere molte di più’

 

 

 

 

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