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Covid nel Lazio, “I nuovi positivi hanno una carica virale più alta”: l’allarme dell’esperto

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Come se non bastassero i focolai scoppiati nelle zone di villeggiatura e la Sicilia prima regione in zona gialla dopo mesi, ora a preoccupare gli esperti sono i nuovi positivi, quelli di rientro dalla vacanza, quelli che sembrano avere una carica virale più alta. A dirlo al Messaggero Pier Luigi Bartoletti, il responsabile dell’Uscar, l’unità speciale della Regione Lazio, che a gran voce ha spiegato: “I nuovi positivi al Covid hanno una carica virale altissima, mai registrata prima”. 

Covid nel Lazio, preoccupano i nuovi positivi: ‘Hanno una carica virale più alta’

Se da un lato i contagi giornalieri sono in diminuzione, dall’altra i nuovi positivi sembrano avere una carica virale più alta. O almeno, questo è quello che emerge dai tamponi.  “I nuovi contagiati che stanno rientrando dalle vacanze hanno valori superiori oltre il 30% e non siamo ancora in grado di capire come questo si tradurrà da un punto di vista clinico” – ha spiegato al quotidiano romano Bartoletti. “Si tratta di pazienti molto giovani di ritorno dalle vacanze. O di cinquantenni che non si sono ancora vaccinati. Ci chiamano perché accusano i primi sintomi come febbre e mal di gola, ma – prosegue – non siamo in grado al momento di sapere quanto abbiano fatto circolare il virus e quanto appunto, la carica infettiva così alta, possa aver influito”. 

La situazione, per ora, sembra essere sotto controllo e le condizioni di salute dei pazienti sono stabili: “Noi stiamo monitorando con attenzione ogni variazione e possibile evoluzione della malattia. Sappiamo che valori più alti, non si traducono sempre in sintomi più gravi del Covid. Ma stiamo anche cercando di capire la causa di questa carica virale tanto elevata”. 

Lo studio 

Stando ai report, la settimana dopo Ferragosto a far salire la curva del contagio erano stati i primi vacanzieri che erano rientrati nella Capitale. Tra il 21 e il 27 agosto, in base ai dati del Sisp, il servizio di igiene e sanità pubblica, si erano registrati i primi focolai, tutti ‘scoppiati’ tra i giovani o cinquantenni ancora non vaccinati. 

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