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Covid, si può sciare in zona rossa e arancione? Regole e limitazioni per l’attività sciistica

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Covid. Il virus continua inarrestabile la sua corsa in Italia, i contagi aumentano di giorno in giorno, e molte sono le regione che rischiano di sfiorare nuovamente la zona gialla. Tra queste Friuli Venezia Giulia e Bolzano sono a un passo dalle restrizioni abbandonante da tempo. Per tale ragione, i governatori di regione stanno correndo ai ripari nel tentativo di salvare la consueta stagione sciistica, per altro, già ferma da un anno e impantanata nella pandemia. Le regioni in questione, infatti, hanno già presentato all’esecutivo la loro proposta per fronteggiare una possibile nuova chiusura. Ma soprattutto, per mantenere gli impianti turistici e sciistici aperti e funzionanti durante la stagione vacanziera. In tal mondo, l’economia, le vacanze e la socialità dovrebbero mantenersi salve. L’esecutivo, ora, è in fase di valutazione.

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La proposta delle regioni contro il Covid 

Due sono, principalmente, le colonne portanti su cui si baserebbe il piano delle regioni coinvolte, per poter agire in tutta sicurezza durante la stagione sciistica, e mantenere così aperte le attività. Green pass e numero chiuso delle strutture. L’agenzia Adnkronos ha anticipato nelle ultime ore il testo presentato dalle regioni al governo: «In zona arancione e in zona rossa, qualora sia prevista l’apertura degli impianti di risalita, limitare il numero massimo di presenze giornaliere mediante l’introduzione di un tetto massimo di titoli di viaggio vendibili. Tetto determinato in base alle caratteristiche della stazione o del comprensorio sciistico, con criteri omogenei per regione o provincia autonoma. Il parametro è da definire sentiti i rappresentanti di categoria e delle strutture ricettive e concordati con le aziende sanitarie locali competenti per territorio». E, ovviamente, l’accesso alle piste, alle strutture, alle funivie e ai servizi sarà riservato esclusivamente a chi è munito di green pass.

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