Nel 2012 il Sindaco di Pomezia ha emesso due ordinanze che vietano l’utilizzo dell’acqua di pozzo per il consumo umano negli appartamenti e per l’uso come ingrediente nella preparazione di alimenti e bevande (con esclusione dell’uso per lo scarico dei servizi igienici), ordinando ad ACEA di allacciare alla rete acquedottistica da essa gestita, il serbatoio idrico di Roma 2.
Il divieto d’utilizzo dell’acqua ad uso umano, derivante dal superamento dei livelli di manganese (9 volte maggiore) riscontrato dall’ASL RM H nell’acqua fornita attraverso il pozzo del complesso edilizio, costringe gli abitanti di Roma 2 ad una spesa mensile non indifferente per l’approvvigionamento idrico e ad estenuanti pellegrinaggi verso fonti o fontanelle. All’ordinanza del Sindaco, ACEA ha risposto con un ricorso al TAR, non ottenendo la sospensione dell’atto ed un appello al Consiglio di Stato che è stato rigettato dai giudici di Palazzo Spada.
Nonostante il continuo impegno dei cittadini di Roma 2, nella soluzione dell’ormai annoso problema, non si riesce ancora a sapere, dopo 20 anni, se e quando potranno bere un bicchiere d’acqua dal rubinetto della propria abitazione.
Contro tale stato di cose, che arreca un evidente danno ai residenti, il Codacons ha deciso di lanciare una azione risarcitoria in favore delle famiglie di Pomezia: tutti i titolari di un’utenza idrica residenti nel complesso edilizio Santa Palomba a Pomezia, possono finalmente agire per il risarcimento dei danni subiti e la riduzione della tariffa dell’acqua erogata! Per aderire all’azione è sufficiente seguire le istruzioni pubblicate sul sito www.codacons.it, oppure rivolgersi alle sedi Codacons di Pomezia e Torvaianica.