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AFFITTI IN NERO: 80ENNE DI ARDEA “DIMENTICA” DI DICHIARARE 4 MILIONI DI EURO

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41 appartamenti dati in affitto in nero, per un’evasione fiscale accertata su circa 4 milioni di euro di imponibile. L’insospettabile 80enne di Ardea è stato smascherato dagli uomini della Guardia di Finanza di Pomezia, guidati dal Capitano Alessandro Iezzi nell’ambito di un’operazione antievasione fiscale coordinata con il Comando Provinciale di Roma. La task force della Guardia di Finanza ha visto controlli a Roma e Provincia, con 847 controlli che hanno portato a scoprire un giro di evasioni superiore agli 11 milioni di euro. Le Fiamme Gialle hanno fornito i rilevanti numeri che scaturiscono dall’offensiva della Guardia di Finanza contro gli affitti in nero questa mattina, nel corso di una conferenza stampa che ha illustrato i dettagli dell’operazione condotta nei giorni scorsi a Pomezia e che hanno consentito di scovare un uomo di 81 anni che gestiva un giro di affitti milionario. L’uomo, M.M., con un patrimonio immobiliare di 41 appartamenti, suddivisi tra Ardea e Roma, del valore complessivo di oltre 12 milioni di euro, affittava a tutti: studenti, pensionati ed extracomunitari, evitando sempre scrupolosamente di pagare le imposte.

Spesso il contratto d’affitto c’era, l’inquilino pagava il canone, ma il locatore, allergico al fisco, si “scordava” di registrarli. Immediatamente è scattata, da parte delle Fiamme Gialle della Compagnia di Pomezia, una verifica fiscale, a conclusione della quale è stato appurato che lo “smemorato”, in 9 anni, dal 2002 al 2011, si era “dimenticato” di segnalare un imponibile pari a quattro milioni di euro, oltre ad evadere l’imposta di registro sui contratti di locazione per oltre trentacinquemila euro.

L’evasore è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Velletri per violazioni alla normativa penale tributaria avendo di gran lunga superato le previste soglie di punibilità. Meno eclatante, ma sempre di una certa importanza, il caso scoperto ad Ostia, dove un romano, proprietario di 10 appartamenti e 7 posti auto tutti, nello stesso complesso immobiliare, aveva pensato bene di agevolare i suoi inquilini allestendo un ufficio “riscossione” nelle vicinanze delle sue proprietà.

L’evasore – che si limitava ad indicare, nella sua dichiarazione dei redditi, soltanto le rendite catastali degli immobili – annotava scrupolosamente le entrate dei suoi affitti in un registro manoscritto, grazie al quale le Fiamme Gialle hanno potuto ricostruire in quasi 400 mila euro i compensi non dichiarati. “La lotta all’evasione – hanno spiegato i finanzieri – passa anche dal contrasto a questo tipo di illegalità fiscale, a maggior ragione in una città universitaria per antonomasia come Roma, e a condurla in prima linea sono le Fiamme Gialle, che hanno stretto un patto antievasione con Regione, Università e Comune. Si vogliono in tal modo raggiungere 2 effetti: da un lato smascherare i cittadini fiscalmente disonesti che evitano scrupolosamente di pagare le imposte sfruttando gli studenti; dall’altro attraverso una massiccia campagna di conoscenza sui rischi legati al mercato nero degli affitti, fornire agli studenti “tanti buoni consigli” per cogliere al volo agevolazioni, benefici, opportunità spesso poco conosciute”.

La strategia adottata dalla Guardia di Finanza è chiara: più peso all’intelligence e alle sinergie, meno controlli di massa.

“La condivisione e l’incrocio con Regione, Comune, Università, Laziodisu, AA.SS.LL. e AMA di decine di banche dati – hanno proseguito dal Comando Provinciale – hanno consentito di selezionare centinaia di situazioni caratterizzate da indici di “pericolosità”. In particolare sono stati analizzati i dettagli riferiti alle registrazioni dei contratti d’affitto: dall’allaccio delle utenze (luce, gas, acqua) all’Imu, dalla raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani alla residenza, dagli assistiti fuori sede che richiedono il medico di base a Roma agli accessi presso le biblioteche universitarie e molti altri dati ed elementi che sono, comunque, memorizzati telematicamente”.

Il ritratto che emerge dagli accertamenti è desolante e fa degli studenti l’obiettivo preferito di un mercato ingordo, caotico e senza regole. Gli 847 controlli sinora svolti, hanno già consentito di accertare un’evasione di oltre 11 milioni di euro: soltanto il 35% degli studenti aveva stipulato un regolare contratto di affitto.

Gli altri, al 20% non avevano alcun atto che certificasse la locazione, al 35% affermavano di essere stati ospitati da terzi ed al 10% erano, invece, proprietari di casa.

Le richieste di affitto vanno da 350 € ai 550 € al mese a posto letto, talvolta in camere doppie/triple ed in pochi metri quadri. In questo sottobosco di “illegalità immobiliare” – in cui, spesso, si annidano anche sacche di degrado – non mancano storie ai limiti dell’immaginazione come quelli dell’ottantenne pometino o dell’uomo di Ostia.

“Non solo repressione- concludono i finanzieri – ma anche prevenzione tra le attività messe in campo nell’ambito di questo patto antievasione. In concomitanza con l‘inizio dell’anno accademico è stata avviata una massiccia campagna di informazione e prevenzione rivolta alle oltre 50.000 matricole degli Atenei di Roma che iniziano ora il loro percorso di studi”.

È, infatti, in corso di distribuzione un vademecum, dal titolo “Studia e Vivi Roma” – disponibile anche su internet – volto a fornire preziose indicazioni su come trovare casa senza “sorprese”, evitando gli affitti in nero; conoscere dove si trovano – e come accedere – agli alloggi che LAZIODISU mette a disposizione degli studenti; utilizzare agevolazioni ed opportunità spesso poco conosciute, come benefici fiscali, contratti concertati, fondo di locazione, etc. ed, infine, grazie ad informazioni pratiche e recapiti utili, ad orientarsi e districarsi nella giungla degli affitti chiedendo aiuto alle Istituzioni.

I cittadini avranno ora la possibilità di segnalare situazioni d’interesse direttamente alla Guardia di Finanza che, per l’occasione, ha creato una casella di posta elettronica a loro dedicata: helpaffitti.roma@gdf.it.

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