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Alessia Pifferi ha un malore in carcere: l’avvocata la raggiunge a San Vittore

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La 38enne, condannata all’ergastolo per la morte della figlia Diana, ha accusato un malore mentre si trovava nel carcere di San Vittore. 

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Malore in carcere per Alessia Pifferi – Ilcorrieredellacittà.com

 

L’avvocata Pontenani l’ha raggiunta nel penitenziario di San Vittore, per controllare le condizioni di salute della sua assistita. 

Malore in carcere per Alessia Pifferi 

Alessia Pifferi, la 38enne condannata all’ergastolo per la morte della figlia Diana, ha accusato un malore in carcere, che ha reso necessario un intervento da parte dei medici. La donna è stata raggiunta dall’avvocata, Alessia Pontenani, che ha voluto sincerarsi delle sue condizioni di salute. 

Al momento non si hanno ulteriori notizie sulla 38enne. 

La condanna all’ergastolo

Nella giornata di ieri, lunedì 13 maggio, la Corte d’Assise di Milano ha pronunciato la sentenza di condanna per Alessia Pifferi. La donna, ritenuta responsabile della morte della figlia, la piccola Diana – 18 mesi all’epoca dei fatti – è stata condannata alla pena dell’ergastolo

La sua avvocata aveva chiesto l’assoluzione, menzionando un presunto trascorso tra incuria e abbandono. Per i giudici della Corte, però, Alessia Pifferi è da ritenersi colpevole della morte della figlia, lasciata da sola in casa per sei giorni, nel luglio del 2022. Esclusa l’aggravante della premeditazione e quella dei futili motivi. Per la madre e la sorella della donna sono state disposte due provvisionali da 50mila e 20mila euro rispettivamente. 

Le due donne, che si sono costituite parte civile nel processo, erano presenti in aula al momento della lettura della sentenza. Entrambe si sono dette soddisfatte per la decisione della Corte, mentre Alessia Pifferi è apparsa impassibile mentre i giudici pronunciavano il “fine pena mai”. “Ha scordato di essere una madre. Ora non riuscirei a dire nulla. Deve pagare per quello che ha fatto” ha detto la madre Maria. 

L’avvocata Pontenani ha già annunciato che farà ricorso in Appello, e chiederà una nuova perizia. La prima perizia ha giudicato la sua assistita capace di intendere e di volere, seppur in un quadro psicologico complesso. 

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