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“Anticipazioni di cassa”, spese legali e “carta, cancelleria e stampanti”: ecco dove finiscono i soldi pubblici dei contribuenti di Pomezia

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spese pomeziaDa questa mattina è on line il sito che farà “divertire” i contribuenti italiani che vogliono sapere che fine fanno i loro soldi versati, a titolo di tasse (o di multe) nel loro Comune. E da questa mattina gli accessi al sito soldipubblici.mgpf.it e i commenti sulle spese fatte dalle varie Amministrazioni comunali sono ormai incalcolabili. Ma calcolabili sono invece gli euro usciti dalle casse comunali: come illustra il sito, ad esempio il Comune di Pomezia nell’ultimo anno ha effettuato pagamenti pari ad € 139.311.089, con una spesa pro-capite per cittandino di € 2.419. Le tre principali voci di spesa sono state: “Rimborso anticipazioni di cassa” (€ 27.654.823,85), “Contratti di servizio per smaltimento rifiuti” (€ 14.261.346,67), “PAGAMENTI DA REGOLARIZZARE DERIVANTI DAL RIMBORSO DELLE ANTICIPAZIONI DI CASSA (pagamenti codificati dal tesoriere)” (€ 13.565.518,93). Ma cosa significa? E quali sono i parametri di confronto con gli altri Comuni italiani? E quali sono le voci dove Pomezia “eccelle” in queste speciali classifiche? Questa domanda se la fanno addirittura gli illustri giornalisti Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo: neanche loro hanno capito cosa possano essere le “anticipazioni di cassa” e anche loro hanno notato che Pomezia per «carta, cancelleria e stampati» spende 1,4 milioni di euro, cioè più di Milano (988 mila), Catania (971 mila) o Roma (769 mila): come mai? La Capitale, confronto a Pomezia, è praticamente doppiata nella spesa. Altro che lo scandalo dei 17 euro a rotolone spesi dal Ministero della Difesa…

Ma, oltre alle prime tre voci (e vorremmo tanto sapere cosa c’è dietro al “Rimborso anticipazioni di cassa” e ai “Pagamenti da regolarizzare derivanti dal rimborso di anticipazioni di cassa”, visto che sommando queste due voci si superano i 41 milioni di euro), incuriosisce la voce “Altri materiali di consumo”: Pomezia, spendendo ben 5.583.449,85 di euro  è il sesto Comune italiano che sborsa di più per questi “materiali”.

Nella speciale “Top 30” dei Comuni più “spendaccioni”, Pomezia la ritroviamo anche nella voce già citata voce “Rimborso anticipazioni di cassa”, oltre che per la carta.

Per non parlare delle “Spese per liti (patrocinio legale)”, quindi per gli avvocati: il sospetto ci era già venuto più volte (nell’ultimo numero cartaceo de Il Corriere della Città abbiamo dedicato due pagine a questo argomento), ma adesso abbiamo la certezza che per avvocati e consulenze Pomezia spende 2.071.697,11 di euro, quarto Comune in Italia per questo settore. Davanti a noi solo Catania, Salerno e Catanzaro, dietro tutti gli altri. C’è da dedurre che qui si litighi di più che nel resto d’Italia o che qualcosa non funzioni a dovere? “I pagamenti per Spese per liti (patrocinio legale) nell’ultimo anno ha cubato un volume di € 156.925.000 in tutta Italia – si legge nel sito – I Comuni con maggiori pagamenti sono stati: COMUNE DI CATANIA (€5.100.114,3), COMUNE DI SALERNO (€3.032.049,86), COMUNE DI CATANZARO (€2.223.757,35), COMUNE DI POMEZIA (€2.071.697,11)”. Un bel podio, non c’è che dire…

Poi, tanto per gradire, siamo nella stessa “Top 30” anche per i “Contratti di servizio per riscossione tributi”, per i quali Pomezia sborsa ben €.1.781.131,21. Saremo ignoranti, ma ci sembra che questa voce riguardi il denaro speso dal Comune per riscuotere i nostri, di soldi…

 

E noi che speravamo che i soldi potessero andare per rifare le strade o per dare servizi soprattutto ai cittadini più deboli… A quanto pare, invece, si preferiscono carta e avvocati. Non abbiamo ancora capito quale, ma di certo avranno maggiore fascino per chi decide come, dove, quando e perché utilizzare i soldi delle nostre tasse.

Ci dispiace solo che questo eccezionale sito sia stato attivato solo ora. Sicuramente noi, ma anche tutti gli altri pometini e gli italiani in genere, si sarebbero “divertiti” a capire dove finivano i soldi anche quando erano gestiti dalle passate Amministrazioni. Non per “par condicio”, ma solo per far capire ai politici, di qualsiasi colore, che i cittadini sono ormai davvero stufi di essere presi in giro.

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