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ARDEA, RINVIATI A GIUDIZIO SINDACO, ASSESSORE, DIRIGENTE, EX ASSESSORE ED ALCUNI DIPENDENTI COMUNALI

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comune ardea1Alla fine la notizia è arrivata: rinvio a giudizio per il sindaco di Ardea Luca Di Fiori, per l’ex assessore all’Ambiente, ora assessore ai Servizi Sociali ed Istruzione, Nicola Petricca, per il dirigente comunale Giovanni Cocuzza e per l’ex assessore all’Ambiente Cassio Roccafiorita, oltre che per alcuni funzionari comunali ed imprenditori locali. La vicenda che ha spinto il Pubblico Ministero Giuseppe Travaglini, Sostituto Procuratore presso il Tribunale di Velletri, a ricorrere al rinvio a giudizio è quella legata ad uno dei tanti scandali che hanno visto protagonista il cimitero di Ardea di via Strampelli. L’inchiesta, denominata “Necropolis”, parlava di appalti sospetti ed oggi, dopo diversi rinvii delle udienze da parte del giudice, è arrivata la notizia che il procedimento andrà avanti. Per quanto riguarda Di Fiori – che all’epoca era un consigliere comunale di maggioranza – Roccafiorita, Petricca e Stefano Valeri il giudice ha deciso il rinvio a giudizio “perché in concorso tra loro i consiglieri di Ardea Roccafiorita e Di Fiori – in concorso con Valeri e Petricca (questo anche quale

assessore comunale dal gennaio 2009) – più volte avanzavano richieste di denaro a Frego Giancarlo, rappresentante della cooperativa sociale “Il Girasole” appaltatrice del servizio cimiteriale presso il Comune di Ardea – rappresentando che in caso di mancato versamento vi sarebbero state difficoltà da parte degli uffici comunali nella liquidazione delle spettanze della cooperativa, tanto da indurre il Frego ad assumere alle dipendenze della cooperativa Maikol Roccafiorita, figlio del consigliere comunale, versando allo stesso mensilmente la retribuzione sino a settembre 2009; a versare a Roccafiorita la somma di € 2500; a versare a Petricca la somma di € 4000; ad offrire numerose cene anche al prezzo di € 800 l’una agli indagati e a loro accoliti; a stipulare un contratto con il Valeri per la fornitura di materiali necessari all’esecuzione di opere di manutenzione all’interno del Comune di Ardea al prezzo di € 19.000 sino al settembre 2009.

Per quanto riguarda Mario Porreca, Mauro Rossi, Emilio Murano, Giovanni Cocuzza, Bruna Ciocci, Antonio Pace e Cinzia Tamburini, il giudice ha ritenuto di procedere con il rinvio a giudizio “perché Porreca, Rossi, Murano e Cocuzza, quali funzionari comunali preposti alla gara d’appalto gestione del verde, pulizia dei cimiteri comunali, gestione servizi informazioni ed assistenza all’ufficio contratti concessioni comunali, con l’uso di mezzi fraudolenti colludevano con la Cioci – rappresentante della cooperativa Tirrenica – e con il Pace Antonio – rappresentante di fatto di tutte le cooperative partecipanti alla gara ad esclusione della Girasole – per l’aggiudicazione dell’appalto alla cooperativa Equinozio”. In particolare, viene spiegato nell’atto del Tribunale, Porreca, Murano e Rossi ammettevano alla gara, oltre alla Girasole, che aveva offerto un ribasso del 22%, anche l’Equinozio, amministrata dalla moglie di Antonio Pace, con un ribasso di quasi il 26%, e le cooperative sociali Pana (ribasso superiore al 27%), che in realtà era una pizzeria i quali titolari ignoravano di aver partecipato alla gara; la Tirrenica (ribasso 23,85%), ditta rappresentata da Cinzia Tamburrini, per anni sindaco della cooperativa Equinozio; la Pegaso (ribasso 21,80%), che nell’oggetto sociale non ha la gestione dei servizi cimiteriali, inattiva dal luglio del 2009 e della quale i rappresentanti ignoravano di aver partecipato alla gara. Con questi presupposti, Cocuzza ratificava, il 26 giugno 2009, l’operato della commissione ed affidava l’appalto alla cooperativa Equinozio. Per Mauro Rossi e Stefano Valeri, prosegue il giudice nell’atto di rinvio a giudizio, si procede “perché Rossi, quale responsabile del servizio cimitero di Ardea consentiva le inumazioni provvisorie (in violazione al regolamento della polizia mortuaria) purché coloro che avevano necessità di seppellire un parente ma non disponevano di un loculo si rivolgessero alla ditta Ardea Onoranze Funebri srl del Valeri”. Sindaco, assessore, ex assessore e dirigente, oltre ai dipendenti comunali, sono quindi passati da oggi da indagati ad imputati.

Dopo che la notizia si è diffusa, è arrivata la dichiarazione ufficiale del primo cittadino. “Era il 2011 quando uscì fuori la notizia della richiesta di un mio rinvio a giudizio. A maggio del 2012 rispuntò fuori ad arte durante la campagna elettorale e si mise in moto la macchina del fango. Non mi sono mai nascosto dietro ciò. Tutti mi davano per spacciato, ma così non è stato: i cittadini hanno creduto in un progetto politico e amministrativo che mi vede alla guida di Ardea da ormai due anni. Quella di oggi non è affatto una novità, tanto che lo stesso mio avvocato mi aveva tracciato un percorso simile disegnando come un ‘passaggio obbligato’ un giudizio per dimostrare la mia innocenza. Io, al giudizio, non mi sono mai voluto sottrarre perché ho piena fiducia nelle istituzioni e nella magistratura. I cittadini lo sanno perché hanno sentito di questa vicenda dalla mia voce in diversi consigli comunali. E’ chiaro che questa non è cosa che mi rende felice ma mi dà ancor più forza per affrontare con maggiore incisività quella sfide che dal mio insediamento ho voluto far prendere al Comune. Ovvio che questa è una sfida personale per un uomo politico che ha voglia di continuare a dare il contributo alle istituzioni. I cittadini sanno quanto impegno sto mettendo per la comunità, perché non mi sono mai arroccato come qualche mio predecessore ma hanno trovato sempre la porta aperta del mio ufficio. Come già successo, la calma e il tempo mi daranno ragione”.

Intanto la vicenda ha già provocato ulteriori polemiche. Una storia tutta da provare per la quale il giudice ha riconosciuto cinque parti lese, tra cui il Comune di Ardea, che questa volta non potrà più esimersi, come  troppe volte ha fatto in passato, dal costituirsi parte civile. La richiesta – come ha anticipato il capogruppo del Pd Stefano Ludovici  – verrà rinnovata dall’opposizione nel consiglio comunale del 13 marzo prossimo. A chiedere che il Comune si costituisca  parte lesa anche Simone Centore,  segretario della sezione de “La Destra” di Ardea, la cui lista nelle ultime elezioni comunali appoggiò proprio il cartello Di Fiori insieme alla lista Una Donna e a quella del Grande Sud Porcelli. Ma Centore rincara la dose chiedendo anche le dimissioni del Primo Cittadino e dell’assessore Petricca, “dettate da motivi di moralità e di non attaccamento alla poltrona”.  “La Destra – ha dichiarato Simone Centore – chiede a Di Fiori di non aver paura nel rassegnare le dimissioni ed escludersi dalla vita politica fino a quando non verrà assolto dai reati a lui ascritti, assoluzione che gli auguriamo di cuore. Queste dimissioni servono anche a dare un buon esempio di moralità per i giovani,  per non vanificare le lezioni sulla legalità che si stanno svolgendo nelle scuole del territorio. Per tutti vale il principio d’innocenza. Un’accusa, per quanto pesante, non è una prova, che casomai verrà costituita in Tribunale, unica sede preposta. E comunque la legge prevede tre gradi di giudizio, ma la moralità è comunque  un’altra cosa. Non è escluso che prima del prossimo consiglio alcune associazioni possano riorganizzare una fiaccolata per la legalità. Vorremmo che tutti i consiglieri di maggioranza si unissero a quelli di opposizione nel chiedere la costituzione di parte civile del Comune di Ardea”. La prima udienza del dibattimento è stata fissata per il prossimo 5 giugno.

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