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Assistenza domiciliare ad Ardea, prezzi alle stelle: la protesta dei disabili

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Assistenza domiciliare ad Ardea, nuove polemiche sui costi. A sollevare il problema il Coordinamento Ardea-Pomezia Dimensione Disabili.
“Torniamo purtroppo sulla vicenda assistenza domiciliare, quel servizio prezioso, per qualcuno essenziale. L’unico che il Comune di Ardea erogava in favore e a sostegno dei suoi residenti con disabilità – hanno dichiarato le rappresentanti del Coordinamento, Barbara Tamanti e Francesca Bassani – Improvvisamente gli utenti si sono visti presentare il conto, alcuni, senza preavviso, con richiesta di pagamento regresso, altri con costi così alti da dover rinunciare. Ricordiamo che il servizio è prevalentemente rivolto a famiglie, o a persone sole, che vivono un disagio dovuto da invalidità seria e riconosciuta , requisito essenziale per ottenere l’assistenza domiciliare”.
“I costi altissimi – spiegano Tamanti e Bassani – sono dovuti al nuovo conteggio Isee, che vede aggiunta la pensione di invalidità come reddito, una scelta del Governo sulla quale esistono già ricorsi presentati e vinti. Ma veniamo al caso di Ardea: in seguito alle proteste degli utenti, il Comune ha risposto di aver rivisto i conteggi riportando il prezzo a soglie accettabili. Di recente, però, sembra essere tornato sui suoi passi, con un’arroganza tale che le lettere ricevute dai disabili suonano perfino minacciose. Leggendole non si può che pensare che l’ufficio che dovrebbe agire a tutela dei suoi concittadini più fragili si sia trasformato nel patrigno più malefico cattivo che si possa vedere. Come tollerare un linguaggio tanto aggressivo proprio rivolto ai disabili gravi?”.
Per il Coordinamento Ardea-Pomezia Dimensione Disabili il problema non viene affrontato correttamente dagli amministratori rutuli.
“Siamo sicuri – chiedono dal Coordinamento – che il Comune non sia in grado evitare di applicare una tassazione tanto severa? Siamo certi dell’impossibilità di applicare la legge 328, che intima il rispetto dei Lea come normativa? Il Comune ha valutato caso per caso dove affondare e dove pretendere? Ha una mappatura dei suoi residenti con invalidità? I servizi sociali sono stati a visitare gli utenti? I fondi per la non autosufficienza ci sono? Se sì, come vengono impiegati? Il Comune ha un’idea del numero delle rinunce al servizio?”.
“Dal momento che questa spiacevole questione non è capitata solo qui – proseguono Tamanti e Bassani – sappiamo di casi in cui gruppi di famiglie hanno esposto denunce, che si stanno evolvendo a loro favore. Molti Comuni italiani hanno fermato questa vergogna perché palesemente disumana. Noi ci stiamo organizzando in questa direzione, affinché anche qui ad Ardea sia riconosciuta e rispettata la legge sull’obbligatorietà da parte degli enti di dare sostegno e assistenza gratuita agli invalidi, almeno a quelli riconosciuti come gravissimi. Invitiamo intanto i consiglieri più capaci ad andarsi a leggere la legge!”.
“Per la difesa dei diritti dei disabili – concludono Barbara Tamanti e Francesca Bassani – il 3 febbraio abbiamo partecipato a un’audizione a Montecitorio, durante la quale si è parlato anche della ratifica alla convenzione ONU, alla quale Ardea, come Pomezia, ha aderito, anche se nei fatti non dimostra di attenersi”.

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