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Becco di rame, l’anatra “da favola”, incontra i bambini della scuola Marconi di Aprilia

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Questa mattina la scuola Marconi di Aprilia ha organizzato un incontro con Becco di Rame, l’anatra che ha subito l’impianto di un becco artificiale e diventata quasi leggenda, ma che è verissima.

All’evento, coordinato dall’insegnante Giovanna Orsini, hanno preso parte il veterinario Alberto Briganti, il dirigente scolastico Prof. Maria Nostro, l’assessore alla cultura del Comune di Aprilia Francesca Barbaliscia, che sostiene con passione il progetto e il suo ideale, e le classi della scuola, che due alla volta si sono radunate intorno a Becco di Rame per un magnifico girotondo di freschezza e allegria.

Aprilia, legatissima a Becco di Rame e al significato che porta con sé, ha dedicato all’anatra anche un carro allegorico in occasione del Carnevale e con questo incontro si è voluto farne comprendere il vero significato anche i bimbi delle prime classi, curiosi, attenti e partecipi al racconto del veterinario e del suo incontro con Becco di Rame.

Questa la storia: Ottorino, il vero nome dell’oca, si trova placido e tranquillo nel suo pollaio con le compagne galline e la sua fidanzata, quando ad un certo punto fa irruzione una volpe affamatissima. Ottorino, sicuro della sua possenza fisica e della tenacia del suo becco, parte all’attacco della volpe, la quale – tra uno starnazzare e l’altro – addenta il becco dell’oca, strappandolo via. In seguito, i proprietari di Ottorino tentarono di alimentare l’animale come meglio potevano, ma ben presto capirono che in questo modo non poteva continuare a lungo. Così si rivolsero al dottor Alberto Briganti, il quale prontamente si è inventato la protesi e gliel’ha applicata, durante le cinque ore di intervento chirugico-plastico. La sera i proprietari telefonarono al veterinario per riferire che Becco di Rame mangiava da solo, con il suo nuovo becco.
Questa storia, che ha del fiabesco, il medico Briganti la sta portando in giro per scuole e ospedali di tutta Italia, raccontandola ai bambini. Ha anche creato una Fondazione per aiutare tutto il mondo sportivo dei giovani atleti protesici-disabili, perché essa sia da monito, da spinta, da stimolo ad andare avanti.

Marina Cozzo

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