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Castel Porziano, Alfonso Sabella sugli abbattimenti e sui contrasti con gli esercerti

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“A Ostia del mare si sente l’odore, ma il mare non si vede.Quanto accaduto ieri è solo l’inizio. Noi venerdì mattina saremo con la Giunta a Ostia, sarebbe un bel gesto, da parte degli esercenti farci trovare i varchi aperti. Qualcuno vorrebbe farmi fuori ma io non mollo. G8? Indagatemi, sono l’unico indagato del mondo che è contro la propria archiviazione”. Alfonso Sabella, Assessore alla Legalità del Comune di Roma, è intervenuto questa mattina ai microfoni di Radio Cusano Campus, nella trasmissione ECG Regione, con Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, per commentare la giornata vissuta ieri tra Ostia e Castelporziano e fare il punto su quello che accadrà in futuro. “Quanto accaduto ieri è solo l’inizio, sappiamo benissimo che Ostia ha bisogno anche di altro”, ha precisato Sabella prima di tornare sul diverbio di cui è stato protagonista con un esercente: “E’ normale amministrazione, è normale che una persona che vede la sua attività imprenditoriale limitata fortemente, con le costruzioni abusive che aveva realizzato andare in pezzi, vada in escandescenza”.
Mi assumo ogni responsabilità ha detto Sabella: “Sulla storia di Castelporziano si era creata una sorta di trattativa per dire lascio aperti i chioschi anche in questa stagione, non eseguo il provvedimento e poi a fine stagione li rimetto in regola a modo mio. La legalità non può essere oggetto di scambio. Non si può trattare col rispetto delle regole”. Quella di ieri a Ostia è stata un’operazione in grande stile che per certi versi a Sabella ha ricordato gli anni di Palermo: “Ci sono delle analogie, ma stavolta non si trattava di andare ad arrestare un grande boss, solo di far eseguire un provvedimento amministrativo”.
I titolari di alcuni stabilimenti hanno già detto che chiederanno i danni. Il Comune rischia davvero di doversi ritrovare a pagarli? Sabella è chiaro: “A Castelporziano il rischio è limitato e comunque il gioco vale la candela. Il rischio sui chioschi è prossimo allo zero, sono oggettivamente abusivi e andavano tirati giù, poi se si è fatto qualche errore nell’esecuzione vedremo, pagheremo i danni, meglio correre questo rischio che mantenere in quel degrado Castelporziano. Sui varchi, invece, vedremo. Noi riteniamo di aver agito in rispetto delle regole, quella non è proprietà privata, il mare è di tutti, i varchi devono restare aperti”.
Roma per certi versi non era abituata ad un personaggio come Sabella. Lui stesso conferma che qualcuno, probabilmente, vorrebbe allontanarlo dalle vicende della capitale: “Questo è evidente. Aver disposto una maggiore trasparenza nell’operato della pubblica amministrazione e aver dato un supporto tecnico ai colleghi della giunta sul piano di alcune procedure può aver dato fastidio a tante persone, a quelli che vogliono continuare col malaffare e l’indifferenza. Ma io non mollo”.
Sabella mette in previsione anche una revisione delle concessioni ai gestori degli stabilimenti: “Va rivista tutta la gestione del litorale, dovrebbe essere l’affaccio della capitale sul Mediterraneo e invece è lungomuro più che un lungomare. Deve essere riconsegnato alla legalità, rivedremo le concessioni, non ci vuole nessuna legge, serve solo qualche strumento urbanistico. Lavoreremo sulla legge chiave del 2006, se la legge fosse stata applicata prima adesso il problema sarebbe già risolto, ci sono una serie di misure amministrative che vanno poste in essere, probabilmente già la prossima stagione potremmo avere uno splendido litorale a Ostia”.
Sulla questione G8, infine, ribadisce: “Sono polemiche che vanno avanti da tanti anni e che ciclicamente vengono tirate fuori. Ho sempre detto che l’unica cosa che pretendo è la chiarezza. Sono l’unico caso al mondo di indagato che si oppone alla richiesta di archiviazione. I pm dicono di archiviare, io chiedo invece che si facciano tutte le indagini del caso nei miei confronti. Mi associo a tutte le richieste di investigazioni formulate dalle persone offese. Mi piacerebbe che la verità venisse fuori, sapevo già all’epoca che questa storia avrebbe potuto creare nocumento alla mia immagine di magistrato e questo non me lo potevo e non me lo posso permettere”.

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