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CLINICA S. ANNA: IN REGOLA O NO?

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Paura sulla sorte della Clinica S. Anna di Pomezia, in attesa del momento in cui la ASL si esprimerà sull’accreditamento della struttura, elemento indispensabile per il pagamento delle prestazioni fornite all’utenza. Da gennaio l’Azienda Sanitaria non eroga i pagamenti, costringendo la proprietà della Clinica ad anticipare di tasca propria gli stipendi ai dipendenti, che tra personale sanitario ed amministrativo sono circa 250. Ma adesso i fondi sono terminati, e la direzione non riesce a garantire la copertura degli stipendi già a partire da questo mese. La situazione ha quindi richiesto l’immediato intervento del sindaco, Enrico De Fusco, che già questa mattina ha cercato un contatto diretto con il direttore generale della Asl RmH Dott. Alessandro Cipolla per tentare di scongiurare il paventato rischio di chiusura della clinica, unica struttura sanitaria del territorio tra Pomezia e Ardea con un bacino d’utenza registra circa 300mila presenze. Il problema è complesso perché, se da una parte la ASL non riconosce l’accreditamento e di conseguenza il pagamento delle prestazioni da parte dell’azienda sanitaria locale, dall’altra, cioè dalla Regione Lazio, si registra la firma, nel 2009, dell’accreditamento stesso, avvenuto dopo che la struttura aveva ricevuto le nuove autorizzazioni richieste. Già nel luglio del 2008, infatti, erano sorti problemi dovuti alle autorizzazioni. Anche allora De Fusco aveva fatto da tramite tra Regione Lazio, Asl e proprietà della clinica, arrivando alla soluzione: la situazione rientrò e nel mese di agosto dello stesso anno arrivò dagli uffici della Regione la nuova autorizzazione all’esercizio per la casa di cura.\n\n“Mi auguro che la problematica attuale – ha detto questa mattina il sindaco Enrico De Fusco – sia solo legata a questioni burocratiche di facile soluzione. E’ necessario intervenire subito perché a rischio ci sono circa 250 posti di lavoro e circa 100 pazienti, ma non ultima anche la comunità cittadina che vedrebbe a rischio l’unico pronto soccorso e l’unico presidio ospedaliero della zona. Oggi mi auguro davvero che si possa trovare una soluzione concreta nel più breve tempo possibile”. Venerdì mattina il Sindaco incontrerà la dirigenza dell’azienda sanitaria. “Cercherò di capire dal direttore generale se e come possiamo muoverci per definire e chiudere questa questione che mette in pensiero noi come amministrazione e i cittadini”, ha concluso il Primo Cittadino.\n\nE d al problema della Clinica si è interessato subito anche uno degli otto candidati sindaco per le prossime amministrative, Luigi Celori, che ha coinvolto anche l’on. Domenico Gramazio e l’on. Tommasso Luzzi, ai quali ha richiesto un intervento “per sistemare in Regione tutte le richieste della clinica S. Anna di Pomezia”.\n\n“Nessuno – ha proseguito Celori – pensi di mortificare le professionalità di medici e paramedici presenti nell’unica struttura sanitaria convenzionata del nostro territorio. La risposta che questa clinica da anni dà al nostro territorio è encomiabile e va potenziata. E’ a ridosso della strada più pericolosa d’Italia, la Pontina, serve non solo i 100 mila abitanti di Pomezia e di Ardea ma regge all’impatto di tutti i turisti durante il periodo estivo. Ci siamo già attivati per dare tranquillità e serenità sia a chi opera nella struttura, sia ai nostri concittadini che la considerano giustamente un sicuro ed affidabile punto di riferimento”.\n\nSulla vicenda si esprime anche Fabio Vennettilli, dirigente medico cardiologo della Casa di Cura S. Anna, nonché candidato nella lista di Sinistra Ecologia Libertà.\n\n“Ancora una volta, la Casa di Cura S. Anna di Pomezia è terreno di scontro tra ASL e Regione Lazio riguardo il riconoscimento da parte della nostra ASL  dell’accreditamento della suddetta struttura sanitaria. Oltre ad esprimere la nostra solidarietà a tutti i lavoratori della Casa di Cura S. Anna, che in questo momento vedono seriamente a rischio lo stipendio, nonché il posto di lavoro, Sinistra Ecologia Libertà, nella persona del suo candidato a Sindaco Alba Rosa, si è già attivata nei giorni scorsi, non appena i vertici della Casa di Cura S. Anna hanno reso nota la grave situazione, presso gli organi competenti della Regione al fine di arrivare a chiarire quanto prima questa triste vicenda. Ad essere a rischio, infatti, ci sono circa 250 posti di lavoro oltre al futuro dell’assistenza sanitaria del distretto RM/H 4. E’ auspicabile, che tutte le forze politiche responsabili, si rendano disponibili nelle sedi opportune per addivenire ad una soluzione positiva della vicenda, evitando di trasformarla in pura speculazione elettorale. Il nostro territorio non ha bisogno di “Bus Sanitari” elettorali, ma di certezze quali  la Casa di Cura S. Anna rappresenta da circa 30 anni”.

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