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Concorso Scuola 2023, a giugno 35.000 assunzioni: il piano

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Giugno, chiusura scuole

Cresce l’attesa per il bando volto a regolamentare il concorso scuola 2023. Non sono tantissime le informazioni in merito ma, come annunciato dal ministro Valditara, sono previste 35mila assunzioni ed il concorso dovrebbe essere bandito prima dell’estate. Dunque, stando a tali ipotesi, si tratterebbe di settimane. Ora, una delle tante domande che emergono sul tema è la seguente: al concorso possono accedere anche i neolaureati? Interrogativo nel quale entra in gioco il possesso dei 24 Cfu che a seguito della riforma Bianchi aumenteranno a 60

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Il concorso scuola 2023 

Iniziamo subito col dire che generalmente, si viene considerati neolaureati nei 12 mesi successivi al conseguimento del titolo. Ora, è bene precisare che possono prendere parte al concorso scuola 2023 i neolaureati in possesso dei 24 Cfu conseguiti in discipline antropo-psico pedagogiche, in metodologie e tecnologie didattiche. Ancora, un neolaureato che intenda partecipare al concorso scuola deve aver conseguito i 24 Cfu entro il 21 ottobre 2022. Con la riforma Bianchi sul reclutamento degli insegnanti – che deve ancora trovare piena attuazione – prevede la possibilità dei docenti di accedere alle procedure concorsuali se in possesso di 60 Cfu. Mentre durante la fase transitoria, ovvero fino al 31 dicembre 2024, è possibile accedere ai concorsi se in possesso di 30 o 24 Cfu conseguiti, come detto, entro il 31 ottobre 2022. 

Le parole del ministro Valditara 

“Abbiamo discusso con la Commissione europea delle assunzioni: a partire da giugno ci saranno circa 35mila assunzioni con fondi Pnrr e abbiamo voluto aggiungere altre assunzioni, arriveremo a quasi 100mila assunzioni di cui quasi 20mila sul sostegno”, queste le parole del ministro Valditara che ha poi aggiunto: “E’ un piano importante, sono risorse a disposizione del ministero, questa è una prima risposta significativa sul tema della continuità didattica. Il tema è alzare gli stipendi di tutti i docenti. Ho posto il tema del Patto di stabilità: l’istruzione ne sia fuori e devono essere coinvolti anche i privati nel finanziamento della scuola”. 

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