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CONSORZIO PER L’UNIVERSITÀ, ARRIVATE LE LETTERE DI LICENZIAMENTO. DIPENDENTI FURIOSI CON IL SINDACO DI POMEZIA

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università pomezia

Sono stati formalizzati, attraverso le lettere arrivate ieri, i licenziamenti per 18 dei 21 lavoratori del Campus Selva dei Pini. La comunicazione ha suscitato le ire dei dipendenti coinvolti nel provvedimento, che puntano il dito contro il sindaco di Pomezia Fabio Fucci. “Il suo unico, vero progetto sul Campus Selva dei Pini finalmente prende forma – dichiarano attraverso una nota inviata alla stampa – Le lettere di licenziamento per  18 dei 21 dipendenti del Consorzio per l’Università di Pomezia sono state formalizzate ed inviate, e ora il male oscuro del Campus finalmente sarà debellato”. L’accusa verso il sindaco è quella di avere detto cose che non hanno poi trovato riscontro nella realtà. “E pensare che agli albori il vero problema per il Sig. Fucci era sbarazzarsi dell’Università “La Sapienza” e far riprendere al Comune la gestione delle strutture sportive: promessa, ovviamente, mai mantenuta, in quanto non solo la Facoltà d’Infermieristica continuerà la sua attività didattica con rosee prospettive future, ma i campi sportivi presenti nel perimetro del Campus resteranno saldamente in mano ai legittimi gestori. Insomma non è cambiato nulla rispetto al passato: i campi restano in mani private, La Sapienza resta. Allora, qual è il vero problema? Il sindaco dovrebbe avere il coraggio di esprimersi nel suo reale pensiero, dire che i 21 dipendenti sono la sua reale ossessione e in quanto tale vanno eliminati senza pietà. Non si nasconda dietro un dito, provi ad essere sincero. Eppure noi lo ricordiamo ad Aprile/Maggio del 2013, prima delle elezioni, quando venne su invito dei dipendenti a fare campagna elettorale al Campus assicurando che, in caso di vittoria, avrebbe tutelato i lavoratori i quali, a sua ammissione, non sarebbero stati mai licenziati. Oggi è palese l’ennesimo dietrofront: 18 dei 21 dipendenti si sono visti recapitare a casa una fredda e disumana lettera di cessazione di rapporto di lavoro frutto molto probabilmente di uno squallido copia e incolla che rispecchia la considerazione bassa nei confronti di chi ha sempre dimostrato la massima professionalità e dedizione al lavoro”. I lavoratori, pur sapendo che “il Comune non è un ufficio di collocamento”, sostengono che “un Sindaco dovrebbe tutelare i propri cittadini e non minare le loro poche certezze, distruggendo ogni possibilità di prospettiva futura. Senza parlare dell’aspetto umano che è stato totalmente tralasciato: nessuna parola di solidarietà o di impegno è stata profuso da un’Amministrazione che ha puntato esclusivamente sulla via formale agendo con atti protocollati e delibere, culminando l’opera con la lettera di licenziamento che suona ora come atto lapidario. La nostra speranza risiede nell’incontro fissato per il 10 Luglio 2014, dove sollecitato dalla Regione Lazio, il Comune di Pomezia si esprimerà sul futuro dei dipendenti. Ciò che auspichiamo è che il Primo Cittadino si metta una mano sulla coscienza e cerchi di trovare una soluzione prima della costituzione del tavolo istituzionale. L’unica cosa certa ad oggi è che il 30 Giugno 2014 sarà l’ultimo giorno di lavoro per 18 lavoratori e il primo giorno di calvario per 18 famiglie, perlopiù monoreddito e con figli a carico, che dovranno tirare la cinghia e sperare nel buon senso e nella volontà di un possibile ripensamento. Il nostro futuro è nelle sue mani!”.

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