Home » News » Cronaca » CONSULTORI SENZA BARRIERE, LA RICHIESTA DEL PRC

CONSULTORI SENZA BARRIERE, LA RICHIESTA DEL PRC

Pubblicato il

Consultori con barriere. Sembra un controsenso, ma è la realtà di Pomezia. A segnalarlo Anna Mirarchi, segretaria del circolo PRC-Federazione della sinistra, attraverso una lettera indirizzata al sindaco di Pomezia Enrico De Fusco, al Direttore Generale ASL RM H Cipolla, al Direttore Sanitario Cicogna, al Dirigente Area Procreazione Calvano ed alla Coordinatrice Consultori Valente.

“I luoghi di cura e non solo devono essere accessibili a tutti, ma non è così – ha scritto Anna Mirarchi nella missiva – Una mia amica sulla sedia a rotelle mi ha fatto notare che nel consultorio di Pomezia, quello che anche io frequento, lei non ci può andare il lettino non è adeguato. La mia cosiddetta “normalità” non mi aveva fatto vedere il limite. Ne ho parlato subito con gli operatori del servizio dove come sempre ho trovato grande attenzione, ma il risultato che con questa scarsezza di risorse non hanno potuto provvedere.  I tagli per il risanamento delle politiche liberiste sono stati indirizzati anche ai servizi alla persona,  tagliare sul welfare rende complicato gestire i servizi”. Ma il problema non è solo locale: “Ho fatto una ricerca – ha proseguito la segretaria del PRC – e sono pochi in tutta Italia i consultori che accolgono le donne con deficit motorio. A Roma, al Quadraro c’è un consultorio all’avanguardia: proprio per il servizio offerto – un lettino per la visita ginecologica in grado di abbassarsi e alzarsi, per consentire alla donna con handicap motorio di potervi salire e scendere, direttamente dalla sua carrozzina. Come donne chiediamo che il nostro consultorio abbia una sede adeguata, indipendente e accessibili a tutte, l’obiettivo è quello di “promuovere la salute della donna in tutte le fasi della vita, sia in termini di prevenzione che d’intervento mirati”.

L’auspicio è quello di avere una moltiplicazione di consultori accessibili: Ce ne dovrebbe essere uno per ogni Asl. Spero che questa peculiarità diventi buona prassi e che siano abbattute le barriere non solo architettoniche, ma anche quelle culturali, quelle che non ci fanno vedere i bisogni degli altri”.

Impostazioni privacy