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Degrado a Roma, parchetto sede di insediamenti abusivi e gioco d’azzardo: Municipio chiude l’area

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Degrado a Roma, parchetto diventa sede di insediamenti abusivi e gioco d’azzardo: Municipio chiude l’area. E’ la situazione che sta vivendo uno spazio pubblico nella zona dell’Aurelia, ovvero un’area all’interno dell’ex auditorium Albergotti. Quello che doveva essere uno spazio dedicato ai bambini del quartiere, in realtà si era trasformata in una favelas vissuta da volti “poco raccomandabili”, che all’interno di quel perimetro svolgevano qualsiasi tipo di illegalità.

Il parchetto chiuso dal Comune di Roma per il degrado

L’area sorge nella zona di Valle Aurelia, su via Francesco Albergotti e a pochi passi dal liceo Ennio Seneca e un asilo nido. Insomma, un posto pensato per i giovani, che però era stato sottratto loro da senza fissa dimora e soprattutto spacciatori. Come riportato da RomaToday, che parla della spinosa faccenda, si tratta di un gruppo di persone straniere, che gradualmente nel tempo si sono impadronite dello spazio, lasciandoci fuori cittadini e soprattutto la presenza dello Stato.

Una situazione completamente fuori dalla realtà, dove tali soggetti, tra una giostra e l’altra, avevano aperto le loro tende. Ma non è tutto. Nello stesso spazio, durante la giornata venivano aperti anche tavoli del gioco d’azzardo. Tutto davanti agli occhi della cittadinanza, con persone disperate che vi partecipavano per arrotondare qualche soldo per campare o addirittura comprarsi dosi di sostanze stupefacenti, ignari della truffa dietro questi giochi. 

In uno spazio dove ormai la Città era rimasta fuori, la situazione del XIII Municipio, ovvero l’area di competenza di questo parchetto, è stata drastica: la chiusura provvisoria con lucchetti e sigilli. L’unico modo per liberare quel parchetto e soprattutto levare una piazza al degrado e soprattutto al giro di droga. Dinamiche al momento accettate anche dai residenti, che però in quell’area sognerebbero un progetto sociale che includa il futuro dei loro figli e della loro stessa crescita.

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