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Dipendenti farmacie comunali di Pomezia, scendono in campo i sindacati

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Sulla questione dei lavoratori delle farmacie comunali di Pomezia, che rischiano di perdere il posto, sono intervenuti in maniera unitaria i sindacati attraverso una nota stampa a firma di Francesca Gentili, segretario generale Filcams Roma sud Pomezia Castelli, Giovanna Catizzone della Fisascat CISL Roma e Nunzio Nicotra della Uiltucs Uil Roma.
“È vergognoso – hanno scritto – È davvero impossibile giustificare la totale indifferenza dimostrata dall’atttuale sindaco di Pomezia sulle numerose richieste inoltrate dalla Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil, sulla necessità di confrontarsi sulle problematiche relative alle farmacie comunali sia in termini di qualità di servizi erogati alla comunità, che di gestione amministrativa ed organizzativa.
Nella mattinata di lunedì 8 giugno si è tenuto un presidio delle lavoratrici e dei lavoratori dipendenti della soc. Pomezia Servizi pa (socio unico il omune di Pomezia) del settore farmacie comunali sotto il palazzo comunale, per avere risposte trasparenti e compiute e per sensibilizzare ancora una volta questa
amministrazione comunale su quanto sia utile coinvolgere tutte le parti interessate nella ricerca di possibili soluzioni volte al miglioramento della gestione e all’individuazione di un piano di rilancio certo e condiviso”.
“La forte preoccupazione – proseguono i rappresentanti sindacali – nasce dalle ultime dichiarazioni rese in sede di incontro con il presidente del c.d.a. Dott. Ciarlini che, pur nella dichiarazione di voler attuare uno pseudo piano industriale, non ha omesso di dire che il vero salvataggio delle farmacie potrà avvenire unicamente percorrendo una strada: l’abbattimento dei costi attraverso una procedura di licenziamento di parte del personale dipendente. Troviamo preoccupante il fatto che il dott. Ciarlini, tecnico votato al salvataggio dell’azienda fortemente voluto da questa amministrazione, sino ad oggi di fatto non ha prodotto alcun documento ufficiale che possa essere riconosciuto come utile al risollevamento delle condizioni della partecipata (a suo dire in pessime condizioni) se non quello di licenziare il personale che per anni ha permesso alle farmacie di superare innumerevoli difficoltà con la propria professionalità, disponibilità e competenza”.
I sindacati specificano poi i motivi della protesta di ieri. “Vale la pena ricordare che i motivi dello stato di agitazione del personale interessato vanno ricercati nel mancato riconoscimento dell’una tantum derivante dal rinnovo del CCNL di settore del 2014, carenza del personale per la copertura delle turnazioni notturne e diurne – specialmente nel periodo estivo, impossibilità di smaltimento ferie e permessi arretrati a causa della carenza del personale che è appena sufficiente a garantire le aperture delle farmacie, incertezza sul futuro occupazionale degli addetti derivante dall’assoluta mancanza di informazioni sui futuri assetti societari della stessa. Più volte negli ultime mesi abbiamo prodotto un insieme di proposte e suggerimenti utili al miglioramento della redditività delle farmacie e soprattutto all’efficientamento del servizio ai cittadini. Non sono mai state prese in considerazione”.
“I dipendenti della Pomezia Servizi Spa – precisano i sindacalisti – non ci stanno a pagare lo scotto di una gestione che ha dimostrato di fatto la sua incapacità, e che anche al netto dell’incidenza dello stato di crisi generale del paese, ha contribuito come settore a consolidare e addirittura migliorare il risultato di gestione. Riteniamo indispensabile non disperdere il valore delle farmacie comunali in quanto patrimonio pubblico, e soprattutto perché riteniamo che privato non significhi certamente più efficienza e attenzione ai bisogni della collettività. Non si comprende perché la dirigenza della Pomezia Servizi parli quindi della necessità dell’abbattimento dei costi, tanto da arrivare al mancato pagamento degli istituti contrattuali ai lavoratori, fermo al 2014, quando in realtà non ci si creano poi eccessivi scrupoli quando si tratta di aumentare il proprio compenso (il presidente del Cda ha visto un aumento del proprio compenso lordo passando dai 27.000€ del 2014 ai 31.235,31 € del 2015)”.
Le tre sigle si rivolgono poi al Primo Cittadino. “Chiediamo nuovamente al sindaco Fucci, che dell’onestà,della trasparenza e della buona amministrazione ha fatto il proprio cavallo di battaglia, di intervenire immediatamente rispetto ai fatti sopra esposti e di convocare le rappresentanze dei lavoratori interessati per discutere nel merito e dichiarare una volta per tutte quali sono le sue reali intenzioni. Diversamente, il silenzio di questa amministrazione non potrà che essere interpretato come una totale condivisione delle iniziative della dirigenza della Pomezia Servizi Spa, nei confronti della quale le scriventi a giorni inoltreranno debita comunicazione sulle future iniziative di carattere sindacale e legale che intenderanno adire,senza escludere azioni di sciopero e nelle quali lo ricordiamo il committente nonché socio unico verrà ovviamente coinvolto”.

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