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False assunzioni di disabili del litorale per ottenere finanziamenti pubblici: arrestato per truffa aggravata ex dipendente Regione Lazio

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Truffa aggravata per il conseguimento di finanziamenti pubblici, falsità ideologica commessa da un pubblico ufficiale in atti pubblici e soppressione di atti, tutto aggravato dall’aver commesso i fatti con abuso di ufficio.

Sono questi i reati per i quali è stato arrestato C.B., un 65enne ex dipendente della Regione Lazio. Ad eseguire l’Ordinanza di arresti domiciliari, sono stati – al termine di una complessa indagine – gli agenti del Commissariato di Anzio Nettuno, diretti dal dott. Mauro Baroni.

L’indagine ha avuto inizio a seguito di una querela presentata nel maggio del 2012 dal papà di un ragazzo diversamente abile, che era venuto a conoscenza dell’assunzione fittizia di suo figlio da parte di una cooperativa sociale.

Gli iniziali accertamenti degli investigatori hanno permesso di accertare che anche la mamma di un altro ragazzo diversamente abile, si era trovata nella stessa situazione.

Le  successive indagini hanno permesso di accertare le false assunzioni di ben 8 ragazzi disabili, tutti residenti nei Comuni di Anzio e Nettuno, da parte di tre cooperative sociali,  risultate amministrate da tre donne: madre e figlia di Nettuno e una ragazza di Cisterna di Latina.

Le assunzioni, fatte all’insaputa dei diretti interessati e dei propri familiari, permettevano alle cooperative sociali, datrici di lavoro degli 8 disabili, di ottenere vari benefici, arrecando, così, un danno erariale all’ Inps; secondo la legge vigente, peraltro, l’assunzione dei portatori di handicap è obbligatoria soltanto quando la dotazione organica supera i 15 dipendenti, cosa non riscontrata nel caso specifico.

L’entrata in scena di C. B., dirigente preposto, proprio in funzione del proprio incarico, permetteva l’erogazione, non dovuta per mancanza di requisiti, di consistenti somme di denaro a compiacenti amministratori di fantasiose cooperative sociali “amiche”, create ad hoc per portare a termine la truffa.

Emblematica è risultata anche la concomitante attribuzione di consulente del lavoro alla medesima persona per  tutte e tre le cooperative ed anche, in due di loro, della stessa sede legale.

Perquisendo le sedi legali e quelle operative delle tre cooperative sociali ha consentito di rinvenire e sequestrare documentazione cartacea determinante per le indagini.

Le 3 sedi operative erano di fatto inesistenti; addirittura una delle tre cooperative aveva ottenuto dalla Regione due finanziamenti: il primo di 104.200,00 euro e il secondo di 170.000,00 euro, quest’ultimo non ancora elargito; in un altro caso è stata accertata la soppressione della documentazione originale, sostituita con altra alterata e falsificata, al fine di rendere la medesima formalmente corretta.

Evidenti alterazioni anche nella documentazione utilizzata per l’erogazione del finanziamento, accreditato su un c/c conducibile all’arrestato.

Su un altro c/c dove era stato versato parte del finanziamento – circa 62.000 euro – sono state nel tempo prelevate consistenti somme di denaro in contanti, con  pagamenti  presso i più svariati negozi di intimo, elettronica, abbigliamento, farmacie, supermercati, centri estetici e l’acquisto di un’autovettura, tanto da azzerare, in breve lasso di tempo, l’intera  provvista.

Analoghi  indizi sono stati raccolti anche  nei confronti di altre cinque persone, tra cui commercialisti, consulenti di lavoro, amministratori di cooperative ed altro, attualmente indagate.

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