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Il 3 Maggio si celebra la Giornata mondiale della libertà di stampa. L’Italia è al 58° posto

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Il Giornalismo non è un crimine

Il 3 Maggio di ogni anno si celebra la Giornata mondiale della libertà di stampa

Sul podio troviamo i Paesi scandinavi: ossia, Norvegia, Danimarca e Svezia.

A seguire altri Paesi europei. Sorprende trovare il Regno Unito, patria del giornalismo, alla 24′ posizione. 

Gli Stati Uniti si collocano addirittura alla 42esima posizione. L’ultimo posto se lo aggiudica la Corea del Nord. 

Report annuale del World Press Freedom Index

I dati che vi abbiamo appena indicato fanno riferimento al report annuale del 2022 del Wold Press Freedom Index, di Reporters Sans Frontières. (Indice | RSF).

E l’Italia che posizione ha occupato? Così come si può ben vedere nel grafico dell’Indice, il Bel Paese si è piazzato niente meno che alla 58esima posizione, retrocedendo, addirittura, di 17 punti rispetto al 2021. 

E i dati di questo 2023? Ancora non sono stati ufficialmente stilati, ma la prospettiva non è incoraggiante.

I Paesi presi in considerazione dal RSF per l’anno 2022 sono stati 180, di cui il 73% è caratterizzato da situazioni “molto gravi”, “difficili” o “problematiche” per la professione giornalistica, dovute all’aumento del “caos informativo” e della disinformazione. 

Disinformazione e caos informativo

 L’edizione 2022 del World Press Freedom Index mette in evidenza gli effetti disastrosi delle notizie e in particolar modo di uno spazio informativo online globalizzato e non regolamentato che incoraggia le fake news e la propaganda. “All’interno delle società democratiche – si legge nel report – crescono le divisioni dovute alla diffusione dei media d’opinione secondo il “modello Fox News” e alla diffusione di circuiti di disinformazione amplificati dal funzionamento dei social media. A livello internazionale, le democrazie sono indebolite dall’asimmetria tra società aperte e regimi dispotici che controllano i loro media e piattaforme online mentre conducono guerre di propaganda contro le democrazie. La polarizzazione su questi due livelli sta alimentando una maggiore tensione”. Questo è quanto si apprende sul sito ufficiale di RSF e da Sky Tg 24 dello scorso anno. (Giornata mondiale della libertà di stampa: i dati 2022 di RSF | Sky TG24). 

Abusi ai giornalisti di tutto il Mondo

Seguendo i dati in tempo reale di Reporters Sans Frontières, dal 1° Gennaio ad oggi, in tutto il Mondo, sono già stati uccisi: 6 giornalisti e 1 operatore dei media. Mentre, sono attualmente in carcere 548 giornalisti e 22 operatori dei media. 

Dalla classifica riportata da RFS nel 2022 emergono dati allarmanti in fatto di uccisioni, sequestri e rapimenti dei giornalisti provenienti da ogni parte del mondo. Qui vi proponiamo una tabella, seppur ristretta, di alcuni dei dati più preoccupanti sulla limitazione della libertà di stampa.

Secondo il Report, lo scorso anno sarebbero stati presi in ostaggio 13 giornalisti nello Yemen; mentre il numero scende a 1 solo ostaggio se ci spostiamo in Mali. Per poi risalire a 9 in Ucraina e 42 in Siria. Ma quello che preoccupa, di questi dati e di quelli che vi andremo ad elencare, è che quasi la metà, se non addirittura la totalità delle vittime è donna. Infatti, di quei 42 ostaggi, due sono donna, bassa qui come percentuale; per arrivare a più della metà in Ucraina, di cui 5 su 9 ostaggi erano donne.

Riguardo gli operatori della comunicazione uccisi, il primato lo detiene l’Ucraina, con 8 morti, di cui 2 sono di genere femminile. La situazione è meno grave ma non certo meno preoccupante in Honduras, Cile, Ciad e non solo, con 1 morto soltanto. Di cui, a volte, come nel caso dei Ciad, quell’unico morto è donna. 

In fatto di prigionieri, il numero più grande risiede in Bielorussa con ben 62 vittime, di cui 22 sono donne. Quasi uno su due. Rimangono ad 1 solo prigioniero, invece, nelle nazioni della Bolivia e Burundi, per esempio. Ed anche in questo caso, quell’unico prigioniero era una donna.

Infine, parlando di scomparsi, è il Messico a detenere il numero più alto: 26. Qui, solo 2 due sono donne. Si ferma a quota 1, invece, in Perù e in Russia, e anche qui sono solo donne. 

Come si è potuto notare, il Report non menziona, tra i morti e i prigionieri, giornalisti italiani. Certo, questo ci fa tirare un sospiro di sollievo, ma i dati appena riportati mostrano ancora un enorme divario tra Nord e Sud del Mondo, soprattutto riguardo il genere femminile.

Libertà di stampa: la rete ci protegge dagli attacchi o li facilita?

Le statistiche che vi abbiamo appena mostrato parlano di giornalisti, operatori dei media e fotoreporters che hanno operato sul campo, direttamente in territori che per loro si sono rivelati poi ostili. 

Quindi, sarebbe meno rischioso restare a casa e lavorare da dietro uno schermo, con l’ausilio prezioso di internet? Di sicuro, non saremmo colpiti da un proiettile, ma la rete, proprio in virtù del suo nome, sì protegge, ma avviluppa anche molto bene chi ci cade dentro. E il male che se ne riceve non è certo meno dannoso di un colpo d’arma da fuoco. Perché anche le parole sono “proiettili”, e una volta che hanno colpito la sensibilità altrui lasciano ferite che a volte non si rimarginano facilmente. E, ancora una volta, a pagarne il prezzo più alto sono le donne: le giornaliste!

Infatti, come si può leggere dall’articolo del 2021 riportato sempre da SkyTG24 (Libertà di stampa, il 73% delle giornaliste attaccate online | Sky TG24) i cyber attacchi ai danni delle giornaliste sono sempre più frequenti. 

Nel  2014, secondo i dati Unesco, il 23% aveva ricevuto messaggi intimidatori e insulti online, connessi al proprio lavoro. Nel dicembre 2020 questa percentuale era balzata al 73%.

Lo studio rivela tendenze allarmanti: le giornaliste sono minacciate di violenza fisica, stupro, rapimento e doxxing – la pubblicazione dei loro indirizzi sui social media. Alcuni sono pubblicamente accusate di usare il sesso per ottenere le loro storie.

In alcuni casi anche i partner e i figli delle giornaliste sono minacciati direttamente o indirettamente, tramite immagini photoshoppate. 

Sono passati due anni da quel report, e la situazione non è di certo migliorata. Perché internet ha continuato a produrre nuova intelligenza artificiale che è in grado di annullare quasi completamente quella linea sottile tra ciò che è vero e ciò che è falso. Questo, fino ad oggi, è stato possibile farlo con AI e con Chat GPT che è stata da poco reintrodotta in Italia. 

Come non farsi fagocitare dalla rete? Con un pizzico di buon senso e facendo capo sempre e solo alle fonti ufficiali, avendo cura e pazienza di verificare insieme più fonti contemporaneamente. 

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