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Il convivente extraUE senza permesso di soggiorno ha diritto all’iscrizione anagrafica

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Se il tuo problema è quello di non riuscire a vivere con la tua fidanzata extracomunitaria in Italia e di non essere ancora riuscito ad ottenere per lei il permesso di soggiorno per convivenza more uxorio, ti può essere utile questa notizia. Il Tribunale di Modena ha recentemente imposto al Comune di Formigine di iscrivere nei registri dell’anagrafe la convivente indonesiana di un cittadino italiano priva di permesso di soggiorno e il conseguente inserimento di quest’ultima nello stato di famiglia del compagno convivente. Contestualmente il giudice ha anche imposto l’annotazione del loro contratto di convivenza debitamente provato e sottoscritto di fronte ad un avvocato.

Già da un paio d’anni – dice l’avvocato Irene Damiani, dello studio legale Damiani&Damiani, avvocato esperta in diritto dell’immigrazione, stavamo lottando per il riconoscimento dei diritti tutelati dall’Unione Europea. In pratica – continua l’avvocato Anna Sagone di Torino, che ha collaborato alla stesura del ricorso, succedeva che la coppia di conviventi composta da cittadino italiano e convivente extraUE presentava domanda di iscrizione all’anagrafe del comune eletto a Residenza. 

I Comuni, però, considerano la richiesta irricevibile, innestando un circuito vizioso con le questure delegate al rilascio del permesso di soggiorno. Infatti, ai fini dell’iscrizione nei registri, l’Anagrafe ritiene necessario il previo rilascio del permesso di soggiorno ma, al contrario, per rilasciare il documento di ingresso la Questura richiede come presupposto la registrazione anagrafica della coppia di fatto.

Prima di dirti come ottenere il permesso di soggiorno more uxorio tra cittadino italiano e convivente extracomunitario v’è fare una premessa. Da diverso tempo la Pubblica Amministrazione ha irrigidito le norme per il rilascio dei diversi tipi di permesso di soggiorno, anche per il ricongiungimento familiare. Un atteggiamento scaturito da casi di truffe relative a matrimoni finti allo scopo di favorire l’immigrazione clandestina. Fatto sta che a farne le spese sono state sopratutto le coppie di fatto composte da cittadino italiano e convivente extraUE, specie per quei casi in cui il o la convivente doveva entrare in Italia da paese extraUE per poter stabilmente convivere con il o la compagna cittadino italiano.  

Ma il diritto dell’Unione Europea già dal 2004 ha stabilito che un cittadino di uno Stato membro ha diritto a potere convivere nel suo paese di origine, con la compagna con la quale ha condiviso una relazione in un paese al di fuori dei confini dell’Unione. Con la decisione del Tribunale di Modena, finalmente, la convivenza more uxorio tra un cittadino italiano e convivente extraUE, debitamente provata e sottoscritta con un contratto di convivenza, da diritto al permesso di soggiorno per il convivente extracomunitario. Si tratta di un diritto negato dalla pubblica amministrazione fino ai primi giorni di febbraio 2020, quando il tribunale ha emesso l’ordinanza e ha obbligato il Comune ad ottemperare al riconoscimento della residenza. 

Con la sentenza, il Tribunale di Modena ha deciso che il Comune deve provvedere all’iscrizione, anche perché è la Direttiva Europea 38/2004 che assicura l’ingresso e agevola il soggiorno al partner del cittadino dello Stato membro con cui decide di stabilire una relazione di convivenza stabile debitamente attestata. Con questa decisione si è aperta la concreta possibilità di regolarizzare tutte quelle situazioni di convivenza di fatto tra cittadino italiano e convivente extracomunitario, senza per questo avere timore di agevolare l’immigrazione clandestina. Infatti, la convivenza dev’essere provata e attestata con un contratto stipulato ai sensi della Legge e davanti un avvocato che se ne assume la responsabilità a garanzia della tutela dello Stato di Diritto, delle truffe e della sicurezza dei cittadini.

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