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INCENDIO DOLOSO ALLA SALA GIOCHI: ATTENTATO O “GOLIARDATA”?

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Attentato incendiario o goliardata di ragazzi annoiati? Poteva di certo avere conseguenze molto gravi l’atto compiuto questa notte da quattro giovani, che hanno dato fuoco alla serranda della sala giochi “Izi Player” di via Laurentina, a Rio Verde, proprio di fronte all’ufficio tecnico comunale. Ma il provvidenziale intervento di un ragazzo – Stefano Morini, proprietario della frutteria di fianco alla sala giochi – che rientrava dopo una serata trascorsa con la fidanzata, ha evitato il peggio. Intorno alle ore 01,30 quattro persone sono giunte nel piazzale del piccolo centro commerciale di Rio Verde a bordo di due auto, una Smart ed una Golf, entrambe scure e con evidenti segni di riconoscimento. Tre di loro sono scesi dalle auto ed hanno iniziato a parlottare, mentre il quarto, che guidava la Golf, si è allontanato presumibilmente per andare a parcheggiare dietro al bar del centro. Dopo pochi minuti uno dei giovani, che aveva una tanica in mano, ha attraversato la strada per recarsi al distributore di benzina che si trova proprio di fronte alla sala giochi, dove ha riempito di liquido infiammabile il bidoncino. Nel frattempo gli altri avevano recuperato dal vicino negozio di frutta una cassetta di legno.Tutti insieme, poi, si sono avvicinati alla serranda della sala giochi, dove hanno poggiato la cassetta della frutta e della carta, sulle quali hanno gettato la benzina, per poi incendiare il tutto. Il primo tentativo non riesce, quindi i quattro hanno riprovato incendiando altra carta posta proprio sotto la serranda dell’esercizio commerciale, che stavolta prende fuoco. Maldestramente, appena dopo il secondo tentativo, i quattro si sono fermati vicino alla serranda per essere certi che l’innesto funzioni, rischiando di essere coinvolti nell’esplosione insieme all’auto, parcheggiata pericolosamente vicina al luogo dell’incendio. Spaventati, i malviventi si sono dati alla fuga. Dalle immagini riprese dalle telecamere di sicurezza installate nel piazzale, che hanno consentito di ricostruire l’intera vicenda senza possibilità di errore, si vede che, mentre i quattro fuggono precipitosamente, uno di loro scappando si sfila il cappuccio, rendendosi abbastanza riconoscibile. L’incendio poteva avere conseguenze molto serie se appena un minuto dopo non fosse giunto sul posto il proprietario della frutteria, che vendendo l’incendio ha dato l’allarme ai vigili del fuoco ed ai carabinieri, che di lì a poco sono giunti prontamente sul posto. Dalle immagini delle telecamere puntate sul piazzale si vedono il giovane e la sua fidanzata scendere e prendere delle scope; il giovane sprezzante del pericolo si avvicina alla cassetta, dalla quale scaturiscono ormai fiamme alte, e l’allontana dalla serranda, evitando che l’incendio si propaghi all’interno della sala giochi ed impedendo che il fuoco lambisca il piano superiore, dove c’è l’appartamento del proprietario del manufatto. Un gesto di coraggio che certamente non sarà dimenticato, soprattutto dai titolari della sala giochi, che non è andata distrutta al suo interno solo grazie all’intervento del giovane Stefano Morini. Il piazzale teatro della vicenda è lo stesso nel quale qualche settimana fa il nucleo speciale dei carabinieri della locale  tenenza hanno arrestato un nomade che si era rifugiato in Ardea, ritenuto responsabile di tentato omicidio, e nel quale vennero incendiate altre cassette di frutta vuote, con le fiamme che si propagarono anche alle auto parcheggiate nel piazzale confinante. E fu proprio questo episodio ad indurre il proprietario della frutteria a installare le telecamere. Questa notte, fin dall’allarme prontamente dato da Stefano Morini, i carabinieri della Tenenza di Ardea, guidati dal del luogotenente Antonio Landi, hanno predisposto posti di blocco e fatto partire le indagini, facilitate proprio dalle immagini delle telecamere. I carabinieri stanno visionando anche le registrazioni di altre videocamere, di proprietà del bar del piazzale. Gli inquirenti adesso dovranno capire se si tratta di una semplice, anche se pesantissima, goliardata, un dispetto mirato o qualcosa di più grave ancora, come un “avvertimento” destinato ai proprietari della sala giochi. Ipotesi esclusa dal titolare, che afferma di non avere nemici e di non aver mai ricevuto richieste strane.

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