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INIZIO SCUOLE A POMEZIA TRA AUMENTI DELLE RETTE E MENSE A RISCHIO

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Le scuole sono iniziate da poche ore, ma già partono i problemi. Il primo riguarda una certezza – l’aumento delle tariffe dell’asilo nido per le fasce di reddito più basse –  il secondo una forte probabilità – il rischio che i bambini si ritrovino senza il servizio mensa – anche se già smentita dall’Amministrazione.

Partiamo con la certezza. L’11 settembre la Giunta comunale ha deliberato la “determinazione della retta e delle quote di contribuzione mensile a carico delle famiglie in ordine alla fruizione del servizio di asilo nido comunale per l’anno educativo 2012-2013”. In realtà, la Giunta ha deciso “di determinare la retta mensile a bambino per il Servizio di Asilo Nido presso la struttura comunale di Via Fratelli Bandiera dell’anno educativo 2012-2013 nella stessa misura dell’anno precedente, pari ad € 490,91”, solo che poi ha modificato le quote di contribuzione mensile a carico delle famiglie per la fruizione del servizio stesso, stabilendo che le fasce reddituali da €0 a€ 5.000,00 paghino un contributo del 10%, mentre lo scorso anno erano completamente esenti. Quasi 50,00 euro al mese che, se non sono nulla per chi guadagna uno stipendio di almeno 1.000,00 euro al mese, sono tantissimi per chi ha un reddito ISEE che non supera i 5 mila euro l’anno. Invariate le altre fasce, che contribuiscono con un minimo del 10% fino al massimo del 75% per i redditi fino a 20.000 euro. Ma qui l’altra anomalia: lo scorso anno la contribuzione ridotta era per i redditi fino a 18.000 euro l’anno, escludendo le fasce superiori, che si ritrovano adesso con uno sconto del 25%. Se si trattava di mancanza di fondi perché richiedere un contributo alle fasce più basse, se contemporaneamente si va ad effettuare uno “sconto” a chi ha un reddito compreso tra i 18 ed 20 mila euro?

E la mancanza di fondi c’è sicuramente, visto che ormai da più di una settimana gira la voce che l’Innova, società che gestisce il servizio mensa per le scuole di Pomezia, non voglia prestare la sua opera a causa del grosso credito vantato nei confronti del Comune: circa 6 milioni di euro, maturati in soli tre anni, dal 2009 ad oggi, che la società  reclama a gran voce, minacciando di non portare i pasti ai bambini del tempo pieno. E non per ritorsione, ma per mancanza effettiva di possibilità, visto che i mancati pagamenti dell’Amministrazione hanno prosciugato le casse dell’Innova, che si ritrova con serie difficoltà nel pagare gli stipendi ai propri dipendenti. “Non mi è arrivata alcuna informazione ufficiale in merito – ha dichiarato l’Assessore all’Istruzione Rosaria Del Buono – L’Innova, con cui ho parlato la scorsa settimana, mi ha anzi garantito di essere pronta a partire con il servizio già dal 18 settembre, così come è pronta l’Amministrazione comunale. Serve solo il via libera da parte delle scuole. Se poi la ditta ha in mente di non onorare il servizio lo facesse sapere, in modo che il Comune possa affidarlo alla società arrivata seconda nella graduatoria di gara. Se invece si tratta di un sciopero del personale, allora dovrà almeno essere garantito il pasto freddo. L’Amministrazione, grazie al Mensamat, ha versato già un milione di euro all’Innova in pochi mesi: stiamo facendo di tutto per onorare gli impegni presi per il rientro del debito, ma, come prevede la legge, le fatture vengono pagate in ordine cronologico. Per questo risultano scoperte quelle più recenti, ma se si vanno a guardare gli importi si capisce che quello che viene versato corrisponde alla spesa corrente”.

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