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LEGALITA’ AD ARDEA, IL MOVIMENTO 5 STELLE PRESENTA UN’INTERROGAZIONE PARLAMENTARE

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Il senatore Moscardelli con Abate

27 Senatori del Movimento 5 Stelle interrogano il Ministro degli Interni sulle vicende della legalità ad Ardea.

E’ stata presentata lo scorso 5 febbraio l’interrogazione con la quale la senatrice Paola Taverna e i suoi colleghi Senatori del Movimento 5 Stelle si son fatti carico di presentare al ministro Angelino Alfano l’allarmante situazione che da anni ormai preoccupa forze dell’ordine e cittadini del basso Lazio. I Senatori si riferiscono in particolare agli ultimi allarmanti atti intimidatori verificatisi ad Ardea che hanno interessato esponenti della politica locale, giornalisti, ex rappresentanti delle forze dell’ordine.

Il prossimo 20 febbraio si terrà, giusto ad Ardea, un Consiglio comunale straordinario sul tema.

Sono nate aspre polemiche in merito alla convocazione in quanto il Consiglio straordinario era stato richiesto dai cittadini attraverso la rete delle associazioni che avevano organizzato nel mese di novembre una fiaccolata al fine di manifestare l’improcrastinabile bisogno di legalità sul territorio; la richiesta è caduta inascoltata ed è solo grazie ai consiglieri di minoranza che l’hanno fatta propria, ripresentandola nuovamente, che, a “norma di regolamento” il presidente non ha potuto ignorare. Le polemiche non si sono però placate;  in primis per il ritardo di oltre due settimane rispetto alla prevista scadenza dei termini con cui è stato convocato il Consiglio; in aggiunta, a far infuriare ancora di più i cittadini,  è stato l’ordine del giorno presentato: “sicurezza sociale e di ordine pubblico”, dove tutto viene ridotto alla mera ricerca di soluzioni atte a contrastare la criminalità nel territorio.

Pare che di “legalità” ad Ardea non si voglia parlare, soprattutto con i cittadini. Gli Amici di Grillo Ardea per questo motivo si sono rivolti ai loro eletti e tramite i portavoce del  Movimento 5 Stelle, direttamente al ministro degli interni perché si abbia finalmente il coraggio di andare a fondo con le oscure e annose questioni che affliggono l’economia locale ed impediscono il rilancio dell’occupazione.

L’interrogazione dei senatori penta-stellati si conclude con il suggerimento al Ministro dell’Interno, dell’invio di una nuova commissione di accesso, così come avvenne nel non lontano 2006 e a seguito della quale numerose irregolarità, specie in campo edilizio, emersero evidenti e preoccupanti.

Di seguito riportiamo integralmente il testo dell’interrogazione a prima firma Paola Taverna ed il link al documento presentato in Senato (Dal blog Amici di Grillo Ardea).

http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/showText?tipodoc=Sindisp&leg=17&id=745341

Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-01627

Atto n. 4-01627

Pubblicato il 5 febbraio 2014, nella seduta n. 184

TAVERNA , CASTALDI , DONNO , VACCIANO , AIROLA , ENDRIZZI , SERRA , FUCKSIA , FATTORI , MORONESE , SIMEONI , CAPPELLETTI , GIARRUSSO , GIROTTO , BATTISTA , PAGLINI , CAMPANELLA , BUCCARELLA , PUGLIA , MOLINARI , LEZZI , CATALFO , MANGILI , BERTOROTTA , BLUNDO , COTTI , LUCIDI – Al Ministro dell’interno. –

Premesso che:

la situazione nel litorale laziale, romano e pontino, risulta essere teatro da diversi anni di una fortissima infiltrazione da parte della criminalità organizzata, testimoniata da diversi omicidi rimasti per lo più irrisolti, legati spesso a vicende connesse allo smaltimento illegale di rifiuti tossici, al ciclo del cemento, al riciclaggio del denaro sporco, all’usura e al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, così come risulta dalla costante opera di denuncia da parte delle forze di polizia;

a titolo esemplificativo, si rammenta che il 22 settembre 2005 è stata eseguita dalle DDA (Direzione distrettuale antimafia) di Roma e Catanzaro l’operazione “Appia-Mithos” contro una filiale del clan Gallace a Nettuno (Roma) per infiltrazioni mafiose nell’edilizia e nell’urbanistica: i successivi sviluppi dell’operazione hanno portato all’apertura di alcuni processi attualmente pendenti dinnanzi al Tribunale di Velletri e, soprattutto, allo scioglimento, il 28 novembre dello stesso anno, del Consiglio comunale di Nettuno per la sussistenza di forme di ingerenza della criminalità organizzata;

il 16 novembre 2012, il Tribunale di Latina ha emesso la sentenza relativa al cosiddetto procedimento “Sfinge”, nato da un approfondimento della DDA di Roma su un agguato a colpi di kalashnikov compiuto sulla via Appia nel 2008 dal quale si è scoperta la presenza di una vera e propria associazione mafiosa, alleata dei Casalesi, dedita a truffe, estorsioni, minacce, lesioni, tentati omicidi, incendi e spaccio di droga, con ampia disponibilità di armi, la quale si prefiggeva l’obiettivo di controllare svariate attività economiche e traffici criminali nelle città di Latina, Aprilia e Nettuno: i giudici hanno emesso condanne per un totale di 70 anni di reclusione, e tra i condannati più noti alle cronache giudiziarie risultano esserci Maria Rosaria Schiavone, figlia del pentito Carmine e ritenuta al vertice della presunta organizzazione (18 anni di reclusione), stessa condanna per il marito, Pasquale Noviello, mentre il suocero, Mario Noviello, è stato condannato a 5 anni, inoltre è stato disposto il sequestro di diversi beni degli imputati, tra cui la villa di Nettuno appartenente a Noviello;

il 14 giugno 2013 la Polizia e la Guardia di finanza hanno eseguito 23 arresti, dei quali 3 di dipendenti di Alitalia e di uno di Aeroporti di Roma, smantellando un’organizzazione criminale, operante presso l’aeroporto di Fiumicino, finalizzata all’importazione e allo smercio di tonnellate di stupefacenti alla criminalità organizzata presente nel territorio di Roma e provincia, soprattutto ai componenti del clan Romagnoli (affiliato sempre alla ‘ndrina dei Gallace) il quale, dalle indagini della DIA (Direzione investigativa antimafia), risulterebbe essere padrone dello spaccio di droga nelle zone periferiche di Casilino-Torre Maura, San Basilio, Prenestino, Magliana-Portuense, Acilia e Velletri, con significative ramificazioni e basi logistiche sempre sul litorale romano, interessando anche il territorio del Comune di Ardea (Roma);

considerato che:

ad Ardea si registrano, ormai da anni, numerosissimi episodi di illegalità, che vanno dalla criminalità organizzata alla prostituzione, alla realizzazione di opere abusive, allo svolgimento di attività commerciali sprovviste dei requisiti previsti dalla legge, le quali rappresentano delle pesanti minacce per l’ordine pubblico, la sicurezza e l’incolumità dei cittadini: come sottolineato anche dalle relazioni delle Commissioni parlamentari antimafia delle ultime Legislature (in particolare quelle redatte dalla XI fino alla XIV Legislatura), tra la fine degli anni ’90 e il 2000 diverse indagini della Procura distrettuale antimafia hanno individuato pericolose organizzazioni di narcotrafficanti le quali comprenderebbero anche esponenti della ‘ndrangheta ivi residenti;

preoccupato dall’aumento di episodi di criminalità, nel 2006 l’allora Prefetto di Roma, Achille Serra, istituì una commissione di accesso in seno al Comune di Ardea, la quale chiuse la propria inchiesta senza aver accertato prove dirette e inconfutabili di condizionamento dell’ente locale da parte di associazioni criminali di stampo mafioso, evidenziando però nelle sue conclusioni “una grande vulnerabilità dell’amministrazione locale nei settori di maggiore rilievo e la presenza sul territorio di soggetti contigui alla criminalità organizzata”;

numerosi sono stati, inoltre, i delitti contro la persona verificatisi nel territorio ardeatino negli ultimi anni e riconducibili, con ogni probabilità, alla criminalità organizzata di stampo mafioso: spiccano fra gli altri l’omicidio del pregiudicato Michele Di Grazia avvenuto il 17 giugno 2007, con precedenti per furto, ricettazione ed estorsione, trasferitosi nei giorni precedenti in un’abitazione nel quartiere Nuova California, in località Tor San Lorenzo, così come l’agguato al pregiudicato Alessandro Torni, carpentiere con diversi precedenti penali per rapina, droga, ricettazione, armi, ai tempi indagato per l’omicidio di Mario Guzzon, delitto avvenuto a Marina di Tor San Lorenzo il 4 gennaio 2008;

la notte tra il 29 e il 30 maggio 2011 sono stati assassinati nel corso di un agguato verificatosi in località Cecchina di Albano (confinante con il territorio di Ardea), l’italiano Fabio Giorgi di 34 anni residente in Ardea e il marocchino Rabii Baridi di 41 anni residente in Roma, entrambi spacciatori di sostanze stupefacenti: le successive indagini della Procura distrettuale antimafia di Roma hanno condotto agli arresti degli autori dell’attentato, nello specifico alcuni personaggi che risulterebbero affiliati al clan Santapaola, da anni attivi nei territori di Ardea e Pomezia;

il 7 luglio 2011 sono stati sequestrati, su richiesta della Procura distrettuale antimafia di Roma, beni per circa 20 milioni di euro intestati a personaggi legati alla potente ‘ndrina dei Gallico di Palmi (Reggio Calabria), tutti residenti da anni nel Lazio e attivi in particolare su Roma e Ardea, nonché su Formello e Fiumicino;

il 31 agosto 2011, nell’ambito di una vasta operazione condotta dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, sono stati sottoposti a sequestro numerosi beni, tra i quali la casa di riposo per anziani “Florida 78” sita proprio nel quartiere Nuova Florida del Comune di Ardea, insieme a diversi appartamenti e terreni, nonché conti correnti aperti presso istituti di credito presenti nel medesimo comune, patrimonio appartenente al dottor Marcello Fondacaro, e ad alcuni suoi familiari, da anni residente nel comune ardeatino, il quale risulta essere già condannato in primo grado per associazione a delinquere di stampo mafioso in quanto figura di collegamento con la ‘ndrina calabrese dei Molè di Gioia Tauro (Reggio Calabria);

 

considerato inoltre che:

nel corso degli anni nel territorio di Ardea si sono verificati numerosi incendi dolosi, in particolare è stato dato alle fiamme un noto ristorante del lungomare, una rivendita di materiali edili, sale giochi, auto di giornalisti “scomodi”, ma il caso senz’altro più eclatante è avvenuto la notte del 6 ottobre 2012, con il rogo appiccato all’ufficio tecnico comunale di via Laurentina, a causa del quale hanno subito rilevantissimi danni l’ufficio demanio marittimo, gli uffici dell’uso civico, l’ufficio abusivismo edilizio, sezioni demolizioni coatte, e l’ufficio cimiteriale. Colpisce, a parere degli interroganti, la tempistica di questo reato, in quanto secondo diversi articoli apparsi sulla stampa locale proprio alcuni di questi uffici nello stesso periodo sarebbero stati oggetto da una parte di missive anonime di minaccia, dall’altra di accertamenti della Guardia di finanza e di indagini della Procura di Velletri;

negli ultimi mesi si è assistito ad una vera e propria escalation di atti di intimidazione nei confronti di politici e giornalisti locali: dalle minacce anonime con proiettili recapitati durante le scorse consiliature si è arrivati a incendi dolosi delle loro autovetture sempre più frequenti, episodi gravissimi sui quali attualmente stanno indagando gli inquirenti;

il 10 luglio 2013, poco dopo la mezzanotte, ignoti hanno appiccato il fuoco all’automobile di Luigi Centore, geometra e giornalista pubblicista che scrive sul blog “Il Faro on line” e collabora con “Il Corriere della Città”, il quale nel 2005 aveva già subito un attentato analogo. Secondo quanto riferito da numerosi organi di stampa, nelle settimane precedenti si erano verificati episodi analoghi ai danni delle autovetture del sindaco di Ardea, Luca di Fiori, e del consigliere Franco Marcucci;

nella notte tra lunedì 15 e martedì 16 luglio 2013 la famiglia del giornalista Luigi Centore è stata vittima di un attentato incendiario, essendo state date alle fiamme le vetture del fratello e del nipote parcheggiate davanti alla loro abitazione;

il 2 ottobre 2013 sempre ad Ardea è stata data alle fiamme l’automobile del blogger ed ex comandante della stazione dei Carabinieri di Ardea-Tor San Lorenzo Walter Giustini, parcheggiata di fronte alla sua casa: il militare (veterano della squadra antimafia di Palermo nel periodo delle stragi), in pensione dal 2004 per motivi di salute, cura un blog in cui segnala i problemi del territorio ardeatino;

nella notte tra il 9 e il 10 ottobre 2013 è stato dato fuoco anche all’autovettura del presidente del Consiglio del Comune ardeatino, Massimiliano Giordani, nel viale interno alla sua abitazione, in località Banditella alta;

in una recente dichiarazione, l’associazione “Coordinamento antimafia Anzio-Nettuno” ha ribadito che “da anni si registrano attentati ed intimidazioni ai danni di attività commerciali ed imprenditoriali, nonché nei confronti di esponenti politici”, “fatti che rappresentano dei veri e propri reati spia dell’attività delle organizzazioni mafiose che nei nostri territori sono presenti da anni”, “tutti segnali di un pesante clima d’intimidazione”, spiega l’associazione antimafia, “nel territorio di Ardea come attestano numerose inchieste operano consorterie criminali riferibili a cosa nostra catanese e alla ‘ndrangheta (…) confidiamo in una risposta forte da parte di tutte le istituzioni, in primis dalla prefettura di Roma, così come ci auguriamo che la procura distrettuale antimafia avvii un’inchiesta su quanto sta accadendo ad Ardea (…) appena saranno costituite la Commissione parlamentare Antimafia e la Commissione parlamentare d’inchiesta del Senato sulle intimidazioni agli amministratori locali, chiederemo a tali organi di avviare un’inchiesta sul litorale”;

la sequenza ravvicinata di gravissime intimidazioni ai danni della stampa e di alcuni esponenti politici locali ha creato un clima di forte insicurezza e di paura per la popolazione di Ardea, palesando un pesantissimo tentativo di interferire sull’attività delle amministrazioni locali stesse. Per tale motivo numerose associazioni, comitati di quartiere e cittadini del Comune ardeatino hanno manifestato in favore della legalità con una grande fiaccolata il 15 novembre 2013;

la serie di attacchi incendiari non si è purtroppo interrotta, poiché nella notte tra l’11 e il 12 gennaio 2014 è stato appiccato nuovamente il fuoco all’automobile del consigliere Franco Marcucci, posteggiata presso la sua abitazione sul lungomare degli Ardeatini: secondo quanto riportato da un articolo apparso sull’edizione on line del “Corriere della Sera” nell’edizione di Roma e provincia del 21 gennaio 2014, a firma della giornalista Valeria Costantini, nel corso degli ultimi mesi l’insieme delle intimidazioni avvenute a politici e stampa locali annovererebbe “due auto incendiate al sindaco Luigi Di Fiori, due al Presidente del Consiglio dei ministri Massimiliano Giordani, tre attentati col fuoco al consigliere Franco Marcucci, ben quattro macchine distrutte per il giornalista locale Luigi Centore e familiari, una anche per l’ex comandante della stazione dei Carabinieri Walter Giustini, minacce per il consigliere Abate, proiettili per il collega Luca Fanco”,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti esposti;

quali iniziative intenda intraprendere, nell’ambito delle proprie competenze, affinché si giunga all’identificazione dei responsabili degli atti intimidatori avvenuti ad Ardea ai danni di politici e giornalisti locali, e più in generale al fine di contrastare il fenomeno delle infiltrazioni della criminalità organizzata nei Comuni del litorale romano e pontino;

se non ritenga opportuno, a fronte della comprovata e significativa presenza di organizzazioni criminali nel medesimo territorio, prendere provvedimenti finalizzati a potenziare gli organici e i mezzi a disposizione della pubblica sicurezza, i quali attualmente continuano a dipendere esclusivamente dai commissariati di Anzio-Nettuno e di Ostia, nonostante la popolazione dei comuni di Pomezia e Ardea sia enormemente cresciuta negli ultimi anni, risultando attualmente superiore rispettivamente alle 57.000 unità e 44.000 unità, con l’obiettivo di un più capillare controllo del territorio e di una maggiore sicurezza per la cittadinanza;

se non ritenga altresì opportuno e urgente disporre l’invio di una nuova commissione d’accesso presso il Comune di Ardea al fine di verificare, ai sensi della normativa vigente, la possibile presenza di condizionamenti sulla politica locale da parte di esponenti della criminalità organizzata.

 

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