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Mafia Capitale ‘Mondo di mezzo’, confiscati beni per un valore di 27 milioni di euro a Salvatore Buzzi e Massimo Carminati

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Militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma hanno eseguito la confisca definitiva di beni riconducibili, direttamente o indirettamente, a CARMINATI Massimo (classe 1958), BRUGIA Riccardo (classe 1961), LACOPO Roberto (classe 1965), BUZZI Salvatore (classe 1955), GAGLIANONE Agostino (classe 1958), GAUDENZI Fabio (classe 1972), GUARNERA Cristiano (classe 1973) e DE CARLO Giovanni (classe 1975), tutti tratti in arresto, nel dicembre 2014, da personale del R.O.S. Carabinieri di Roma nell’ambito dell’operazione “Mondo di mezzo”.

Le indagini e la confisca dei beni 

La confisca rappresenta l’epilogo delle indagini patrimoniali svolte nei confronti degli indagati e dei loro “prestanome”, delegate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma al Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria ai sensi del “Codice antimafia” (D.Lgs. 159/2011), in una cornice di coordinamento investigativo con l’Arma dei Carabinieri.

Gli specialisti del G.I.C.O. hanno ricostruito il “curriculum criminale” dei proposti, accertando la sussistenza dei requisiti di “pericolosità sociale” e della rilevante sproporzione tra i redditi dichiarati e i patrimoni accumulati nel tempo, necessari affinché il Tribunale capitolino emettesse vari decreti di sequestro, su richiesta della Procura della Repubblica, eseguiti a partire dalla fine del 2014.

Parallelamente all’iter giudiziario per i reati contestati agli indagati, sono stati celebrati i vari gradi di giudizio dell’autonomo procedimento per la misura di prevenzione, che si è concluso con la pronuncia della Corte di Cassazione del 22 ottobre u.s., che ha dichiarato inammissibili i ricorsi proposti dalle parti, rendendo così definitiva la confisca di:

  • 4 società operanti nei settori immobiliare e del commercio di prodotti petroliferi;
  • 13 unità immobiliari e un terreno siti a Roma e in provincia;
  • 13 automezzi;
  • 69 opere d’arte di importanti esponenti della scena artistica della seconda metà del XX secolo (Pop Art, Nouveau Réalisme, Futurismo e Surrealismo);
  • numerosi rapporti finanziari;
  • per un valore di stima pari a circa 27 milioni di euro.

Massimo Carminati e Salvatore Buzzi, la confisca definitiva dei beni

A Massimo CARMINATI, condannato per associazione per delinquere, traffico di influenze illecite e corruzione in relazione alle vicende di cui all’operazione in argomento e noto per i suoi trascorsi nella formazione di estrema destra Nuclei Armati Rivoluzionari (N.A.R.), nonché per il “rapporto stabile e funzionale” con la “Banda della Magliana” e il furto al caveau della Banca di Roma presso la Città Giudiziaria di Roma, commesso tra il 16 e il 17 luglio 1999, sono state confiscate, tra l’altro, la villa di Sacrofano e opere d’arte per un valore stimato di oltre 10 milioni di euro. Un’altra villa, nella stessa località, è stata affidata in comodato d’uso gratuito, per vent’anni, all’A.S.L. Roma 4 per la realizzazione di una importante struttura sociosanitaria per aiutare le famiglie di pazienti con autismo.

Nei confronti di Salvatore BUZZI, imprenditore a capo dell’ampia rete di cooperative coinvolte nell’inchiesta e anch’egli condannato per associazione per delinquere, traffico di influenze illecite e corruzione, la misura patrimoniale ha ad oggetto due immobili a Roma nonché le quote e il patrimonio di due società, per un valore stimato di oltre 2,6 milioni di euro.

Indipendentemente dall’esito del giudizio penale, la confisca di beni è stata disposta anche a carico del “braccio destro” di CARMINATI, Riccardo BRUGIA, e dell’altro sodale Fabio GAUDENZI, nonché degli imprenditori Roberto LACOPO – con riferimento, tra l’altro, alla società che gestiva il distributore di carburante sito in Corso Francia a Roma – Agostino GAGLIONE, Cristiano GUARNERA e Giovanni DE CARLO.

L’operazione testimonia il costante impegno dell’Autorità Giudiziaria e della Guardia di Finanza di Roma nell’aggressione ai patrimoni illecitamente accumulati dalla criminalità, allo scopo di restituirli alla collettività.

 

 

 

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