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‘Ndrangheta ad Anzio e Nettuno: sequestrati beni per oltre 800 mila euro agli affiliati al clan Gallace

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I Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma stanno sottoponendo a sequestro un patrimonio mobiliare e immobiliare, del valore stimato di oltre 800 mila euro, nei confronti di soggetti appartenenti ovvero contigui al clan “Gallace”, consorteria di ‘ndrangheta operante nei comuni di Anzio e Nettuno, riconducibile al “locale” di Guardavalle (CZ).
I provvedimenti, disposti dal Tribunale di Roma – Sezione Misure di Prevenzione, eseguiti dagli specialisti del G.I.C.O. (Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata) del Nucleo di Polizia Tributaria di Roma, giungono al termine di complesse indagini di polizia economico-finanziaria, avviate nel febbraio 2014 su delega della locale D.D.A., e sviluppate nei confronti di Angelo Gallace, classe 1966; Liberato Tedesco, cl. 1942; Vincenzo Bruno Tedesco, cl. 1971; Romano Malagisi, cl. 1961; Bruno Gallace, cl. 1942, oltre che di
Giuseppe Antonio Gallace, cl. 1969; Antonio Gallace, cl. 1963; Marco Pacini, cl. 1965; Francesco Taverniti, cl. 1974; Agazio Gallace, cl. 1954; Paolo Riitano, cl. 1976.
Questi ultimi sei, che risultano essere gravati da numerosi e significativi precedenti di polizia, sono stati recentemente condannati, in primo grado, con sentenza emessa dal Tribunale di Velletri, per plurimi reati che vanno dall’associazione di stampo mafioso, all’omicidio, al traffico internazionale di sostanze stupefacenti ed alla violazione della legge sulle armi.
In linea con le specifiche direttive impartite dalla Procura di Roma, le fiamme gialle del G.I.C.O. hanno sviluppato complessi accertamenti patrimoniali sul conto di numerose persone fisiche e giuridiche, allo scopo di aggredire i patrimoni illecitamente accumulati.
È così emerso come i destinatari dei sequestri – grazie alle attività criminali svolte – siano riusciti ad accumulare un cospicuo patrimonio mobiliare ed immobiliare, del tutto incongruente con le rispettive capacità contributive.
Tali sproporzioni, unite alle qualificate pericolosità sociali, hanno permesso di richiedere – ai sensi del dettato normativo del “Codice Antimafia” D.Lgs 159/2011 – per tutti gli 11 soggetti investigati, l’applicazione della sorveglianza speciale di Pubblica Sicurezza e, per 5 di loro, il sequestro finalizzato alla confisca dell’intero patrimonio, ai medesimi direttamente o indirettamente riconducibile.
I risultati delle complesse investigazioni sono stati trasmessi al Tribunale di Roma – Sezione Misure di Prevenzione che, condividendo l’impianto accusatorio prospettato dalla Procura di Roma, ha disposto il sequestro di una ditta individuale, del capitale sociale, quote societarie e intero patrimonio aziendale di un’altra società, 10 unità immobiliari (tra fabbricati e terreni), 6 auto e motoveicoli e rapporti bancari/postali/assicurativi/azioni per un valore complessivo di stima pari ad oltre 800 mila euro.
Il Tribunale di Roma ha disposto anche la notifica dei decreti di fissazione di udienza, per la discussione in ordine all’applicazione della misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale di P.S. nei confronti degli altri 6 proposti.
L’operazione di oggi costituisce un’ulteriore prova della costante ed efficace opera di aggressione, effettuata dalla Guardia di Finanza, riguardo ai patrimoni illecitamente accumulati da esponenti della criminalità organizzata, nel caso di specie, stabilmente stanziati in importanti comuni del litorale laziale, quali Anzio e Nettuno.

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