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Nel bagno del sindaco manca il sapone: lettera di contestazione a due lavoratrici della Pomezia Servizi

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Nel bagno del sindaco di Pomezia manca il sapone e questo può costare caro a due lavoratrici della Pomezia Servizi. Secondo quanto riportato oggi dal Messaggero, il 20 marzo Fabio Fucci avrebbe lasciato nella toilette situata di fianco al suo ufficio in Comune un post it, e quindi una comunicazione del tutto informale, segnalando che erano finiti i prodotti per l’igiene personale. Altrettanto informalmente, sempre usando un post it, due dipendenti della Pomezia Servizi, addette alle pulizie del bagno, hanno risposto che l’azienda non aveva messo a loro disposizione il sapone. Ma la risposta non è piaciuta al Primo Cittadino, che l’avrebbe interpretata come una mancanza di rispetto nei suoi confronti, tanto da richiedere l’intervento del presidente della Pomezia Servizi, Luca Ciarlini, il quale ha immediatamente inviato alle due lavoratrici una lettera di contestazione nella quale si giudica come maleducato il loro comportamento, invitandole ad una giustificazione entro 5 giorni. Immediata la reazione di sdegno dei sindacati e del PD.
“Condanniamo con assoluto sdegno quanto accaduto all’interno del Palazzo Comunale nei confronti di due lavoratrici della municipalizzata del Comune di Pomezia, addette alla pulizia, e ci attiveremo con tutti i mezzi perché vengano rispettati i propri diritti di cittadine e lavoratrici – ha dichiarato Stefano Mengozzi, segretario comunale del partito democratico – Il Sindaco della città di Pomezia, Fabio Fucci, crede forse di poter trattare i lavoratori della municipalizzata come fossero le sue personali cameriere, permettendosi il lusso di impartire ordini e direttive e, non contento, di suggerire al Presidente della municipalizzata di avviare un’azione di contestazione”.
“Questo atteggiamento – prosegue Mengozzi – anche alla luce di altri episodi denunciati che hanno visto il Sindaco confondere il Palazzo Comunale con casa sua, denota ancora una volta questa pericolosa tendenza a sentirsi più un monarca che un’istituzione democraticamente eletta. Non capiamo l’assurdità di tale atteggiamento. Non comprendiamo le finalità di cotanta arroganza. Non giustifichiamo in alcun modo e nella maniera più assoluta questo tentativo di intimorire delle lavoratrici che non hanno fatto nulla di diverso che comunicare in maniera educata, con lo stesso strumento utilizzato dal Sindaco (un semplice post it), la loro impossibilità di osservare le richieste di quello che loro credevano un portavoce, ma che, ancora una volta, si rileva un arrogante despota. Ci chiediamo quale potrà mai essere l’oggetto di questo richiamo? Aver osato dire al Sindaco che l’azienda non forniva sapone per le mani? Aver osato dire la verità?!”.
Mengozzi conclude poi rivolgendosi direttamente a Fucci. “Caro Monarca, se a casa sua non comprasse il sapone, nessun post it e lettere di richiamo le risolverebbero il problema: dovrebbe semplicemente andare al supermercato a comprarlo! Ed allo stesso modo avrebbe potuto (e dovuto) comunicare al presidente della Pomezia Servizi di rimediare a questo inconveniente, chiedendogli letteralmente di comprare il sapone! Invece lei ha avuto questa geniale idea di far richiamare quelle lavoratrici (che sarebbero state ben liete di accontentarla) e che oggi si vedono umiliate per la sua becera superbia. Ci chiediamo, inoltre, cosa abbia spinto il presidente della municipalizzata, il dott. Ciarlini, a procedere immediatamente con una lettera di contestazione alle lavoratrici. Si presume che il Presidente debba, al contrario, difendere innanzitutto le lavoratrici dell’azienda da egli stesso presieduta. Se, come crediamo, è stato invece costretto a compiere quest’atto su pressione del Sindaco e senza prima accertarsi di quanto accaduto (credendo che le parole del Sindaco equivalgano ad una sorta di Verbo Sacro), ci sentiamo in dovere di invitare il presidente Ciarlini ad un atto di coraggio (oltre che ad un atto DOVUTO per chi ricopre ruoli di direzione), assicurandosi di garantire il diritto di queste lavoratrici di poter essere considerate alla stregua del Sindaco! Caro Sindaco, se crede di poter svolgere in questo modo le funzioni per le quali è stato eletto, abdichi all’istante. Scoprirà che tornando a casa troverà un bel sapone con il quale lavarsi non solo le mani, ma anche la coscienza (ovviamente se l’avrà comprato, il sapone)”.

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