Home » News » Cronaca » Nuova Lavinium, riscatto aree PEEP: l’associazione “Mens Libera” contesta gli importi richiesti dal Comune di Pomezia

Nuova Lavinium, riscatto aree PEEP: l’associazione “Mens Libera” contesta gli importi richiesti dal Comune di Pomezia

Pubblicato il

In merito alla “procedura di trasformazione del diritto di superficie in diritto di proprietà – Piani di Edilizia Economica e Popolare”, riguardante il quartiere Nuova Lavinium di Pomezia, l’associazione “Mens Libera” ha protocollato una lettera indirizzata al sindaco Fabio Fucci, al presidente del consiglio Renzo Mercanti, a tutti i consiglieri comunali e al dirigente del settore urbanistica,nella quale si contestano i parametri adottati per calcolare gli importi per il riscatto delle aree in concessione.

“Con l’ausilio del Prof. Arch. Piero Virgili e l’Ing. Salvatore D’Onofrio, abbiamo esaminato la procedura deliberata dall’amministrazione per il calcolo di quanto eventualmente dovuto per la trasformazione del diritto di superficie in diritto di proprietà”, si legge nella lettera, nella quale si specifica che sono state prese in considerazione sia la delibera di Consiglio Comunale che le delibere di Giunta approvate per questo argomento, oltre ai provvedimenti legislativi e giurisprudenziali che regolano la materia. “Dall’esame congiunto dei suddetti documenti sono emerse alcune criticità inerenti l’applicazione, da parte del Comune di Pomezia, di parametri non adeguati e non corrispondenti a quelli normalmente applicati sul territorio nazionale – scrive il presidente dell’Associazione, l’avvocato Antonio Aquino – Il primo dei parametri erroneamente applicato dall’amministrazione è quello relativo al valore venale di riferimento, per civili abitazioni al mq”. Per Aquino, infatti, “dalla pubblicazione della società Formaz per conto della Presidenza del Consiglio dei Ministri, nonché dalla normativa e dalle pronunce giurisprudenziali, il valore venale di riferimento per civile abitazione da applicare per il calcolo è solo ed esclusivamente quello MINIMO (trattandosi di edilizia popolare) estrapolato dalla Banca Dati, quotazione immobili OMI, dell’agenzia delle entrate”.

“Al contrario – prosegue Aquino – l’amministrazione quantifica un valore venale di riferimento con un metodo di stima laborioso, inadeguato alla fattispecie concreta e non rispondente alla normativa di riferimento, sopra riportata. Altro parametro erroneamente applicato è il valore delle altezze interpiano, il quale deve essere quantificato in mt 3,45 (includendosi parti comuni ed unità accessorie) anziché in mt 3,20, come indicato dal Comune di Pomezia. Infine, al corrispettivo finale si deve applicare, oltre alla riduzione del 25%, prevista dalla legge 327/2001, un’ulteriore riduzione del 60% e non del 40%, come indicato dal Comune di Pomezia. Sul punto è doveroso precisare che vi è contrasto con altra pronuncia della Corte dei Conti Regionale, la quale conferma la riduzione nella misura del 40%”. Per questo, sostiene Aquino, “Dal calcolo dell’amministrazione comunale (considerando una riduzione del 60%) deriva un corrispettivo per la trasformazione del diritto di superficie in diritto di proprietà notevolmente più alto (circa il 60%) rispetto a quanto effettivamente dovuto”.

Anche l’ulteriore sconto dal 30 al 50% effettuato dal Comune non sarebbe corretto. “La sua adozione, anziché con Delibera di Giunta Comunale, avrebbe dovuto essere assunta con delibera del Consiglio Comunale. A tal proposito si mette in evidenza come il metodo di sconto (decrescente nel breve termine di adesione) sia iniquo, poiché va in svantaggio di coloro che, per condizioni sociali, hanno meno possibilità economiche. Quindi, si auspica l’applicazione di uno sconto costante e permanente”.

Aquino allega quindi alla lettera degli esempi di corrispettivo da versare, relative ad “unità immobiliare tipo”, “svolte – spiega l’avvocato – l’una con il metodo adottato dall’amministrazione; l’altra con il metodo applicato secondo la pubblicazione della società Formaz, per conto della Presidenza del Consiglio dei Ministri e della normativa in essa richiamata; la terza con ques’ultimo metodo ma con applicazione della riduzione del 40%”. “Ovviamente – conclude il presidente di Mens libera – si dovranno poi abbattere gli importi finali dell’ulteriore sconto concesso con delibera di Giunta dall’amministrazione”.

Impostazioni privacy