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NUOVA SALA CONSILIARE: MA IL CANTIERE E’ IN REGOLA?

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Sembra irraggiungibile la nuova sala consiliare di Ardea, i cui lavori, prima solo teorici, ora pratici, dopo allungamenti burocratici e pecuniari sembrano essere arrivati ad una nuova svolta negativa. A segnalarlo i rappresentanti dell’Italia dei Valori. “Vicino al nuovo museo archeologico in allestimento, con appalto da 80mila euro, sta sorgendo la nuova Aula Consiliare.  Nel cantiere si nota un montacarichi del tempo della ruota, forse usata dal re Turno per edificare Ardea, così come ha commentato un genitore che, dopo aver accompagnato il figlio nella vicina scuola, ha visto il rudimentale e archeologico elevatore utilizzato per  portare al primo piano la
calce e realizzare le tamponature dell’importante opera pubblica”.  “Va fatta notare –  continuano dal partito di Di Pietro – anche la mancata installazione dei ponteggi su tutti i lati della struttura, opere provvisionali che comunque il contribuente nell’appalto paga.  Oltre all’elevatore meccanico, la carriola posta al bordo della terrazza, pronta a finire nel sottostante terreno: stando all’inosservanza della legge 81/08 sulla sicurezza dei posti di lavoro, c’è da credere che forse qualche ignaro operaio intento a transitare nel  sottostante piano senza casco possa subirne le conseguenze. Per dovere di cronaca va detto che già tempo fa  lo stesso direttore dei lavori ha avvertito la committenza, la ditta esecutrice, la ditta subappaltatrice ed il coordinatore per la sicurezza in esecuzione della mancanza di rispetto delle norme di sicurezza, oltre ad aver richiesto per motivi gravi – quale l’imminente pericolo di vita, vista l’altezza – la sospensione dei lavori e l’immediato ripristino delle norme sulla sicurezza”. Ma quali sono i motivi di questa trascuratezza? “Purtroppo la ditta aggiudicataria ha vinto l’appalto con un ribasso d’asta superiore al 30%. Il necessario risparmio è quindi stato fatto dalla ditta subappaltatrice sulla sicurezza, a rischio dei lavoratori e dei committenti, che in caso di un controllo – con conseguente sequestro giudiziario – vedrebbe la realizzazione dell’opera in un futuro molto lontano. Ci si chiede come è possibile che la ditta aggiudicatrice dell’appalto, con ribasso al 30%, possa cedere in subappalto ad altra ditta: che garanzie ci sono per il committente e per la ditta subappaltatrice? Ancora una volta Ardea dimostra d’essere il paese del bengodi, dove tutto è permesso, tanto i controlli non ci sono”.

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