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NUOVO CEMENTO A TOR SAN LORENZO E NUOVA CALIFORNIA, LA RABBIA DEL COMITATO DI QUARTIERE

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Dopo le esternazioni del consigliere Antonino Abate sulla scarsa sicurezza e tranquillità in cui sarebbero costretti a vivere i cittadini di Ardea specialmente dopo i tanti fatti criminosi dei recenti giorni, il comitato di quartiere della Nuova California fa eco ad Antonino Abate.

A parlare è il presidente del CdQ, Piero D’Angeli. “Sono convinto che Tor San Lorenzo non abbia bisogno di nuovo cemento – ha dichiarato – prima di approvare un simile progetto se ne sarebbe dovuto discutere con i comitati di quartiere, con le associazioni, con i cittadini. Purtroppo questo non accade mai. Se in quel terreno venissero costruiti appartamenti signorili, nuove scuole – asili, elementari, medie, scuola superiore – una piazza degna di questo nome, una biblioteca, un’area attrezzata per i concerti, per un mercato, parcheggi, servizi, credo che nessuno si indignerebbe, ma purtroppo quasi sicuramente non sarà così e noi non abbiamo bisogno di una  succursale di Tor Bella Monaca: siamo già in una situazione al limite del collasso”. D’Angeli invita “alla prova”. “I consiglieri vengano a vedere  il problema che crea il complesso “Le Torri”, appartamenti invasi dai tantissimi i rom che commettono ogni genere di illecito, dalla prostituzione allo spaccio di droga, dai furti al racket. Gente che va in giro con automobili di grande cilindrata (come le acquistano? come le mantengono?), che sfrecciano nel nostro quartiere a folle velocità senza che nessuno faccia nulla, magari prive di assicurazione. Ci sono bambini sbattuti davanti ai supermercati a chiedere l’elemosina per l’intera giornata, mentre la sera le ragazze rom escono e vanno sul nostro litorale a prostituirsi. Tutti vedono ma nessuno fa nulla. Abbiamo un litorale che fa pena, basta andare sul Lungomare dei Troiani – il nome non poteva essere più azzeccato, viste le frequentazioni serali – per vedere, vicino alle dune, bottiglie, mobili, rifiuti di ogni genere, distese di preservativi”. “Abbiamo presentato decine di denunce, ma nessuno ci ha mai ascoltato, abbiamo scritto al Prefetto, al Ministro dell’Interno, ai CC, alla Polizia di Stato, e per ultimo al Presidente della Repubblica compreso i Presidenti di Camera e Senato, ma nulla, non hai mai risposto nessuno”. Il presidente del CdQ è amareggiato. “Qui ad Ardea vige la regola che tutto è permesso, i ragazzi non hanno luoghi di aggregazione, mai nessun interessamento, ci si vergogna di invitare le persone a casa perché come attraversano via Tronto vedono cumuli di spazzatura in terra, macchine distrutte abbandonate, ogni sera i rom accendono fuochi dove bruciano di tutto, dalle gomme agli oli esausti: mi domando come si fa a vivere in questo modo. C’è stato chi mi ha suggerito di tornare da dove seno venuto: beh, lo farei molto volentieri, ma purtroppo le nostre case non valgono più niente e non posso permettermi di svenderla e come me molta altra gente. E allora credo che davvero ci sia bisogno di ripartire, ma per farlo bisogna mettere da parte dualismi, simpatie, appartenenze”. Le parole di D’Angeli sono dure, ma non stupiscono  più di tanto.

Del resto non è la prima volta che viene rimarcato come Ardea sia diventata sempre più incontrollabile malgrado lo sforzo profuso dai carabinieri, unica forza di polizia di contrasto ad una criminalità che si è stabilita sul territorio rutulo da altri Comuni anche a causa dell’inefficienza delle Amministrazioni comunali che si sono succedute nel tempo e che non sono riuscite a contrastare il fenomeno dell’abusivismo edilizio in zone come le Salzare, dove assegnatari rutuli di terreni  svendono di volta in volta il proprio diritto di possesso a rom di varie etnie, tanto da aver fatto ribattezzare l’ex feudo degli Sforza Cesarini  “il Bronx rutulo”. Queste cessioni sono in aumento specialmente dopo l’approvazione della delibera che dovrebbe  permettere  il commercio in manufatti abusivi, facendo pensare ad una facile risoluzione del problema uso civico. Ma questa è una zona ormai divenuta una discarica a cielo aperto, una vera e propria bomba ecologica. Attualmente le richieste di acquisto di terreni per un stacco di mille metri di terra non superano i quindicimila euro, ovviamente in nero. Perché non sono mai stati denunciati per abusivismo edilizio i “venditori”, che di fatto restano i veri assegnatari, o addirittura gli stessi Sforza Cesarini, se si ritengono proprietari? E perché non viene imposta agli stessi la bonifica del sito, necessaria a meno che l’Amministrazione comunale non intenda spendere oltre dieci milioni di euro per la pulizia? E come è possibile che le costruzioni abusive vengono fornite dalle varie società private di energia elettrica, utilizzata anche per attingere acqua da pozzi abusivi? Domande senza risposta, situazioni che tutti conoscono, ma dove nessuno fa nulla, se non per peggiorare le cose.

Luigi Centore

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