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Omicidio Giulia Tramontano, l’altra donna di Impagnatiello in aula: “Volevo salvare lei e il bambino”

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La giovane – con cui Alessandro Impagnatiello aveva una relazione parallela – è stata ascoltata dai giudici della Corte d’Assise di Milano nell’ambito del processo a carico del barman. 

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Processo Alessandro Impagnatiello – Ilcorrieredellacittà.com

 

La 23enne ha raccontato di aver incontrato Giulia Tramontano qualche ora prima che venisse uccisa. A quell’incontro le due ragazze avevano invitato anche Alessandro Impagnatiello, che invece era uscito prima dal lavoro per andare a casa, evitando – di fatto – un confronto con Giulia e l’altra donna, cui aveva mentito per mesi. Nel corso della terza udienza del processo, che si è aperto il 18 gennaio scorso, sono state chiamate a deporre anche la sorella e la madre della ragazza uccisa, e dopo di loro la madre e il fratello di Impagnatiello. 

La terza udienza del processo per l’omicidio di Giulia Tramontano

Si è aperta questa mattina – nell’aula del Tribunale di Milano – la terza udienza del processo a carico di Alessandro Impagnatiello, il barman 31enne accusato di aver ucciso Giulia Tramontano, 29 anni, incinta al settimo mese di gravidanza, il 27 maggio scorso. La prima ad essere ascoltata è stata la donna con cui Impagnatiello aveva una relazione parallela. La ragazza italo-americana era una collega di Impagnatiello e, solo casualmente, aveva scoperto che l’uomo con cui aveva una storia, era in realtà ufficialmente legato a un’altra donna – Giulia – da cui aspettava un bambino. 

Proprio del piccolo Thiago si è parlato questa mattina in aula, perché la 23enne ha riferito che Impagnatiello aveva falsificato il test del Dna dicendole che in realtà il bambino non era suo. Il barman le aveva raccontato di essere preoccupato per Giulia perché temeva potesse farsi del male, per questo sarebbe rimasto con lei. 

Quando il castello di bugie è crollato, Impagnatiello avrebbe continuato a negare sia la paternità, sia la storia con la vittima. Così la 23enne aveva voluto incontrare Giulia. Anche lei era rimasta incinta di Alessandro, ma aveva deciso di abortire. Il 27 maggio le due ragazze si erano incontrate. Avevano messo insieme i tasselli del puzzle e avevano capito di essere state entrambe ingannate. “Pur di venire al tuo compleanno, mi ha fatto ricevere i mobili per la cameretta del bambino da sola. C’era una libreria lì, io non riuscivo a spostarli. Mi ha detto che andava a una grigliata. Ma che pezzo di m…” è lo stralcio di un vocale inviato da Giulia alla 23enne, proprio il giorno dell’omicidio.

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In aula l’altra donna di Impagnatiello – Ilcorrieredellacittà.com

 

Quella stessa sera, Giulia sarebbe stata accoltellata a morte, per 37 volte, poi data alle fiamme, prima di essere gettata dietro alcuni box, vicino casa, a Senago. Il 1° giugno Alessandro Impagnatiello sarebbe stato arrestato con l’accusa di omicidio e occultamento di cadavere. 

Ascoltate la mamma e la sorella di Giulia

Nel corso della terza udienza sono state ascoltate anche la mamma e la sorella di Giulia. La madre ha raccontato la nascita della relazione con Impagnatiello e la scoperta della gravidanza della figlia. Era stato lui stesso a dire ai familiari di Giulia che avrebbe voluto un bambino da lei. Quando poi era successo, il barman si sarebbe tirato indietro, dicendo alla fidanzata di non volere più diventare padre

A quel punto avrebbe messo in atto il piano per liberarsi della ragazza e del piccolo che portava in grembo, contaminando le bottiglie d’acqua che acquistava con del veleno per topi. A confermarlo anche le ricerche che il barman aveva fatto online, proprio sugli effetti del topicida.  

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