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OPERAZIONE “ORO COLATO”: 40 FURTI NELLE PROVINCE DI ROMA, LATINA E FROSINONE. RESTITUITA MOLTA DELLA REFURTIVA RECUPERATA NEL CORSO DELLE PERQUISIZIONI

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oro colatoI Carabinieri della Compagnia di Anzio, a tre mesi circa dall’esecuzione dell’Operazione “Oro Colato” nel corso della quale furono sottoposti a fermo 9 cittadini stranieri, fra albanesi e rumeni, per associazione per delinquere finalizzata ai furti in abitazione ed alla ricettazione, hanno restituito buona parte della merce recuperata.
I provvedimenti furono emessi dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Velletri e scaturirono da un’articolata attività investigativa avviata nel mese di ottobre dello scorso anno, finalizzata al contrasto dei numerosi furti in abitazione che si erano registrati nel litorale compreso tra Nettuno e Pomezia, e nell’entroterra verso Pomezia ed i Castelli Romani.
I militari nel corso delle attività accertarono l’esistenza di un pericoloso sodalizio criminale costituito prevalentemente da cittadini albanesi domiciliati soprattutto a Nettuno, operante principalmente sul litorale pontino e nell’area dei Castelli Romani, dedito ai furti in abitazione; gli indagati agivano molto spesso nel tardo pomeriggio introducendosi nelle abitazioni con le modalità più svariate, talvolta arrampicandosi con ogni appiglio possibile anche ai piani più alti quando prendevano di mira appartamenti dislocati in condominio. In altri casi, invece, si introducevano anche in orario notturno e incuranti della presenza di persone all’interno razziavano gli oggetti di maggior valore, riuscendo molto spesso anche a prelevare le chiavi della autovetture che asportavano senza alcuna forzatura.
Durante le indagini furono già recuperate numerose autovetture di grossa cilindrata (tra cui Porsche, Mercedes e Bmw), tutte per l’appunto oggetto di furto in abitazione, nonché individuati i canali per la ricettazione di oro e preziosi, ammontanti a svariate migliaia di euro, destinati per lo più in Albania, dove il ricavato della vendita veniva utilizzato per eseguire investimenti mobiliari ed immobiliari a vantaggio degli indagati e dei propri congiunti.
La tesi investigativa dei militari circa l’ampio raggio di azione degli indagati è stata confermata inizialmente nel corso dell’esecuzione dei provvedimenti dei fermi, 6 emessi dalla Procura e 3 eseguiti di iniziativa, ma ancora di più è stata avvalorata appieno con gli accertamenti successivi. L’imponente operazione che portò al fermo dei 9 stranieri, datata 15 marzo, era stata attuata con l’impiego di circa 60 carabinieri della Compagnia di Anzio e con l’ausilio di personale del Nucleo Cinofili di Roma S. Maria di Galeria (RM), presente con cani addestrati al rintraccio di droga, nonché con il supporto di un elicottero del Reparto Elicotteri di Pratica di Mare. Durante le perquisizioni domiciliari furono sequestrati sia denaro contante che numerosi oggetti ritenuti provento di furti; la merce è stata esposta per settimane presso gli uffici della Compagnia, e nel corso delle numerosissime visite effettuate dai cittadini che erano state vittime di furti in abitazione sono stati tanti i riconoscimenti. I militari hanno restituito molta della refurtiva che è risultata provento di colpi messi a segno non solo in zona e nell’area dei Castelli ma anche, come supposto inizialmente, alle porte di Roma e nelle province di Latina e Frosinone.
Gli indagati, intanto, ad oltre tre mesi dall’operazione, sono ancora tutti in carcere nonostante il ricorso del Tribunale del Riesame, che ha avallato in pieno le indagini condotte dai militari del Nucleo Operativo e Radiomobile di Anzio e dirette dalla Procura di Velletri.

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