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”Pagami la colazione o ti ammazzo!”: calci e pugni ad un uomo seduto al bar per soli 40 euro

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Roma: aggredito mentre prendeva un caffè

Roma. Era seduto tranquillamente all’esterno del suo bar di fiducia, sorseggiando il suo solito caffè. Tutto regolare, pacifico, nel bellissimo quartiere centrale di Prati, nella città di Roma. Un momento di relax durante la giornata, come molti ce ne vorrebbero per affrontare i ritmi della giungla Capitale. Ma ad un tratto, qualcosa ha letteralmente distrutto quel momento idilliaco.

Rapina violenta nel quartiere Prati a Roma

Con violenza ed esuberanza, uomo gli si è avvicinato all’improvviso, importunandolo e pretendendo che questi gli pagasse da bere oltre che consegnargli dei soldi. Una rapina in piena regola, con tutta la concitazione e tensione del momento. L’uomo seduto al bar, con il suo caffè, colto di sorpresa, non ha voluto sottostare alle sue richieste, facendo innervosire il malfattore. Al suo diniego, il rapinatore non ci ha pensato due volte e gli ha sferrato un pugno in pieno volto, facendolo cadere a terra. 

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Calci e pugni al volto per soli 40 euro

Ma non si è limitato a ciò. La rapina poteva dirsi compiuta, aveva raggiunto il suo scopo, poiché la sua vittima era ormai stordita al suolo e incapace di reagire. Nonostante ciò, il rapinatore ha continuano ad avventarsi contro di lui: continuava a sferrare calci sul volto e sul corpo della vittima, derubandolo dei soli 40 euro che aveva in tasca. Infine, si è dato alla fuga. 

Le indagini e l’identificazione dell’aggressore

Questa mattina, poi, gli agenti della Polizia di Stato del Commissariato Prati, al termine di una attenta attività di indagine, hanno notificato un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Roma, nei confronti dell’aggressore. Lo hanno identificato dopo una serie di indagini e testimonianze: un uomo di 30 anni gravemente indiziato di rapina e lesioni aggravate. I fatti erano avvenuti il mese scorso, precisamente il 1 marzo. A causa sua, la vittima riportava una prognosi di 30 giorni per i gravi colpi che gli erano stati inferti. 

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