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PANINI IN MENSA, BOTTA E RISPOSTA TRA COMUNE ED INNOVA

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Oggi la ditta Innova, che gestisce il servizio di mensa scolastica, ha fornito cestini freddi – alternativi ai pasti regolari, ma di uguale valore economico – agli alunni delle scuole di Pomezia adducendo come motivazione un’assemblea sindacale indetta dalla Flaica Uniti Cub regionale prevista dalle ore 9 alle ore 13. “L’interruzione del regolare servizio di refezione scolastica – ha dichiarato l’Assessore Del Buono – non è in alcun modo prevista dal contratto tra ditta e Amministrazione per quanto riguarda le assemblee sindacali, ma solo per sciopero del personale, cause di forza maggiore, situazioni di emergenza o guasti agli impianti. Un’assemblea sindacale non rientra in nessuna di queste condizioni (previste dall’art. 9 del capitolato d’appalto, ndr), di conseguenza oggi la ditta Innova non ha rispettato il contratto creando un disservizio ed un disagio agli alunni e alle loro famiglie, rispetto a cui ci siamo attivati immediatamente per procedere all’applicazione delle penalità previste. E’ importante che la trattativa in corso tra Innova e Amministrazione per i pagamenti non venga in alcun modo strumentalizzata a danno dei bambini. E proprio a loro tutela invitiamo tutte le scuole del territorio a comunicare all’Ufficio Istruzione quanto prima i nominativi dei rappresentanti dei genitori e dei docenti per la costituzione della Commissione Mensa per il controllo dell’erogazione dei pasti”.

“Abbiamo immediatamente contestato in maniera formale la multa che ci è stata fatta dall’Amministrazione comunale – ha ribadito l’avvocato Amedeo Apicella, responsabile della Innova – in quanto la situazione odierna rientrava tra quelle previste dal capitolato. I lavoratori sono in piena emergenza, dal momento che, se il Comune non ci paga, rischiano di rimanere senza stipendio. Appena siamo stati informati dell’agitazione sindacale abbiamo informato i referenti al Comune, proprio per evitare fraintendimenti, tant’è che ieri le insegnanti hanno provveduto ad informare i genitori. Abbiamo ribadito le nostre ragioni più volte, ma nessuno ci ha ascoltati seriamente. Noi non vogliamo assolutamente strumentalizzare i bambini, ma difendere le famiglie dei nostri dipendenti”.

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