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PARCO DELLA MINERVA, DALLE PAROLE AI FATTI: PROTESTA DAVANTI AL CANTIERE

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Dalle parole sono passati ai fatti gli acquirenti delle case a Parco della Minerva, ormai veramente stremati dalle tante promesse mai mantenute e dalle innumerevoli chiacchiere al vento  sentite sino ad oggi. Pacifici ma decisi, si sono dati appuntamento sabato mattina alle ore 10,30 presso il Cantiere di Parco della Minerva, davanti a quell’ufficio FRIMM chiuso da un pezzo (a proposito, ma non ci avevano assicurato che sarebbe stato riaperto la scorsa settimana?), per manifestare tutto il loro disagio nei confronti di una situazione che inizia a rasentare veramente il ridicolo (anche se purtroppo da ridere c’è davvero poco). Principale bersaglio della protesta, com’era immaginabile, la RAETIA SGR, ma non sono mancate forti accuse anche verso l’imprenditore da cui tutto ebbe inizio, quel Raffaele Di Mario che adesso si trova ai domiciliari in attesa di processo.  “Parco della…Vergogna!”, “Raetia vogliamo le nostre case” e “Di Mario Bla Bla Bla”: erano tutti più o meno di questo tenore gli slogan scanditi dai manifestanti, che hanno approfittato della presenza delle televisioni (Rete Oro e Canale 10) per raccontare ancora una volta il dramma che stanno vivendo, ossia l’impossibilità di avere quegli appartamenti che da un anno a questa parte  stanno profumatamente pagando, con tutti i disagi (soprattutto economici) che questo sta provocando.  “Non ce la facciamo più – ribadiva un acquirente – sono costretto a pagare da oltre un anno sia l’affitto della casa in cui vivo, che il mutuo di un appartamento fantasma che non so se e quando mi verrà consegnato”. “Tramite la stampa, la RAETIA ha assicurato che riprendevano i lavori – diceva un altro – ma qui è tutto fermo e l’ufficio Frimm che doveva riaprire ha ancora le ragnatele, non si vede nessuno, non c’è un operario, cosa dobbiamo fare?”. Presenti alla manifestazione, anche i legali a cui è stato dato il mandato di veder tutelati i propri diritti da parte degli acquirenti, gli avvocati Antonio Aquino ed Alessandra Pardo, che proprio dalle nostre colonne nei giorni scorsi avevano  avuto un duro botta e risposta con la Raetia SGR.  “Noi legali – ci hanno detto gli avvocati Pardo ed Aquino –  abbiamo avuto un primo approccio con Raetia volto alla soluzione delle problematiche dei nostri assistiti evitando di porre in essere giudizi che in qualche modo avrebbero potuto allungare ulteriormente i tempi di edificazione e consegna. Quindi, assieme ai rappresentanti di Raetia si erano concordate delle ipotesi, in seguito alle quali abbiamo formulato delle proposte, ripetiamo, concordate”. “Proposte però – hanno continuato –  che fino ad oggi non hanno trovato riscontro. Siamo sempre disponibili ad una soluzione, ma Raetia deve almeno consentire la sospensione dei pagamenti sino alla effettiva ripresa dei lavori, rinegoziare i contratti con l’introduzione di un termine certo di consegna e stipula e degli elementi necessari a consentirne la trascrizione”. “Tutto ciò – hanno concluso Antonio Aquino ed Alessandra Pardo –  a maggiore tutela dei promissari acquirenti. Comunque abbiamo allo studio tre ipotesi di azione giudiziaria  volte ad accrescere le garanzie ovvero a risolvere i contratti. I contraenti sono determinati a questo punto in caso che Raetia perduri nel silenzio ad attuare le iniziative dette.” Insomma, l’impressione è che la battaglia, quella vera, sia appena all’inizio. Per quanto ci riguarda, staremo a vedere l’evolversi della vicenda, e, soprattutto,  se i lavori (come ci è stato assicurato dalla Raetia SGR) riprenderanno davvero, come se davvero riaprirà quell’ufficio FRIMM ormai chiuso da un pezzo. Il prossimo passo, ci dicono dal Comitato Acquirenti, “sarà una manifestazione rumorosa ma pacifica sotto la sede romana della RAETIA, noi non molliamo, faremo di tutto e di più perché ci stiano a sentire”.

Alessandro Bellardini

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