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Perché dobbiamo difendere la nostra sovranità alimentare (e con essa la dieta mediterranea)

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Dieta mediterranea

La nascita del nuovo ministero dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare ha sollevato molte curiosità, perché solo pochi conoscono il significato di questo termine che con il “sovranismo” non ha nulla a che vedere. Il concetto di sovranità alimentare nasce nel 1996 dalle associazioni internazionali di coltivatori riunite nel movimento “Via campesina” e successivamente adottato da organizzazioni internazionali come la FAO o le Nazioni Unite. La “sovranità alimentare”, sostanzialmente consiste nel “…diritto dei popoli ad alimenti nutritivi e culturalmente adeguati, accessibili, prodotti in forma sostenibile ed ecologica, ed anche al diritto di poter decidere il proprio sistema alimentare e produttivo …” .

L’importanza di sostenere la sovranità alimentare in Italia

Per un paese come l’Italia mantenere la propria “sovranità alimentare” è di importanza fondamentale, per garantire la salute dei cittadini, preservare la nostra cultura e salvare la nostra economia. Infatti, la nostra cultura alimentare è tradizionalmente basata sulla “dieta mediterranea” riconosciuta dall’UNESCO come patrimonio immateriale dell’umanità. Analogamente, l’assoluta eccellenza e la qualità dei nostri alimenti, prodotti e lavorati dalle centinaia di migliaia di piccole e medie aziende della nostra filiera agro alimentare è riconosciuta in tutto il mondo. Inserire quindi il termine “sovranità alimentare” nella denominazione del ministero per l’agricoltura, rappresenta un cambiamento fondamentale, rispetto ad un passato in cui si voleva a tutti i costi) o ridimensione questo importantissimo ministero, che ora finalmente ritrova la sua centralità e la sua dignità. Chi mi segue sa bene che, da anni, su questa rubrica (pubblicata ogni mese nell’edizione cartacea de Il Corriere della Città), cerco di difendere la nostra cultura alimentare e le nostre tradizioni. Se stiamo diventando un popolo di obesi al pari degli americani e di altre nazioni opulente e “malate” è perché stiamo perdendo le nostre radici e ci stiamo allontanando da quel salutare stile di vita che ci ha reso non solo uno dei popoli più longevi al mondo, ma anche uno dei popoli più felici con una qualità di vita che altri popoli ci invidiano.

I rischi che corriamo

Nel nostro caso perdere la nostra “sovranità alimentare” significa vivere di meno, vivere peggio e abbandonare le nostre aziende agricole nelle mani di una spietata economia internazionale, interessata solo ai profitti di una industria alimentare sempre meno sostenibile che sta rapidamente consumando tutte le risorse naturali del nostro pianeta. La sovranità alimentare, al contrario, dà priorità all’economia e ai mercati locali e nazionali, privilegia l’agricoltura familiare, la pesca e l’allevamento tradizionali, così come la produzione, la distribuzione e il consumo di alimenti basati sulla sostenibilità ambientale, sociale ed economica. La nostra sovranità alimentare è minacciata dalle grandi imprese multinazionali che controllano il mercato delle sementi, dei fertilizzanti, dei pesticidi ma anche della trasformazione e della grande distribuzione. Secondo le stime di diverse organizzazioni internazionali e della stessa FAO, i sistemi agro-alimentari industriali sono oggi responsabili del 30% delle emissioni di gas serra, del 70% del consumo di acqua dolce e del 70% dello sfruttamento del lavoro minorile.

Il convegno: “Verso il secondo vertice ONU sui sistemi alimentari”

Questo perverso sistema fa sì che da una parte del mondo ci siano centinaia di milioni di bambini e adulti che soffrono la fame, molti dei quali costretti ad emigrare anche nel nostro paese, mentre dall’altra abbiamo un altrettanto enorme numero di bambini e adulti in sovrappeso e quindi affetti o predisposti a malattie causate dall’eccesso di cibo di pessima qualità, tra cui diabete, cancro e patologie cardiocircolatorie. Questi concetti sono stati ribaditi nel convegno che si è tenuto lo scorso il 20 giugno presso l’Università degli Studi della Tuscia di Viterbo:Verso il secondo vertice ONU sui sistemi alimentari“, la cui registrazione è disponibile sul canale YouTube di questo ateneo, sede dell’unico dipartimento di Scienze Agrarie e Forestali della nostra Regione (uno dei Dipartimenti di eccellenza delle università italiane).

In questo convegno alla presenza di ben quattro ministri, si è fatto il punto sulla ricerca scientifica in questo cruciale settore, sottolineando ancora una volta l’eccellenza della nostra dieta mediterranea che, grazie alla filiera produttiva del nostro sistema agro-alimentare garantisce, a chi vive nel nostro paese e segue questo regime alimentare, non solo longevità e salute, ma anche rispetto e sostenibilità. I dati scientifici presentati, dimostrano in modo assolutamente incontrovertibile la superiorità del nostro tradizionale sistema alimentare, un patrimonio culturale che stiamo perdendo e che deve essere rilanciato attraverso una capillare educazione alimentare rivolta ad adulti e bambini. Una sana dieta inizia sempre dal momento della spesa, comprare cibi di importazione di basso costo e di bassa qualità, prodotti da multinazionali straniere, non solo danneggia la nostra economia, ma anche la nostra salute. Inoltre, non dimentichiamo che alla base della dieta mediterranea non sono solo i suoi ottimi alimenti, ma la “sana convivialità” che sposta l’attenzione dal cibo, alle persone con cui lo condividiamo e che ci regala benessere psicologico e prezioso tempo per la nostra vita.

Monica Grosso – Biologo nutrizionista
Se volete contattare l’Autore di questo articolo rivolgetevi al 3208942854 – monicagrosso1@tiscali.it

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