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Pier Paolo Pasolini a 40 anni dalla morte, Guadagnuolo lo ricorda con la sua pittura

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Pier Paolo Pasolini, uno dei maggiori artisti e intellettuali dello scorso secolo, è stato tante cose: poeta, drammaturgo, regista, giornalista, sceneggiatore

Nato a Bologna il 22 marzo 1922, ha trascorso l’infanzia in un continuo trasloco per assecondare gli spostamenti del padre, ufficiale di fanteria. Sin da giovanissimo aveva manifestato la sua eccezionale versatilità culturale che gli servirà per distinguersi in numerosi campi della cultura italiana.

Pasolini

Era, in fondo, un sagace e attento osservatore dei cambiamenti della società italiana che dal secondo II Dopoguerra sino alla metà degli anni ’60, furono repentini e sconvolgenti. Naturalmente questo suscitò spesso forti polemiche nel suo rappresentare soprattutto le abitudini borghesi e della nascente società dei consumi, come, non di meno, nei confronti del Sessantotto e dei suoi protagonisti. In più fu una sorta di paladino propria omosessualità, dichiarata nonostante all’epoca certamente fosse motivo di scandalo e riluttanza all’accettazione e questa è stata al centro del suo personaggio pubblico.

Ma tra tutte le opere, forse quella che salta immediatamente fuori dal cassetto della memoria, è la sua morte terribile, agghiacciante, talvolta pensata come complotto e il monumento a Pasolini (opera del Maestro Mario Rosati), che osserva l’andirivieni del lungomare di Ostia, sembra desideri parlare e spiegare.

Era la notte tra il 1º novembre e il 2 novembre del 1975 quando Pasolini venne percosso e travolto dalla sua stessa auto fino a farlo morire. Avveniva sulla spiaggia dell’Idroscalo di Ostia. Il corpo venne ritrovato da una donna alle 6 e 30 circa. Il suo carnefice, Pino Pelosi era un “ragazzo di vita” di soli diciassette anni. Venne fermato la notte stessa alla guida dell’auto del Pasolini. Emerge dalla sentenza di condanna del Pelosi che Pasolini lo abbia invitato insistentemente a prestazioni sessuali non gradite e da lì la reazione bestiale.

Tutti ricordiamo Pasolini attraverso le sue opere letterarie, attraverso il monumento, ma c’è chi ha voluto fermarlo nel tempo anche con un proprio contributo artistico: Francesco Guadagnuolo.

Opera del Maestro Francesco Guadagnuolo
Opera del Maestro Francesco Guadagnuolo

Osservando il ritratto, ciò che colpisce è come si vorrebbe approfondire l’analisi pasoliniana sugli eccessi e gli scompensi di costume italiano. Si vorrebbe attraverso i titoli delle sue opere poetiche o cinematografiche che siano, riprendere la strada percorsa quarant’anni fa da questo scrittore così accorto e partecipe ai fenomeni sociali tanto da esprimere opinioni e giudizi anticonformisti. La letteratura ancora negli anni settanta, con la sua autenticità trasgressiva e imponderabilità di accento puntava un ruolo superiore: gli articoli, le poesie e i saggi di Pasolini, infatti, furono incentivo di più di una semplice riflessione.

Il ritratto di Guadagnuolo non vuole essere solo un omaggio allo scrittore, ma intende fissare, attraverso la parola dei suoi libri, un orientamento futuro per un’Italia ancora da salvare in un momento di crisi politica, ideologica e culturale.

Guadagnuolo raffigura Pasolini vivo, atto ancora a raccontare, attraverso la sua letteratura commovente, precaria nella vita, ma piena di tenerezza. 

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