Dopo anni di impegno i lavoratori della sede di Pomezia Formalba (ex Albafor) insieme ai colleghi delle altre sedi (Albano, Marino, Colleferro, Valmontone, Velletri, Cecchina) hanno deciso di dare un segnale chiaro e fermo per affermare la propria dignità di lavoratori. Una serie di giornate di sciopero a partire da oggi (3/5/9 e 11 maggio) sono state programmate per sollecitare una soluzione ad una perdurante situazione di crisi aziendale e con l’obiettivo di far aprire un tavolo risolutivo che veda protagonisti la Regione, la Città Metropolitana, l’Ente e il Socio Unico, le OO.SS. e i lavoratori.
“La situazione dell’Ente – fanno sapere i lavoratori attraverso un comunicato stampa – è ormai insostenibile, il fallimento di Albafor (che detiene il 100% di Formalba) sta travolgendo quest’ultima: 27 mesi di cassa integrazione e un anno di contratti di solidarietà hanno rappresentato una soluzione tampone che non ha consentito il ripristino di quelle condizioni essenziali per chi opera in un settore di evidente funzione sociale quale la formazione professionale. Questa crisi, in assenza di interventi adeguati, porterà inevitabilmente al licenziamento dei circa 160 dipendenti.
Il ritardo nel pagamento degli stipendi (ormai sette mesi) non ci ha fermato, abbiamo continuato ad esercitare con coscienza il nostro lavoro e con la costante attenzione ai nostri allievi; un atteggiamento, il nostro, sempre ripagato dall’apprezzamento dei nostri utenti e delle loro famiglie che hanno ben compreso i nostri disagi e l’impegno profuso da tutti noi per garantire il migliore servizio”.
“Ora – proseguono i lavoratori – diciamo basta di fronte alla mancanza di reali prospettive! Non è ammissibile…
Migliaia di alunni, sono passati nelle nostre classi e tantissimi di loro operano nelle imprese sul territorio anche grazie al nostro lavoro di formatori. Siamo orgogliosi di ciò che quotidianamente, nonostante le difficoltà, offriamo ai nostri allievi.
Orgogliosi di una professionalità riconosciuta che non può e non deve svanire per l’inerzia e la disattenzione di chi ha il dovere di sostenere l’azione di operatori che prestano il proprio servizio a favore dei giovani, anche coloro che vivono disagi sociali e di natura fisica e psichica, e a stretto contatto con le strutture pubbliche del territorio (DSM, Servizi Sociali, Centro per l’Impiego)”.
“Le OO.SS. CGIL, CISL e UIL – dichiarano i rappresentanti sindacali – fanno appello alla Regione Lazio e in particolare al Presidente Zingaretti per la ricerca di soluzioni condivise, atte a tutelare l’utenza, i lavoratori e le loro famiglie”.
Pomezia, dipendenti Formalba in sciopero per difendere il posto di lavoro
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