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Pomezia, l’Atollo Blu salva i ragazzi truffati del Pascal

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Ragazzi in lacrime, genitori infuriati, urla, panico totale: questa la scena che si è svolta sabato a Pomezia in una nota agenzia di viaggi, alla quale 35 alunni delle classi del liceo classico e del liceo scientifico, rispettivamente la VgA e la 2A, si erano rivolti per acquistare i biglietti aerei per Valencia.

I ragazzi, che avevano aderito allo scambio culturale con Paiporta, piccolo Comune a poca distanza da Valencia, avevano consegnato alle proprie insegnanti i soldi – 215 euro a testa – per il biglietto aereo andata e ritorno. Per essere sicuri di trovare i posti e non pagare cifre esagerate per i loro voli, le due insegnanti incaricate si erano recate nell’agenzia e avevano provveduto a saldare l’intero importo dovuto già a gennaio, in cambio di ricevute (quelle dei blocchetti in vendita da Buffetti) a nome di ognuno dei ragazzi, come prova del pagamento effettuato.

LO SCAMBIO CULTURALE CON UNA SCUOLA SPAGNOLA

La partenza era prevista per oggi 27 marzo, come si legge anche sul sito ufficiale della scuola, che riporta il programma dello scambio culturale. 

I ragazzi, ospitati da famiglie spagnole, avrebbero frequentato la scuola “La Senia” di Paiporta e domani, come primo appuntamento, avrebbero incontrato in maniera formale e solenne la sindaca della cittadina.

A partire da mercoledì scorso le insegnanti si sono recate nell’agenzia per ritirare i biglietti, ricevendo vaghe risposte – ma nessun biglietto aereo – da parte della titolare.

Sabato, arrivati ormai all’ultimo giorno utile prima della partenza, capendo che qualcosa non stava quadrando, tutti i genitori dei 35 ragazzi si sono recati in agenzia per pretendere i biglietti già pagati (per un totale di 7.525 euro) da più di due mesi. Ma qui l’amara sorpresa: dei 37 biglietti andata/ritorno (35 per i ragazzi, più 2 per le insegnanti che li dovevano accompagnare) non c’era traccia. Erano stati fatti solo 13 biglietti di sola andata, nonostante fossero stati pagati tutti i biglietti.

LE SCENE DI RABBIE E DISPERAZIONE

Inutile riportate lo stupore, e l’ira, delle famiglie dei ragazzi nello scoprire che non solo i biglietti non erano stati fatti, ma che non c’erano più neanche i loro soldi, ma solo vaghe promesse, da parte della sorella della titolare, che sarebbero stati restituiti.

Alcuni studenti sono scoppiati a piangere disperati, altri hanno iniziato a inveire come i loro genitori. In pochissimo tempo si è scatenato un putiferio, tanto che alla fine i genitori stessi hanno deciso di chiamare i carabinieri.

I militari sono intervenuti e hanno verbalizzato l’accaduto, raccogliendo le testimonianze dei ragazzi e delle loro famiglie, ma senza poter risolvere il problema, visto che l’agenzia – non avendo i fondi necessari per emettere i biglietti – non poteva fare i voli.

Infuriati, sabato sera i genitori hanno sfogato la loro rabbia attraverso i social network: i loro figli non avrebbero partecipato allo scambio culturale a causa di quanto successo in agenzia.

Al dispiacere dei ragazzi si univa la figuraccia che la scuola – ma anche gli italiani in genere, che sarebbero stati accusati e presi in giro dagli spagnoli non appena scoperto il motivo dell’assenza degli studenti pometini – avrebbe fatto con le Istituzioni e le famiglie valenciane.

Tutta la notte uno dei ragazzini (sono tutti 15enni e 16enni) ha provato a cercare il modo per raggiungere Valencia, anche con la nave e poi un volo interno o il treno, senza però riuscirci: erano in troppi a dover partire tutti insieme e i posti disponibili – oltretutto ormai carissimi – non erano sufficienti.

LA SOLUZIONE

Ma ieri alle 15:00 la svolta.

Due coppie di genitori che si trovavano al centro commerciale 16 Pini hanno visto al primo piano l’agenzia di viaggi L’Atollo Blu e hanno provato a entrare, anche se ormai erano sfiduciati da fatto che gli altri genitori – che erano andati in altre agenzie della zona – non avessero trovato nulla che salvasse il sogno dei loro pargoli.

“Mi hanno illustrato brevemente quanto era accaduto – spiega Anna Maria Greco, la titolare dell’Atollo Blu – e ho preso la decisione di aiutarli in tutti modi, anche rimandando a casa le coppie di sposi che erano venuti a fissare il loro viaggio di nozze. Insieme a mio figlio Mattia e a Michela Fabbri abbiamo messo a disposizione i nostri computer e la nostra professionalità”. E’ stato fatto un lavoro enorme, che va al di là di quello che abitualmente si fa per lavoro. “Non volevamo approfittarci di questi ragazzi che già erano stati penalizzati da qualcuno che non aveva saputo lavorare nella maniera corretta”.

E di lavoro ne è stato fatto moltissimo: dalle 15:00 Anna Maria, Mattia e Michela non hanno fatto altro che consultare computer, fare telefonate in Italia e all’estero, provare combinazioni fino a quando, in tarda serata, è arrivato lo spiraglio.

“Grazie a un ufficio che collabora con noi proprio in Spagna siamo riusciti a trovare il posto per tutti, con partenza martedì mattina, quindi solo con un giorno di ritardo rispetto a quanto era previsto dal programma della scuola. Descrivere con poche parole il lavoro febbrile che abbiamo dovuto fare è impossibile: ve lo lascio immaginare, dicendo solo che abbiamo finito alle 23:00”.

Ma il centro chiude molto prima, e l’assembramento dei ragazzi e dei genitori che nel frattempo avevano invaso il centro commerciale ha messo in confusione le guardie, che sono tenute a mandare via tutti prima delle 22:00.

“I ragazzi e le loro famiglie hanno pregato la sorveglianza di fare uno strappo per consentirci di fare i biglietti e le carte d’imbarco a tutti: per fortuna hanno “ceduto”, così, quando si stava avvicinando la mezzanotte, c’è stato l’urlo di gioia: eravamo riusciti a far partire tutti. Devo ringraziare Mattia, che ha dato il massimo per veder spuntare i sorrisi su quei volti dove poco prima c’erano solo lacrime, e Michela: lei è stata eccezionale. Nonostante le avessi più volte quasi ordinato di andare a casa, visto che è reduce di un bruttissimo incidente stradale, è voluta rimanere ad aiutare fino alla fine, dimostrando ancora una volta quanto è caparbia, determinata e coraggiosa”.

“Senza l’intervento dell’Atollo Blu i nostri figli non sarebbero partiti – hanno commentato alcuni genitori – e avrebbero riportato una delusione davvero senza precedenti. Non sappiamo come ringraziare Anna Maria, Mattia e Michela”.

IL “DOLCE” LIETO FINE

Un segnale d’affetto è arrivato consegnando in agenzia uova di Pasqua e spumante per tutti. “Un piccolo gesto per ringraziarli di una cosa grandissima”.

Adesso i genitori vogliono però andare avanti per recuperare i soldi dati all’altra agenzia e per denunciare formalmente quanto accaduto. “A parte il fatto che i biglietti acquistati all’ultimo istante, ovviamente, sono costati di più di quanto li avremmo pagati a gennaio come in effetti sarebbe dovuto essere – hanno dichiarato i genitori – c’è anche la questione psicologica e morale che ha visto coinvolti i nostri ragazzi, che comunque hanno fatto una brutta figura di fronte al sindaco che avrebbero dovuto incontrare domani mattina. Vogliamo giustizia, in modo che vicende del genere non si ripetano più. La sorella della titolare ci ha detto di aver fatto un bonifico per restituirci quanto pagato, ma noi non abbiamo visto nessun soldo, quindi, visto il precedente, ovviamente vogliamo cautelarci”.

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