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MINACCIANO DI FARSI SALTARE IN ARIA DALLA TORRE CIVICA: “SALVATI” DAL SINDACO DI POMEZIA

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“Dateci una casa o ci facciamo saltare in aria”, questo il sunto del gesto disperato che questa mattina hanno compiuto due uomini, Ciro Lomasto e Mauro Requelme, saliti poco dopo le 8:00 sulla Torre di Piazza Indipendenza, quando gli uffici comunali erano ancora deserti. I due erano riusciti a salire forzando la porta di accesso, che avevano poi barricato per evitare di essere raggiunti.

Ma la colonna di fumo bianco proveniente dalla cima della torre e le voci degli uomini che invocavano l’intervento del Sindaco hanno ben presto attirato l’attenzione dei passanti e delle Forze dell’Ordine, che, alle 9:15, sono intervenute in gran numero: Carabinieri della Compagnia di Pomezia, la Polizia locale ed i Vigili del Fuoco, che per prima cosa hanno cinturato e messo in sicurezza l’intera piazza. Nel frattempo sono riusciti a riaprire la porta della torre: arrivati in cima, hanno tentato una mediazione, ma Lomasto e Requelme insistevano nel voler parlare solo con il sindaco. E, poco dopo, il Primo Cittadino, che si stava recando a Roma nella sede dell’ANCI, è arrivato, ed ha iniziato una trattativa: un lungo colloquio, durato oltre un’ora, che ha portato buoni risultati. La situazione dei due uomini è drammatica: occupanti abusivi da oltre dieci anni di case dell’Ater, hanno provato in tutti i modi a regolarizzare le loro posizioni ricorrendo alle sanatorie e presentando ai servizi sociali la documentazione del loro stato economico drammatico, ma a tutt’oggi non hanno avuto nessun riscontro positivo. Anzi, al contrario, lo scorso Aprile sono stati sfrattati con decreto dell’Autorità Giudiziaria, ed il Tribunale di Velletri ha disposto il sequestro degli alloggi. Le due famiglie, entrambe numerose e con figli minori – Lomasto ha addirittura 4 bambini – sono rimaste quindi senza alloggio e senza nemmeno la possibilità di riprendere tutti i loro averi, rimasti negli appartamenti. Vista la situazione, è immediatamente intervenuto il Comune di Pomezia, che, sempre ad Aprile, ha trovato una sistemazione provvisoria ospitando tutte le famiglie – otto al momento, ma con i prossimi provvedimenti saliranno ben presto ad una ventina – che si trovavano nella stessa condizione in alcuni residence, il cui contratto deve però essere rinnovato in media ogni due settimane, con costi altissimi per l’amministrazione. Solo qualche giorno fa, grazie all’intermediazione dell’avvocato Maria Pia Pagano – che difende Lomasto ed altri occupanti – e del Comune, si è arrivati ad un dissequestro momentaneo, per dare la possibilità di svuotare gli appartamenti. Ma ora, giunti alla scadenza del contratto con residence e senza certezze per il futuro, i due uomini hanno deciso di fare un gesto eclatante. La mediazione con De Fusco ha portato al prolungamento dell’ospitalità nei residence fino a settembre, con la promessa di cercare una soluzione definitiva entro quel termine. Tranquillizzati dalle parole del sindaco, i due hanno acconsentito a scendere dalla torre. Sono poi stati portati presso il Comando dei Carabinieri, dove hanno rimediato una denuncia per procurato allarme e per violazione di proprietà. I militari hanno anche sequestrato la tanica di benzina e la bombola utilizzate per la protesta. Ma, appena la notizia si è diffusa, altre famiglie che si trovano nella stessa situazione sono arrivate davanti al Comune, dove si stava svolgendo il consiglio comunale, per avere le stesse rassicurazioni, ottenendo la promessa di una intermediazione da parte dell’amministrazione verso l’Ater, unico soggetto autorizzato a richiedere il dissequestro definitivo degli immobili. “Fermo restando che occupare un appartamento è vietato dalla legge – ha spiegato l’avvocato Pagano – bisognerebbe comprendere bene la situazione: molti degli appartamenti occupati erano inagibili e gli occupanti li hanno completamente ristrutturati. La maggior parte di essi corrisponde un canone di locazione all’Ater, ed in tutti questi anni l’accettazione del canone da parte dell’ente, unito al fatto che erano state rilasciate le residenze, ha fatto pensare in una risoluzione a favore degli occupanti, che hanno ripetutamente presentato la documentazione per la sanatoria. Niente face presupporre un epilogo così drastico, visto che la misura del sequestro dell’immobile è un evento rarissimo”. Ora l’amministrazione dovrà valutare se, economicamente, sia più vantaggioso trovare degli immobili da affittare a queste famiglie o se continuare a pagare i residence. “Queste persone vivono in una o due stanze, senza cucina né lavatrice: ciò significa che tutto quello che guadagnano viene speso per mangiare “fuori” e per la lavanderia, visto che non tutto si può lavare a mano. Una parte di questi soldi potrebbe essere corrisposta al Comune come affitto ad un costo agevolato, con un risparmio notevole per l’amministrazione”. “Si fa sempre più esplosiva la questione legata alle case Ater – ha dichiaratoil sindaco De Fusco dopo che la situazione si era normalizzata – in particolar modo per i continui sfratti che vengono eseguiti da parte delle autorità competenti e che vedono coinvolte famiglie con a carico minori, per le quali l’amministrazione comunale ha l’obbligo di intervenire affinché le stesse vengano alloggiate in residence o centri di accoglienza. D’altronde su Pomezia, in termini numerici, insistono alloggi di edilizia economico-popolare in assoluto superiori a qualsiasi altro Comune delle stesse dimensioni nella Provincia di Roma. Da tempo stiamo sollecitando l’Ater affinché si definisca una questione estremamente complicata, generatasi negli anni a causa anche delle varie sanatorie emanate dalla Regione Lazio che a tutt’oggi non vedono ancora definiti i contratti di locazione. Sono infatti molte le famiglie che, a distanza di venti anni, non possiedono un atto definitivo e ufficiale relativamente all’alloggio in cui vivono. Pertanto, è importante quanto necessaria la costituzione di una task force che veda coinvolti tutti i soggetti competenti, del Comune di Pomezia e dell’Ater, affinché questa annosa e problematica vicenda giunga a conclusione, al fine di evitare che quotidianamente si verifichino gravi problematiche di ordine pubblico e incolumità fisica per i cittadini”.

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