Emergono particolari in merito all’inseguimento che ieri mattina ha “svegliato” la città di Pomezia. Una macchina, una Volkswagen Polo di colore bianco, si è schiantata, lo ricordiamo, contro il muretto di cinta che delimita le case popolari di Via Matteotti al termine di un inseguimento con i Carabinieri intorno alle 8; due le persone presenti nel veicolo le quali, dopo lo scontro, hanno provato anche a fuggire a piedi prima di essere fermate dai militari.
L’auto non si ferma all’alt: inizia la fuga
I Carabinieri erano impegnati in un’attività di controllo all’incrocio tra Via Roma e Via dei Castelli Romani quando, notando la Polo con all’interno due persone dal fare sospetto (due ragazzi, uno classe 1983 l’altro 1982, ndr), hanno intimato l’alt alla vettura in transito; la Volkswagen, a quel punto, anziché fermarsi, ha accelerato nel tentativo di far perdere le proprie tracce. E’ nato così il rocambolesco inseguimento: Via Roma, Via Rattazzi, quindi Via Varrone, Piazza San Benedetto da Norcia e, infine, Via Matteotti le vie – fortunatamente poco frequentate considerando l’orario – interessate dalla corsa dei veicoli.
Alla fine, come è noto, la vettura in fuga è andata a schiantarsi contro il muro di cinta delle case popolari, probabilmente anche per evitare il sopraggiungere dal senso opposto di un’altra vettura dei Carabinieri, e tentare così una disperata fuga a piedi. Fuga che però, come visto, è durata poco: il conducente, un ragazzo di Tor San Lorenzo, è stato bloccato dopo pochi istanti nonostante un tentativo di resistenza ai militari; stesso destino è toccato al passeggero, domiciliato a Pomezia, anch’egli neutralizzato in una manciata di secondi.
Il movente
Nonostante quanto accaduto restano ancora avvolte nel mistero le cause che hanno portato i due a mettere in piedi il folle inseguimento. Sebbene infatti il conducente sia risultato essere un soggetto già noto alle forze dell’ordine e con alcuni precedenti (reati contro il patrimonio e violazione delle leggi in materia di stupefacenti, ndr), a differenza del passeggero, al contrario, incensurato, i militari, anche a seguito della scrupolosa perquisizione del veicolo, non hanno rinvenuto alcun elemento atto a giustificare il gesto della coppia di ragazzi. Anche la macchina non è risultata rubata: il veicolo è infatti regolarmente intestato alla mamma del passeggero.
Verosimilmente allora, ma si resta nel campo delle ipotesi, i due ragazzi potrebbero essere stati legati a qualche attività nell’ambito dello spaccio di sostanze stupefacenti e che la decisione di non fermarsi all’alt sia stata dettata dalla volontà di sfuggire ai controlli. Alla fine comunque, per dovere di cronaca, la coppia è stata arrestata con l’accusa di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale.