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PRESTAZIONI COMUNALI AI DISABILI: UN AIUTO DAL 5 PER MILLE?

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In occasione dell’incontro organizzato dal Comitato Dimensione Disabili in difesa dei diritti dei portatori di handicap per il 23 aprile per “cercare soluzioni sulle tematiche sociali delle persone con disabilità, con particolare riferimento alle ultime vicende riguardanti le quote di compartecipazione richieste dal Comune di Pomezia per l’assistenza domiciliare”, i candidati sindaci della lista civica “Alternativa per la Città” e del movimento “Costruiamo insieme il futuro di Pomezia” hanno voluto esprimere in maniera congiunta alcune considerazioni. “Portare le tariffe orarie sopra i 18 euro è un onere che molti disabili non possono permettersi: occorre rivedere la delibera e, soprattutto, istituire un tavolo permanente tra Amministrazione e Comitato attraverso il quale possa essere di volta in volta rimodulato il fabbisogno delle ore a seconda della gravità della malattia e delle necessità del disabile. Il Comune di Pomezia – hanno affermato Maria Corrao e Stefano Ielmini – non può mascherarsi dietro il valore ISEE per ridurre le prestazioni o elevare le tariffe. Innanzitutto è necessario improntare un protocollo di intesa con la Guardia di Finanza, al fine di smascherare chi non ha diritto alle prestazioni agevolate; sarebbe poi necessario che l’Amministrazione comunale si facesse promotrice della destinazione del proprio 5 per mille a favore dei disabili”. Il Comune, infatti, è tra gli Enti ammessi alla destinazione del 5 per mille della dichiarazione dei redditi. “Tra il 2009 e il 2010 – proseguono i due candidati – solo una media di 350 contribuenti residenti ha firmato la propria dichiarazione dei redditi destinando il 5 per mille al comune di Pomezia. I cittadini vanno informati, ma il Comune non lo fa, di questa opportunità. Si tratta di risorse a costo zero, di cui andrebbe monitorata la destinazione, oltre all’utilizzo da parte delle stesse associazioni di volontariato. Il 5 per mille va destinato ad un’associazione oppure al proprio Comune per “spesa sociale”. I 350 cittadini che lo hanno fatto fanno portato circa 9.000 euro annui nelle casse comunali: come sono stati spesi? La richiesta di informazioni inoltrata al Comune su questo argomento al momento non ha ancora avuto risposta”. “La nostra considerazione – concludono Maria Corrao e Stefano Ielmini – è che se tale scelta in passato fosse stata diffusa a dovere, magari segnalando la destinazione degli importi e pubblicizzando in modo trasparente il risultato che questa aveva portato a livello sociale, probabilmente i pometini che avrebbero preso la decisione di devolvere il loro 5 per mille al Comune di Pomezia sarebbero stati molti di più”.

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