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PROPOSTA “INDECENTE” DA PARTE DI SHINDLER: “SEPPELLITE PRIEBKE A POMEZIA”

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PRIEBKEMentre le polemiche sui funerali di Priebke non si spengono, con il sindaco di Roma che osteggia le esequie nella Capitale ed il Prefetto, di concerto con il Questore, vietano celebrazioni solenni, spunta l’ipotesi che il corpo dell’ex
ufficiale SS responsabile dell’eccidio delle Fosse Ardeatine venga tumulato a Pomezia, nel cimitero germanico di via Pontina. A lanciare l’idea Harry Shindler rappresentante di ‘Italy Star Association 1943-45′, un’associazione di veterani dell’esercito britannico che hanno fatto la guerra in Italia, che oggi ha rilasciato la seguente dichiarazione: “Il boia Priebke venga seppellito nel cimitero tedesco di Pomezia. Sarà in compagnia dei suoi pari visto che in quel cimitero ci sono soldati tedeschi che hanno preso parte a parecchie stragi avvenute in Italia, come quella di Marzabotto. Sarà, quindi, in buona compagnia”. Il 93enne, autore insieme al giornalista di Repubblica Marco Patucchi de ‘La mia guerra non è finita’, dall’82 vive in Italia, 25 anni trascorsi a Roma e gli ultimi sei, dopo la morte della moglie, a San Benedetto del Tronto, dove è cittadino onorario. Nel Cimitero Militare Germanico di Pomezia sono seppelliti 27.443 soldati tedeschi, tra i quali 3.770 senza nome. E’ il secondo cimitero per grandezza fra quelli realizzati in Italia dal Volksbund Deutscher Kriegsgräberfürsorge, ente privato sovvenzionato dallo Stato Tedesco. “Ho partecipato allo sbarco di Anzio – ha spiegato Shindler – e alla liberazione di Roma nel ’44, quindi avrò diritto di parlare di questa vicenda. Il male che ha fatto questo qui a tanta gente, a tutto il mondo, rimane per sempre. Ma bisogno ricordare che la sua è la vera faccia fascismo e del nazismo. Ha sparato a gente con le mani legate dietro le spalle, ed è l’azione di un vigliacco. Nessuno lo ricorda mai, ma in via Tasso c’erano pure i militari britannici che hanno sofferto e di alcuni di loro non è stata mai ritrovata alcuna traccia”. Oltre a proporre un soluzione per Roma rispetto alla sepoltura di Priebke, il veterano inglese vuole anche lanciare un monito: “I giovani di oggi, quando vedono gruppi che alzano bandiere fasciste, devono ricordare la storia come è finita”. Nessuna dichiarazione ufficiale,  almeno al momento, da parte dell’Amministrazione pometina sulla questione.

Intanto si fa sentire Paolo Giachini, il legale di Priebke, che interviene sui funerali. “Non mi risulta che la Curia abbia negato i funerali per Priebke, ma sono pronto a celebrarli in strada se questo dovesse succedere”. “Ci rivolgeremo alla curia o alla parrocchia di Priebke – ha proseguito Giachini – alcune chiese di tutta Italia ci hanno offerto i funerali, ma credo che saranno comunque a Roma. Ribadisco che non abbiamo intenzione di celebrare una cerimonia politica ma lo faremo con riservatezza. Priebke è stato portato a Roma non di sua volontà ed è morto qui. Roma avrebbe il dovere di ospitarlo ma noi non vogliamo creare imbarazzi a nessuno, nonostante in tanti ci abbiano offerto una tomba al Verano”. Offerta a quanto pare non accettata, visto che ora è spuntata l’ipotesi Pomezia.

La notizia è immediatamente rimbalzata in Argentina, riportata dai maggiori giornali grazie al comunicato diffuso da una importante agenzia di stampa. “Dopo la seconda guerra mondiale – ha diffuso l’AJN, l’Agenzia Judia de Noticias – Priebke fu internato in un campo di prigionia britannico nel nord-est d’Italia, da cui fuggì nel 1946 per rifugiarsi in Argentina, come centinaia di altri nazisti. Dopo cinque anni trascorsi a Buenos Aires con la moglie, nel 1951 si trasferì a San Carlos de Bariloche. In quella città nel sud dell’Argentina, il “buon vicino” era diventato un pilastro della società locale, per evitare la deportazione. Nel 1991, Esteban Buch denunciò la sua partecipazione alla strage di Roma nel libro “Il pittore svizzero Argentino”, che comprende la storia di altri nazisti che vivono a Bariloche dal 1950. Negli anni ‘90 Sam Donaldson, giornalista di “Cazanoticias” che stava seguendo le orme di Reinhard Kopps – un altro soldato coinvolto nella strage delle Fosse Ardeatine – è riuscito a trovarlo sotto il falso nome di John Reinhard Maler. L’uomo, negando il suo coinvolgimento, ha invece rivelato il nome di Priebke, la cui sorte era sconosciuta fino ad allora. Il giornalista nel 1994 ha intervistato per strada Priebke, che ha riconosciuto la sua responsabilità giustificandola dietro la dovuta obbedienza”. “Priebke – prosegue l’Agenzia di notizie argentina – non ha mai mostrato rimorso per le sue azioni e per l’ideologia nazista, cui è rimasto fedele fino ai suoi ultimi giorni, al punto che in un comunicato reso noto dall’avvocato dopo la sua morte aveva dichiarato che “non ha mai trovato camere a gas nei campi di concentramento, tranne quella costruita dagli americani a Dachau alla fine della guerra”. L’avvocato Giachini aveva annunciato che il criminale di guerra sarebbe stato “inviato in Argentina per essere sepolto accanto alla moglie a Bariloche”, ma la richiesta è stata respinta dalla Repubblica Argentina al Ministero degli Esteri in un comunicato pubblicato sul suo account ufficiale di Twitter. Il ministro degli Esteri Hector Timerman ha dato l’ordine di “non accettare qualsiasi procedura che consente l’accesso al corpo del criminale di guerra nazista Erich Priebke in Argentina”, perché ” gli argentini non accettano questo tipo di affronto alla dignità umana”, ha commentato il Ministro”, conclude l’AJN.

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