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Proroga contratto saltata per i precari del Comune di Pomezia, la CGIL contro il DICCAP: “Si sono seguiti gli interessi degli avvocati e non dei lavoratori”

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Dopo l’annuncio del sindaco di Pomezia Fabio Fucci riguardo alla revoca dell’accordo con i lavoratori precari del Comune per la proroga del contratto, arriva il primo dettagliato commento della FP CGIL, che critica l’operato del sindacato DICCAP.
“L’antefatto è che dopo lunghe battaglie le lavoratrici ed i lavoratori precari avevano ottenuto un rinnovo senza precedenti nel diritto del lavoro pubblico: la proroga senza scadenza dei contratti a tempo determinato, una proroga finalizzata all’assunzione – spiega Ugo Gallo, responsabile CGIL – Vertenza finita tutti felici e contenti, così pareva. Ma un bel giorno, prima della firma della proroga, ma dopo l’accordo sindacale firmato anche dal DICCAP, arrivano 3 avvocati portati sempre dal DICCAP che propongono la brillante idea di impugnare la determina che genera il rapporto di lavoro: quella della proroga finalizzata all’assunzione”.
“I tempi – prosegue Gallo – a questo punto sono importanti, i contratti scadono il 30 giugno, entro quella data si devono completare le procedure. Mentre si stanno facendo le procedure il 22 gli avvocati ed il DICCAP convocano un’assemblea, il 23 scrivono al comune annunciando l’impugnazione dell’atto. Perché? Facile da immaginare: l’atto politico dell’accordo esclude gli avvocati (in una causa, indipendentemente dal risultato, l’avvocato ha sempre vinto), dunque andava boicottato. D’altronde che fretta c’era? Potevano aspettare il 2 luglio, in modo da far completare le procedure di rinnovo. La “genialata” dunque: gli avvocati del DICCAP, che rappresentano solo una parte dei precari, teorizzano di impugnare l’atto di proroga. Il paradosso di questa proposta è che se il giudice dà ragione al ricorrente viene meno l’atto che origina il rapporto di lavoro con la naturale conseguenza di far cessare la proroga. Per dirla brutalmente si paga un avvocato per perdere il posto di lavoro. Dal punto di vista sindacale visto che l’accordo è stato firmato dal DICCAP e la determina discende dall’accordo, il ricorso contro la determina di proroga significa un ricorso contro l’accordo, quindi perché il DICCAP l’ha firmato? Una strategia ingegnosa che si può paragonare a quei venditori di frigoriferi al polo nord, o per pescare dalla saggezza popolare a quel pifferaio che ammalia i topi per fargli fare la fine che tutti conosciamo. Ora apprendiamo dal sindaco che è tutto saltato”.
“Questo è quanto accaduto – conclude Gallo – Ora bisogna correre ai ripari, quello che chiediamo all’Amministrazione comunale è di firmare velocemente un nuovo accordo per poter dare corso alle proroghe finalizzate, un accordo però nel quale ognuno è padrone del proprio destino, senza coinvolgere gli altri a seguire i pifferai di turno. Un’ultima considerazione: queste degenerazioni avvengono quando la mediazione sociale viene delegittimata, a quel punto entrano i professionisti che, senza scrupolo, badano solo agli interessi del loro lavoro”.

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