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RAPINE IN VILLA: ARRESTATI DAI CARABINIERI AUTORI E MANDANTE DI UN COLPO DELLO SCORSO APRILE

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Si erano appostati nell’oscurità, attendendo che la loro vittima, un imprenditore romano di 40 anni, rincasasse nella sua villetta in località Falcognana di Roma. Al suo arrivo, i malviventi, che indossavano una casacca con la scritta “Polizia”, si erano fatti aprire il cancelletto d’ingresso dell’abitazione per poi minacciarlo, puntandogli contro una pistola, e derubarlo di alcuni monili e preziosi. I fatti risalgono allo scorso mese di aprile: all’epoca dei fatti, grazie alla tempestiva segnalazione di un vicino della vittima, i Carabinieri della Stazione Roma Divino Amore e della Compagnia di Pomezia, guidati dal Maggiore Rodrigo Micucci, erano riusciti ad arrestare uno dei  rapinatori che faceva da “palo” davanti al cancello della villetta. Il complice, invece, era riuscito a fuggire dal retro della casa, esplodendo un colpo di pistola durante la fuga e facendo perdere le proprie tracce nella fitta boscaglia della zona, portando con sé la refurtiva del valore di alcune decine di migliaia di euro. L’arrestato, un 60enne romano già noto alle forze dell’ordine, è stato associato in carcere con l’accusa di concorso in rapina aggravata, sequestro di persona e porto abusivo di armi.

Nelle ultime ore, la svolta nelle ininterrotte indagini scattate subito dopo il colpo: le attività svolte dai Carabinieri di Pomezia, incrociate con riscontri ed elementi di prova acquisiti con attività tecniche e intercettazioni e con i provvedimenti emessi dall’Autorità Giudiziaria, hanno permesso di individuare e arrestare il secondo autore della rapina, un 50enne romano, anch’egli conosciuto alle forze dell’ordine, e di sequestrare la pistola utilizzata durante la rapina. Non solo: i Carabinieri hanno fermato anche il mandante ed organizzatore del “colpo”: si tratta di un 35enne romano, gravato da precedenti penali. Durante le indagini è stata ritrovata anche parte della refurtiva, tra cui un costoso orologio da 20.000 euro. I tre malfattori sono stati associati al carcere di Rebibbia.

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