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Roma, far west in strada ma nessuno «ha visto niente», nemmeno la vittima finita quasi ammazzata: chiuso il cerchio sul tentato omicidio a Tor Bella Monaca

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ambulanza polizia

Si chiude il cerchio, almeno al livello di Giustizia, sui fatti avvenuti a Tor Bella Monaca nel 2016. Resta tuttavia lo sconforto per il quadro dipinto dagli inquirenti su una zona che continua a essere tra le principali realtà più drammatiche della Capitale. In quella circostanza un uomo venne quasi ucciso in strada a colpi di pistola in un regolamento di conti ma nessuno si fece avanti fornendo alla Polizia elementi utili a ricostruire l’accaduto. Oggi il presunto autore, David Longo, classe ’86, è stato arrestato al termine di una lunga e complicata indagine.

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Un clima di omertà, anche nella vittima: «Passavo di lì per caso, sono stato colpito da un proiettile vagante»

Nonostante le modalità eclatanti con le quali si svolse l’intera vicenda infatti gli investigatori hanno dovuto fare i conti con il clima di totale omertà ingeneratosi sia nella vittima che nelle altre persone presenti sul posto (le quali non hanno offerto alcun contributo alla ricostruzione dei fatti). Elementi che, oltre alla modalità “plateale” dell’agguato, sono state ritenute dal Giudice tali da integrare l’aggravante di aver agito “con il metodo mafioso”.

Longo esplose più colpi di pistola in strada, davanti a tutti, nella completa omertà degli spettatori che rifiutarono di formalizzare quanto visto (tanto da negare di aver perfino contattato il N.U.E. nell’immediatezza dei fatti) per paura di ritorsioni o  – in alcuni casi – si diedero da fare per eliminare le tracce di quanto successo. Persino Giovanni Montereale, vittima della sparatoria, dichiarò di non frequentare Tor Bella Monaca – pur vivendoci dalla nascita – e di essere stato colpito da un colpo vagante mentre si trovava “casualmente” a conversare con alcuni parenti in Via dell’Archeologia.

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L’arresto a Fiumicino

Nella giornata di ieri, ad ogni modo, è stato il personale della Squadra Mobile a dare esecuzione all’ordinanza di applicazione della misura della custodia in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Roma su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma nei confronti del 35enne David Longo ritenuto il responsabile del tentato omicidio aggravato dal metodo mafioso (contestato anche il porto abusivo di armi, ndr).

Longo è stato sorpreso in un ristorante di Fiumicino a seguito della pressante attività info-investigativa condotta dal personale della Squadra Mobile di Roma. Un primo tentativo era stato fatto anche la mattina del 10 febbraio 2021 ma all’atto dell’accesso della Polizia presso la sua abitazione non era stato trovato. Nell’auto dell’uomo sono state trovate inoltre delle valige tanto da far ritenere che il 35enne stesse pianificando la sua fuga.

I fatti: cosa successe a Tor Bella Monaca nel novembre 2016

I fatti risalgono alla sera del 25 novembre 2016 in Via dell’Archeologia all’altezza del civico 90 a Tor Bella Monaca. David Longo, nel pretendere la restituzione di una ingente somma di denaro, sparò numerosi colpi di pistola in strada, uno dei quali colpì all’addome Giovanni Montereale che finì in ospedale ricoverato in prognosi riservata e sottoposto d’urgenza ad un intervento chirurgico.

Immediato fu l’intervento del personale della Sezione Volanti e della Squadra Mobile allertato dalle chiamate giunte al 112 che avevano segnalato una lite culminata con l’esplosione di colpi di arma da fuoco. Sul posto furono rinvenute tracce ematiche e parte di un proiettile.

I primi riscontri permisero di indirizzare l’attenzione sull’uomo oggi arrestato che, nel corso di una discussione, aveva preteso la restituzione di una somma di 30.000 euro e, subito dopo i fatti, si era dato alla fuga senza fare rientro presso la propria abitazione. Al momento del tentato omicidio, peraltro, David Longo era sottoposto alla misura della sorveglianza speciale di P.S. ed era stato scarcerato da poco più di un mese.

Le indagini

È su di lui e sulla sua cerchia di famigliari, quindi, che si  concentrarono le indagini attraverso intercettazioni telefoniche ed analisi dei tabulati. La svolta arrivò però nel 2018, grazie alle dichiarazioni rese da un collaboratore di giustizia, alla luce delle quali furono nuovamente analizzati tutti i dati raccolti in precedenza attraverso una meticolosa e laboriosa attività di riscontro.

Il collaboratore confermò che il LONGO si era reso irreperibile, subito dopo il fatto, al fine di sottrarsi all’esame del “guanto di paraffina”: la sera stessa della sparatoria, infatti, Longo si era presentato – accompagnato dal fidanzato della cugina – presso l’abitazione del collaboratore a Guidonia Montecelio, chiedendo aiuto per una sistemazione provvisoria e dichiarando di aver sparato a “Gianni” al culmine di una lite.

L’appoggio logistico richiesto venne fornito nei pressi di Guidonia dove l’uomo rimase per circa 10 giorni, come effettivamente riscontrato attraverso la lettura dei tabulati telefonici e il riascolto delle intercettazioni telefoniche effettuate.   

Chi è David Longo

L’arresto di David Longo si inserisce nella più ampia azione della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma e della Squadra Mobile tesa a contrastare l’attività criminale posta in essere nel quartiere di Tor Bella Monaca. Zona caratterizzata da una costante conflittualità tra più gruppi criminali connessa al predominio sulle piazze di spaccio della zona, nel contesto della quale si sono registrati numerose aggressioni anche mediante l’utilizzo di armi.

David Longo, nello specifico, è attualmente considerato tra i più pericolosi ed influenti elementi nello scenario criminale di Tor Bella Monaca, è conosciuto nel quartiere per la sua caratura criminale: pregiudicato per violenza e resistenza a Pubblico Ufficiale, lesioni personali, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, è legato a Valentino Iuliano, altro personaggio di spicco in quanto promotore dell’organizzazione criminale riconducibile alla famiglia Cordaro.

Nel luglio 2016, infatti, a seguito dell’”Operazione R9”, la Questura di Roma diede esecuzione a 37 misure cautelari nei confronti degli esponenti della famiglia CORDARO, dedita al traffico di stupefacenti del tipo cocaina e hashish, che aveva conquistato il controllo della redditizia piazza di spaccio con centro operativo nel comparto R9 di Tor Bella Monaca e che si era resa protagonista di una serie di violentissimi fatti di sangue culminati in un omicidio e numerosi tentati omicidi.

 

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