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Roma, paghi la caparra ma poi l’annuncio sparisce: truffe ai fuorisede per le stanze in affitto

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Truffe Fuorisede Roma

Roma. Un giro di truffe che, questa volta, non ha preso di mira gli anziani, bensì i giovani universitari. E, ovviamente, il topic è quello degli affitti, che proprio in questo periodo rappresentano una vera e propria bestia nera per tutti gli studenti di molte città. Ecco come funziona la nuova truffa del momento. 

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Nuove truffe a Roma ai danni di studenti e lavoratori

Se vedete una stanza in foto e volete bloccarla prima che venga fatta preda da qualche altro avventore, allora dovete pagare 500 euro. Dopo il bonifico, una volta ricevuta la somma di denaro, ecco che il finto locatore sparisce definitivamente. Questo è il semplice meccanismo che caratterizza la nuova truffa che sta invadendo la Capitale, quasi sempre ai danni di universitari e giovani lavoratori fuori sede disperatamente alla ricerca di una stanza. Insomma, non solamente i prezzi altissimi, inavvicinabili e oltremodo fuori budget per molti – si può arrivare anche a 600 euro per una camera – ma ora anche il rischio che un truffa bella e buona. 

Come funziona l’inganno sui social

E infatti, sempre più spesso si sente parlare di tale truffa, soprattutto sui social, dove le segnalazioni sono sempre di più. Ma come fanno? Gli imbroglioni e truffatori si intrufolano nelle pagine Facebook dei quartieri, e si mettono direttamente in contatto con le loro vittime: si spacciano per mediatori, per coloro che metteranno in contatto chi affitta con chi cerca una stanza o un appartamento. Successivamente, il passo è quello di pubblicare un post con l’annuncio e le caratteristiche dell’immobile segnalato, con tanto di foto e dotazioni della struttura. Si lancia l’amo, insomma, e si attende. Chi vuole bloccare subito la stanza, prima degli altri, può certamente farlo, ma solamente a seguito di un versamento istantaneo di 500 euro, al quale si deve aggiungere la caparra di una mensilità. Coloro che sono alla ricerca di una stanza da mesi, per impellenza di lavoro o di studio, ci cascano. E quei soldi versati, ovviamente, non li vedranno più. 

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