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“Salvate Ardea e Pomezia dal biogas e dai veleni”: la petizione corre sul web

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Una petizione sul noto sito Change.org per scongiurare il rischio inquinamento ambientale a Pomezia e Ardea. È quanto è stato lanciato da Mario Savarese attraverso il web per raccogliere le firme dei cittadini che non vogliono gli impianti biogas o discariche di materiali tossici, indirizzando la richiesta con le firme direttamente ai sindaci Fabio Fucci e Luca Di Fiori.
“Ardea e Pomezia: un territorio di rifiuti”, titola la petizione. E, nel chiedere il sostegno di tutti gli abitanti dei due Comuni, vengono spiegate le ragioni per cui impianti di questo tipo nuocano alla salute.
“Ci sono momenti in cui i cittadini devono gridare il loro “NO” se vogliono salvarsi dalle scelte illogiche e criminali che aleggiano sul loro territorio – si legge nella guida alla petizione – Accade anche questo in Italia, negli ultimi anni un piccolo fazzoletto di territorio della Campagna Romana fra i comuni di Pomezia e Ardea è stato letteralmente tempestato di richieste e progetti finalizzati allo smaltimento di ogni genere di rifiuto e questo avviene nel silenzio e nel disinteresse della popolazione residente. I “signori” che propongono questi impianti ci conoscono, sanno dello scarso senso di radicamento che ci contraddistingue, conoscono la nostra scarsa reattività e per questo scelgono di impiantare nel nostro territorio i loro mostri che devono inghiottire migliaia e migliaia di tonnellate di rifiuti ogni anno, tutto questo a danno della salute dei cittadini, dell’ambiente, del patrimonio culturale, della qualità della vita dei cittadini. Per molto meno, in altri contesti, i cittadini scendono in piazza, manifestano, si oppongono, Pomezia, Ardea sembrano assopite e rassegnate ed invece dovrebbero gridare con tutta la loro voce il loro NO”.
Viene poi illustrata la situazione della lavorazione dei rifiuti sul nostro territorio:
• sono presenti svariate discariche, alcune abusive, un esempio per tutti la discarica di amianto di Via Valle Caia, sequestrata e mai bonificata, lasciata in stato di abbandono nonostante in essa siano stoccati un numero impressionante di tonnellate di amianto degradato.
• è attivo il settimo invaso della discarica di Roncigliano, dove vengono conferiti i rifiuti di tutto il bacino dei Castelli Romani;
• poco distante non è stato ancora accantonato il progetto di un inceneritore di rifiuti, noto come inceneritore di Albano;
• sulla via Ardeatina al Km 20 è attiva una discarica di rifiuti utilizzata per smaltire le componenti non riciclabili delle automobili demolite (ECOFER), per la quale non è ancora tramontata l’ipotesi di utilizzazione per altri tipi di rifiuti, compresi i rifiuti solidi urbani;
• una stazione di produzione di energia elettrica da fonti alternative gestito dalla società Pomar s.r.l. è già attivo in località Nuova Florida, il cattivo odore rende spesso l’aria acre ed irrespirabile, i cittadini protestano e hanno seri dubbi su quali tipi di rifiuti vengono lavorati, ma fin’ora non è stata adottata alcuna seria azione per tranquillizzare i cittadini;
• un impianto di stoccaggio e trattamento di rifiuti urbani speciali pericolosi venne proposto alcuni anni fa su Via della Solfarata dalla MAD-GST SRL;
• un impianto di produzione di energia elettrica e valorizzazione FORSU (Frazione Organica di Rifiuti solidi urbani) è stato proposto in località Caronti (Ardea) in Via Pontina Vecchia dalla Biovis srl (20.000 tonnellate/anno);
• un impianto di produzione di compost di qualità dal recupero della frazione organica da raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani (FORSU) e altri residui organici in località Cancelliera (Ardea) proposto dalla Ditta Individuale Bruno Cimadon;
• un impianto per la produzione di gas metano da biomasse (liquami bovini e suini, deiezioni animali varie, scarti dell’industria agroalimentare e parte rifiuti urbani umidi e scarti provenienti da aziende agricole e dell’industria alimentare ) proposto dalla Suvenergy srl a Ardea (120.000 tonnellate/anno) in una zona verde di grande pregio ambientale prossimo alla frazione residenziale di Tor di Bruno;
• un altro impianto biogas da 90 mila tonnellate l’anno dovrà sorgere in località Padiglione di Anzio (a due passi da Ardea), proponente la Green Future 2015 Srl.
• La realizzazione di un impianto per la produzione di energia da fonti rinnovabili (biogas) a Santa Palomba (Pomezia) proposto dalla Cogea S.r.l. movimenteranno un volume di 60.000 tonnellate/anno di FORSU. Centinaia e centinaia di compattatori in un territorio poverissimo di strade, due biodigestori a poche decine di metri da industrie a rischio di incidente rilevante e la presenza del monumento nazionale del complesso di Torre Maggiore tutelata dal 1914 non sono minimamente bastati ad arrestare l’iter autorizzativo. Ma allora quale iter autorizzativo può essere arrestato in nome della tutela della salute, dell’ambiente e del patrimonio culturale? Forse nessuno!
Vengono poi fatte delle semplici deduzioni.
“Basta una calcolatrice: i Comuni della ex Provincia di Roma che al momento sversano i propri rifiuti indifferenziati non producono i rifiuti necessari ad “alimentare” i volumi tutti questi impianti. E parliamo di ben dieci Comuni: Albano, Ariccia, Rocca di Papa, Marino, Ardea, Pomezia, Lanuvio, Nemi, Castel Gandolfo e Genzano – si legge sul sito della petizione – Da dove verranno i rifiuti necessari al funzionamento di questa miriade di impianti in arrivo?
Qualcuno si è interrogato sulla sostenibilità ambientale? Qualcuno ha studiato gli effetti sul traffico veicolare? Quali effetti avranno sulla salute dei residenti?
Le risposte le lasciamo agli amministratori pubblici regionali e locali che dovrebbero avere come unici obiettivi l’interesse pubblico e la tutela dei cittadini e del territorio. Non il business dei rifiuti!”.

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