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SALZARE, DISCARICA A CIELO APERTO TRA LE PALAZZINE

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Una vera e propria discarica a cielo aperto, quella che si nasconde nel complesso immobiliare delle Salzare, nell’area in cui lo scorso aprile l’ex sindaco di Ardea Carlo Eufemi  portò a termine la demolizione della palazzina “A”, facendo allontanare da Tor San Lorenzo quanti avevano occupato abusivamente gli appartamenti. Ora quell’area è completamente invasa da rifiuti, che ricoprono anche la recinzione che arriva fino alla palazzina “D”. Un degrado da terzo mondo a pochi passi da quel lungomare che invece andrebbe rivalutato per cercare di incrementare e valorizzare il turismo. L’immondizia è praticamente sotto gli occhi di dei passanti, residenti o persone che durante i fine settimana vengono ad Ardea per riaprire le proprie abitazioni. Ma non si tratta solo di rifiuti: da qualche settimana dalla palazzina “B” fuoriescono liquami fetidi che hanno invaso lo scantinato e la strada circostante, all’altezza del cancello dell’area archeologica, spesso meta di turisti che vengono ad ammirare le scoperte portate alla luce dall’archeologo professor Francesco Di Mario. Per ordine dell’Amministrazione comunale, sembra che a breve la società “Idrica”, concessionaria per la fornitura di acqua e trattamento acque nere, debba – con una spesa che sfiora i centomila euro, da addebitare al Comune – provvedere a sistemare il sistema fognario. Sono in molti a chiedersi come mai nessuno abbia pensato di ripulire l’area per evitare un eventuale rischio epidemia, ma sono ancora di più coloro i quali che si chiedono perché spendere tutti questi soldi se le palazzine “B” e “C”, oltre a parte della “D”, devono essere demolite a breve  in quanto costruite su area archeologica, come sentenziato dal Consiglio di Stato. Per salvaguardare la salute pubblica occorrerebbe magari un’ordinanza di sgombero, che in molti si attendono.  Intanto nell’intero plesso continuano senza sosta,  come dichiara il custode, atti di vandalismo, e continuano anche le occupazioni delle abitazioni i cui ex proprietari sono a Roma. Per dovere di cronaca va ricordato come l’intera area sia stata acquisita al patrimonio comunale e con essa le abitazioni che vi sorgono.

Luigi Centore

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